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Viaggio nel primo internet banking italiano. "Così abbiamo messo online la banca"

Viaggio nel primo internet banking italiano.
Enrico Boggio

Questa è la storia di un'intuizione geniale messa a sistema. Ma è anche la storia di un'impresa eccezionale che ne contiene tante altre all'interno. Perché come in ogni storia degna di nota c'è un prima e un dopo. In questo caso il tempo che fa da spartiacque è il 1997. In quell'anno, nel quale si respirano i primi vagiti di una nuova rete chiamata Internet che avrebbe ridisegnato nei decenni mercati e relazioni, nasce in casa Sella il primo payment gateway. Di fatto è l'accesso all'autostrada digitale. Tutto parte dall'ufficio Internet - perché all'epoca, prerogativa delle realtà che sanno guardare lontano - c'era in Sella anche un ufficio con questo nome. L'internet banking informativo avrebbe visto presto la nascita, con un successo enorme, grazie al coinvolgimento di circa 4000 merchant in un anno. Un primato storico. "C'era grandissima curiosità e fermento per l'avvento di Internet. Banca Sella è stata la prima ad avere un Internet Banking informativo e dispositivo ed è stata la prima a pubblicare un sito per il trading online. Una rivoluzione assoluta. Ricordo importanti carichi di lavoro, ma allo stesso tempo una grande energia perché eravamo i primi. Ripenso ad un'iniziativa di e-commerce a livello europeo con Visa. All'epoca avevo ventiquattro anni e ricordo i viaggi a Londra e a Parigi. Così mentre in Europa si pensava cosa fare per un POS virtuale, noi in realtà eravamo già partiti con una soluzione semplice, sicura, efficace", afferma Enrico Boggio, quarantanovenne biellese di nascita e globetrotter per passione, nel Gruppo Sella dal 1997 al 2001 e poi dal 2013 in poi. Due vite nel segno dell'innovazione: all'inizio nel settore dell'Internet Banking, del trading online, dell'e-commerce e poi in anni più recenti nella direzione organizzazione e IT di Banca Patrimoni. E nel mezzo un'esperienza fuori dal gruppo, al lavoro in una startup di successo nell'ambito dell'informatica assicurativa. Headquarter a Ivrea, altro polo di eccellenza dell'innovazione.

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Banca Sella è stata la prima ad avere un Internet Banking informativo e dispositivo ed è stata la prima a pubblicare un sito per il trading online. Una rivoluzione assoluta

Il rientro in Sella per Enrico Boggio è coinciso con la nascita di una vera e propria startup chiamata SellaNet e impegnata a creare Gestpay: si tratta dell'evoluzione e quindi della versione nuova del software, con l'introduzione del concetto di server to server. "Un progetto straordinario: sono rientrato dopo una breve esperienza in un'altra società per lavorare ad un progetto dedicato all'e-commerce. Di fatto ho avuto la possibilità di gestire una startup. Eravamo in nove in un ufficio che guardava al futuro", ricorda Boggio. All'inizio tutto ruota su uno speciale software che gira su IBM OS/2 Warp. "Il software consentiva di interfacciarsi via IP con il sistema autorizzativo delle carte che era su mainframe. Tutto ciò permetteva di realizzare oggetti richiamabili da pagine web e sviluppati con tecnologia Microsoft che gestivano le richieste di autorizzazione. La sicurezza era garantita dalla separazione delle reti, da meccanismi di gestione delle code delle richieste solo in una direzione, dai certificati di crittografia sulle pagine web. Il primo caso di adozione è stato per un negozio di cravatte", dice Boggio. Battere nuovi sentieri e aprire nuove strade, cogliere nuove opportunità, disegnare nuove pagine di futuro. "In fondo la ricetta degli innovatori è rompere gli schemi, creare qualcosa di nuovo che molti potrebbero ritenere anche inutile, ma che di fatto risponde ad una nuova esigenza. All'epoca nessuno pensava fosse utile e sicuro comprare online o che si potesse non andare fisicamente in banca per fare operazioni. E invece...".

La ricetta degli innovatori è rompere gli schemi, creare qualcosa di nuovo che risponde ad una nuova esigenza

All'epoca quali erano le criticità? 
La maggiore era la comunicazione perché bisognava convincere che pagare con la carta di credito online era altrettanto o addirittura più sicuro che farlo in negozio con le modalità tradizionali. E poi i volumi da gestire e l'infrastruttura da monitorare. Da qui la nascita dell'ufficio impegnato nella manutenzione e nell'on boarding dei clienti, al lavoro per raccogliere le evoluzioni del Gateway. 

Ricordo il primo acquisto da parte di un cliente e ancora le pile di contratti di clienti che aderivano al servizio

 

Tutto parte da un'intuizione, ce la racconti?
Ai commercianti consegnavamo i file con una serie di password usa e getta che richiamavano la pagina sui server per gestire le transazioni. Si partiva dal concetto che la pagina di pagamento dovesse essere sul sito della banca e non su quello del merchant. Per fare in modo che la chiamata arrivasse da qualcuno che fosse riconosciuto e sicuro dovevamo scambiarci dei codici offline e che si dovevano inserire nell'URL di chiamata e ovviamente potevano valere una volta sola.

Siete stati pionieri: il momento più difficile e quello più esaltante?
Di momenti esaltanti ce ne sono stati tanti: ricordo il primo acquisto da parte di un cliente - vedevamo passare la transazione sui terminali - e ancora le pile di contratti di clienti che aderivano al servizio. Il momento più difficile è stato quando era difficile tecnicamente star dietro con la tecnologia di quei tempi al crescere dei volumi e delle richieste. Era una lotta contro il tempo e una ricerca costante di soluzioni. 

La sfida è sempre stata la stessa: capire cosa può essere utile per creare valore e riscrivere nuove regole del gioco

 

Oggi in Banca Patrimoni a livello tecnologico su cosa vi state maggiormente soffermando?
Ci stiamo concentrando su un forte processo di digitalizzazione dell'operatività dei banker e dei clienti.
E poi stiamo lavorando ad una rivisitazione completa dell'approccio ai dati con il passaggio al cloud, partendo dal controllo di gestione. Sono tutti progetti con forte innovazione tecnologica, ma il focus è soprattutto funzionale.

Quali sono le sfide contemporanee di chi oggi si occupa di innovazione in contesti bancari?
Mai come oggi abbiamo davanti agli occhi una miriade di opportunità e di idee che arrivano in continuazione da ogni parte del mondo e in ogni modalità. Basta avere il tempo di osservare. Secondo me però la sfida è sempre stata la stessa: capire cosa effettivamente può essere utile per creare valore e riscrivere nuove regole del gioco.

Qual è la ricetta vincente per affrontare sfide così innovative?
Servono l'umiltà e il coraggio di crescere con gli altri e di circondarsi di persone valide. E poi occorre avere una visione e rimanere coerenti. Bisogna avere voglia di imparare e di entrare nel merito. Le mode passano, i contenuti vincono sempre.