Next, Voci dal futuro | Velocizzare i servizi, snellire i processi, migliorare l’esperienza utente: cosa sono e saranno fintech e insurtech?
C’è una parola inglese che è entrata nel nostro vocabolario da tanti anni e che è diventata un mantra perché riguarda il nostro posizionamento, il nostro business e il lavoro delle nostre persone. Anzi, di più. In Italia siamo stati pionieri nell’adottarla, individuando nell’open finance e nell’ecosistema aperto un elemento distintivo. Sto parlando di fintech. E con questa puntata di fine anno e in questo format che racconta le voci dal futuro, ossia le parole che più rappresentano l’innovazione, non possiamo non raccontarla nel dettaglio. Fintech, dicevamo. Con l'accezione più ampia del termine si intende una qualunque applicazione di tecnologie e innovazioni digitali in finanza. Man mano che gli smartphone si sono insinuati in sempre più aree della nostra vita, molti settori hanno avvertito la pressione di digitalizzare sempre di più funzionalità e servizi. Il fintech è solo un altro esempio di un settore – quello finanziario nel quale operiamo – che è entrato da diverso tempo in maniera costante nell'era digitale.
I prodotti e i servizi fintech offrono molti vantaggi tangibili ai consumatori e alle imprese. Per i primi il fintech ha apportato innovazioni nel settore dei pagamenti digitali e nuovi modi per gestire e ottimizzare le finanze personali. A livello aziendale il fintech aiuta ad automatizzare e semplificare i processi e ad accelerare la consegna di nuovi prodotti digitali nelle mani dei clienti. Ecco uno sguardo ai tre principali vantaggi per ciascun destinatario, a partire dai consumatori.
Secondo un’analisi di IBM ci sono tre principali vantaggi per ciascun destinatario, a cominciare dal cliente esterno:
- Processi aziendali migliorati: le funzionalità del fintech hanno contribuito a semplificare i processi aziendali consentendo l'automazione delle attività banali associate ai servizi bancari. Le aziende che gestiscono applicazioni fintech hanno visto i loro processi di transazione e investimento accelerare notevolmente con le app mobili;
- Riduzione del time-to-market per i nuovi prodotti: il lancio di nuovi servizi e funzionalità in risposta alla domanda dei clienti è molto più facile per le realtà finanziarie che hanno effettuato investimenti in fintech;
- Migliore customer retention: le realtà che utilizzano il fintech in modo intelligente possono offrire ai clienti un'esperienza digitale piacevole e altamente personalizzata, aumentando la fidelizzazione e inevitabilmente la soddisfazione.
In generale in Italia il settore fintech e quello legato all’ambito assicurativo ovvero insurtech sta attraversando una fase di profonda trasformazione e consolidamento, in linea con le tendenze globali. In un contesto macroeconomico caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse per contenere l’inflazione, le startup innovative stanno giocando un ruolo cruciale nell’accelerare l’evoluzione digitale dei servizi finanziari e assicurativi.
Uno sguardo al mercato italiano mostra come fino allo scorso anno l’ecosistema sia composto da 622 startup fintech e insurtech, di cui 109 operative nel settore assicurativo. Tra queste 305 fanno parte della community del Fintech District, fulcro dell’innovazione italiana con il 30% rappresentato da aziende internazionali. La varietà settoriale è dunque ampia con un focus crescente su TechFin (81 aziende), Payments (46) e segmenti emergenti e più specifici come Regtech, WealthTech e Crypto & DeFi.
Tuttavia, il calo dell’81% nei finanziamenti rispetto al 2022 (-174 milioni di euro raccolti) riflette un trend globale di maggiore prudenza da parte dei Venture Capital. Nonostante ciò, startup di successo come Satispay (nel fintech) o Yolo (nell’insurtech) hanno dimostrato che è possibile crescere anche in un contesto economico complesso grazie a modelli di business solidi e partnership strategiche.
Un aspetto cruciale per il successo delle startup è la collaborazione: l’82% delle aziende italiane dichiara di lavorare con almeno un partner strategico, mentre il 33% riceve investimenti diretti dai propri collaboratori. Un esempio concreto di come l’Open Innovation sia una strategia vincente è rappresentato dal nostro Gruppo, che già da anni la sperimenta con gli Open Innovation Center, il lavoro di Sellalab e del team di Open Innovation.
Passiamo agli investimenti. Il 46% delle startup sta cercando supporto dei VC tramite apertura di round nei prossimi mesi. Certamente la ricerca di fondi mostra la piena capacità per le startup di pianificare correttamente il loro futuro, ma allo stesso tempo mostra anche una difficoltà di intercettare nel breve periodo modelli sostenibili. Un paragone con l’estero mostra come mercati statunitensi ed europei – e pur passando attraverso trend simili, abbiano una diversa propensione in quanto a funding. Negli Stati Uniti i round di finanziamento sono spesso più elevati, e la scalabilità delle startup è più rapida grazie a un ecosistema di venture capital più consolidato. Startup come Stripe o Plaid hanno catalizzato miliardi di dollari in investimenti grazie a soluzioni innovative per i pagamenti e l’open banking.
In Europa, Paesi come il Regno Unito e la Germania si distinguono per una maggiore maturità del mercato: Londra, in particolare, continua a essere il centro nevralgico del fintech europeo con startup come Revolut che hanno ridefinito il concetto di banca digitale. L’Italia fatica ancora a internazionalizzarsi: solo il 41% delle startup italiane opera all’estero, contro una media europea superiore al 50%. Anche l’ecosistema fintech guarda alle nuove tendenze, soprattutto all’intelligenza generativa. Il 19% delle fintech italiane sta, infatti, esplorando applicazioni di AI generativa per personalizzare i servizi finanziari, ottimizzare il customer service o migliorare i processi di underwriting.
In conclusione, possiamo affermare che il futuro del fintech e insurtech in Italia dipende dalla capacità di integrare l’innovazione aperta con una visione strategica di lungo termine. Collaborazioni tra startup, grandi aziende e investitori possono accelerare l’adozione di tecnologie rivoluzionarie e favorire una maggiore internazionalizzazione. In un mondo sempre più digitale e interconnesso, l’Italia ha l’opportunità di diventare un hub per soluzioni finanziarie innovative. Tuttavia, ciò richiede uno sforzo congiunto: maggiori investimenti, una regolamentazione favorevole e il supporto di programmi come quelli del Fintech District. Sfruttando queste leve, il Paese può colmare il gap con i mercati più avanzati e trasformare le sfide in opportunità di crescita sostenibile.