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Osservare la vita con gli occhi dei bambini

Osservare la vita con gli occhi dei bambini
Carlo Lorena

C’è chi d’estate sceglie il mare, chi la montagna, e chi decide di prendere un aereo per l’altra parte del mondo e dedicare le ferie al volontariato. È il caso di Carlo Lorena, Communication Specialist in Sella Leasing dal 2022, che cura la comunicazione interna ed esterna, progetta eventi e supporta HR. Insomma, uno che di cose ne fa parecchie. Eppure, quando è arrivato luglio e ancora non aveva deciso come passare le ferie, ha scelto la strada meno battuta: il volontariato in Colombia.

“Ho scelto Medellín, in Colombia, perché è una città che mi affascina, così come tutta la cultura dell’America Latina, fatta di festa, gioia di vivere ed entusiasmo per le piccole cose. Negli ultimi due anni ho imparato ad apprezzare sempre di più questo stile di vita. La mia motivazione principale era scoprire una nuova cultura, vivere un’esperienza diversa e confrontarmi con un contesto completamente nuovo, lontano dalla mia routine abituale.”

La ludoteca nel Barrio Popular
“Ho lavorato tutti i pomeriggi in una ludoteca post-scuola per bambini delle elementari, situata nel Barrio Popular. Il mio compito era supportare i docenti e assistere i bambini nelle varie attività: inglese, informatica, arte, musica e sport.”
Ogni giorno, verso l’ora di pranzo, Carlo prendeva la metro e poi la cabinovia per raggiungere il quartiere. Ogni pomeriggio c’erano circa 30 bambini da seguire, imparare a conoscere e accompagnare nello svolgimento delle attività.

Il primo italiano e una scatola di cereali 
Noi siamo abituati a viaggiare, a incontrare persone di culture diverse e ad ascoltare lingue che non conosciamo. Ma per i bambini della ludoteca di Medellín non era affatto scontato: molti di loro non avevano mai avuto l’occasione di conoscere qualcuno arrivato dall’altra parte del mondo. “Ho scoperto di essere il primo italiano a visitare la ludoteca, addirittura molti bambini non avevano mai conosciuto un italiano di persona; erano curiosi della mia lingua e di quanti chilometri avessi percorso per essere lì.”

E così, come lo stupore di scoprire che alcune persone nel mondo non avevano mai sentito parlare italiano, Carlo ricorda con particolare intensità qualcosa di apparentemente semplice, ma che per quei bambini assumeva un valore enorme: la merenda. In una quotidianità così diversa dalla nostra, anche una semplice scatola di cereali rappresentava un vero e proprio dono. “Un’empanada, un succo, o scatole di cereali sono cose che noi facciamo quasi fatica a chiamare ‘regali’, ma per loro rappresentavano un dono enorme. Questi momenti mi hanno fatto percepire l’energia e la dedizione di molte persone che si impegnano per rendere migliore la vita di questi bambini.”

Sfide e scoperte
“Il mio più grande timore prima di partire riguardava la sicurezza: Medellín non è famosa per essere la città più sicura, essendo anche la città natale di Pablo Escobar. Tuttavia, non ho mai avuto problemi. Pur essendo solo e avendo una conoscenza basica dello spagnolo, non mi sono mai sentito realmente in pericolo. Ovviamente ho dovuto alzare il livello di attenzione, d’altronde così come faccio quando devo andare in Stazione Centrale a Milano, ma non mi sono fatto mancare niente: ho preso mezzi pubblici di giorno (migliori che in ogni città italiana) e Uber di notte; ho partecipato a tour guidati, ho vissuto la vita notturna del Poblado; sono pure andato allo stadio a vedere una partita in curva a saltare e cantare (non so cosa né in quale lingua) in mezzo ai tifosi colombiani del Nacional.”

Fondamentale per Carlo è stato il supporto di Catalina e Manuela, le referenti locali dell’associazione Primed Community, che si sono prese cura di lui e degli altri volontari, dando consigli per vivere la città in completa sicurezza.

“Questa è stata anche la prima volta che ho viaggiato completamente da solo. In un posto dove non conoscevo benissimo la lingua, mi ha insegnato a mettermi in gioco e ad aprirmi agli altri. Nonostante non avessi compagni di viaggio, non mi sono mai sentito veramente solo: le persone in Colombia sono molto calorose e solari, e stringere amicizia è stato naturale. Ho scoperto di essere più autonomo e adattabile di quanto pensassi e di saper vivere a pieno la cultura e l’energia di una città lontana dalla mia quotidianità.”

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Un arricchimento profondo
“In questa esperienza ho potuto osservare la vita anche con gli occhi dei bambini, vivendo la realtà di chi nasce in contesti difficili. Ho visto le difficoltà, certo, ma anche la gioia nelle piccole cose: i sorrisi per una scatola di cereali, la sorpresa nel sentire per la prima volta l’italiano, il divertimento condiviso con un pallone.” 

Questa estate ha insegnato a Carlo a valorizzare le piccole cose e ad apprezzare l’energia positiva delle persone che lo circondano, rafforzando la sua empatia e il modo in cui si relaziona con gli altri.  Gli abbiamo chiesto se, secondo lui, valga la pena passare le ferie facendo volontariato. E senza alcuna esitazione ci ha risposto: “Assolutamente sì. Tornando, mi sono reso conto di quanto questa esperienza mi abbia cambiato e arricchito. Probabilmente i benefici più grandi non li hanno ricevuti i bambini della ludoteca, ma proprio io stesso. Fare volontariato ti permette di metterti in gioco, confrontarti con realtà diverse e crescere come persona. Consigliato? Consigliatissimo.”