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La partita della finanza straordinaria si gioca sul terreno dell'esperienza e della relazione

La partita della finanza straordinaria si gioca sul terreno dell'esperienza e della relazione
Danilo Dragone

Raggiungiamo Danilo Dragone al telefono, mentre si sta dirigendo da un cliente. Si tratta del responsabile finanziario di un'azienda conosciuta durante un evento organizzato qualche mese fa sul territorio e che ha in previsione un'operazione di investimenti da dieci milioni di euro. Però l'obiettivo principale di questo viaggio non è quello di fissare i termini di un contratto o firmare dei documenti. Si tratta quasi di una visita di cortesia: conoscere meglio l'azienda, incontrare il titolare, capire bene quali sono le sue necessità. È questo, infatti, uno degli aspetti fondamentali del lavoro di Danilo: un lavoro dove le doti relazionali sono tanto importanti quanto l'analisi dei dati. Danilo Dragone entra nel gruppo Sella nel 2015 mentre sta terminando il suo percorso di studi in economia, con indirizzo finanza aziendale all'Università di Torino. Inizialmente fa parte del team che si occupa di finanza di impresa in Banca Sella: solo nel 2018 verrà formalizzata la Business Line che si occupa di Corporate & Investment Banking. "All'interno della nostra divisione in questi anni ci sono state delle trasformazioni incredibili. Da un giorno all'altro, ho dovuto calare a terra tutto quello che avevo imparato a livello teorico all'Università in una realtà che stava veramente esplodendo: mi sono trovato un po' su un treno in corsa, e son dovuto salire al volo", ricorda Dragone.

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"Accanto alle hard skill è necessario sviluppare altre competenze, ugualmente importanti e relazionali: non dobbiamo mai dimenticarci che il nostro è un business fatto di persone"

Otto anni di esperienza diventano significativi se vissuti in un contesto di forte crescita come quello vissuto da Danilo. "Di solito, quando si fa riferimento alle nostre attività si usa il termine finanza straordinaria: un concetto generico che però racchiude al suo interno un mondo estremamente variegato", dice Danilo. "Nel mondo del corporate investment banking convivono molti business. C'è l'M&A Advisory che si occupa di dare assistenza a imprenditori e aziende per operazioni di acquisizione, fusione o cessione, inclusa l'assistenza per tematiche di passaggi generazionali. Poi c'è l'attività di Private Debt finalizzata alla strutturazione di emissioni obbligazionarie per supportare la crescita delle imprese. Ci sono i servizi di Leveraged Finance per il supporto ai financial sponsor: sostanzialmente fondi di private equity, nel funding del debito nell'ambito di operazioni di acquisizione. E ancora c'è il Corporate Venture Capital che segue gli investimenti in aziende particolarmente innovative", dice Dragone. Un mondo variegato e straordinario che richiede a chi vi lavora di sviluppare delle qualità professionali e delle competenze tutt'altro che convenzionali.

"In Sella CIB abbiamo sviluppato un progetto chiamato Talent Pool. Per i primi anni diamo l'opportunità ai giovani che cominciano a lavorare con noi di vivere diverse esperienze all'interno del nostro settore"

Di fronte ad una realtà così complessa, quali competenze deve aver una persona come te che si occupa di investment banking?
Le competenze specifiche del nostro settore, come l'analisi dei dati, dei bilanci, degli indicatori economico-finanziari sono fondamentali per poter leggere in maniera corretta la realtà delle aziende a cui offriamo il nostro servizio e quindi valutare le migliori soluzioni per le loro esigenze. Ma a fianco di queste hard skill è necessario sviluppare altre competenze, ugualmente importanti e che sono di tipo relazionale: non dobbiamo dimenticarci che il nostro è un business fatto di persone. La prima è senza dubbio lo spirito di servizio: intervenendo in operazioni straordinarie dobbiamo sempre essere a disposizione dei nostri clienti, essere attenti e il più possibile efficienti per risolvere nel miglior modo le criticità che spesso si presentano. Va ricordato che ci troviamo a lavorare con aziende che operano nei più svariati settori, oppure con fondi di investimento che gestiscono numerosi deal: è necessario sapersi confrontare con loro in maniera efficace, immagazzinare le esperienze e costruire, operazione dopo operazione, la propria professionalità.

Questo può risultare più semplice grazie all'esperienza, ma per chi comincia però non deve essere facile.
Sì, all'inizio è sicuramente più complicato ma c'è comunque un punto di partenza comune a tutti i miei colleghi: la passione per questa professione. Perché se non si è appassionati, si corre il rischio di essere sopraffatti dalla mole di lavoro necessario a realizzare tutte le attività di analisi, di ricerca e di sviluppo di prodotti, attività molto time-consuming. Proprio per prevenire questa evenienza in Sella CIB abbiamo sviluppato un progetto chiamato Talent Pool grazie al quale per i primi anni diamo l'opportunità ai giovani che cominciano a lavorare con noi di vivere diverse esperienze all'interno del nostro settore. L'obiettivo è acquisire conoscenze trasversali, creare i primi contatti, cominciare a orientarsi nel nostro mondo e capire esattamente quale tipo di business è più congeniale alle loro capacità e attitudini. Un'esperienza che ha una forte valenza di orientamento. Il Talent Pool inoltre è un contesto ideale per i ragazzi per socializzare, scambiarsi idee, confrontarsi e fare gruppo.

"Quando un cliente ha una necessità straordinaria, spesso entriamo in gioco noi"

Hai detto che il vostro è un business fatto di persone: come sviluppate il vostro network di relazioni?
Il nostro è un business fatto di relazioni e questo vale a 360 gradi, sia per i clienti ma anche per tutte le realtà con cui collaboriamo. È fondamentale far parte di una realtà come il Gruppo Sella e approfittare delle sinergie che possiamo sviluppare ad esempio con Banca Sella che ha una forte presenza sul territorio o con Banca Patrimoni Sella e C. che gestisce patrimoni di clientela privata ed istituzionale. Quando un cliente ha una necessità straordinaria, spesso entriamo in gioco noi. Altrettanto importante è la nostra presenza negli altri ecosistemi in cui operiamo, come quello dei fondi di investimento, di altri istituti finanziari o advisor presenti sul mercato. A volte, anche solo da una chiacchierata, emergono delle opportunità di collaborazione molto fruttuose.

"Ogni volta che chiudiamo un'operazione e che riusciamo a rispondere ad un cliente per me è una grande soddisfazione. È lì che si vedono i frutti di un lavoro che magari è durato mesi"

Quali sono le principali difficoltà che incontri nel tuo lavoro quotidiano?
Le maggiori difficoltà riguardano proprio il doversi interfacciare con realtà sempre diverse: non ci sono ricette valide per tutti i casi. Essere sempre alla ricerca della migliore soluzione per il cliente da un lato è stimolante ma dall'altro è complesso perché implica molto tempo, molto impegno. Il nostro è un lavoro che richiede molta professionalità che ha un risvolto in termini di credibilità e reputazione molto marcato: la nostra capacità di stare al passo con le aspettative dei clienti e di supportarli in maniera coerente facendo fede al nostro purpose di sostenere imprenditori e financial sponsor nel raggiungimento dei loro obiettivi strategici di crescita e di trasformazione, alimenta la nostra immagine sul mercato.

E invece le tue soddisfazioni maggiori?
Ogni volta che chiudiamo un'operazione e che riusciamo a rispondere ad un cliente è per me una grande soddisfazione. È lì che si vedono i frutti di un lavoro che magari è durato mesi e che ha richiesto molto impegno: vedere la soddisfazione di un cliente che sa di aver portato a termine positivamente un percorso che magari era delicato, che presentava dei rischi, ecco per me è molto gratificante. 

Quali sono secondo te i driver di sviluppo del corporate investment banking per i prossimi anni?
Sicuramente ci sarà un forte sviluppo sul fronte della sostenibilità, quindi il supporto ad aziende, imprenditori o anche a financial sponsor per la realizzazione di investimenti in iniziative caratterizzate da precisi obiettivi ESG, ossia di sostenibilità ambientale, ma anche sociale o di governance interna. Il nostro mercato potrà solo crescere perché, in maniera particolare nel mondo del private debt, non si potrà prescindere da un sempre maggior ricorso al mercato finanziario per raccogliere capitali. Questa prospettiva è entusiasmante per noi e rappresenta una sfida significativa, alla quale non possiamo che prepararci rafforzando le nostre competenze e facendo tesoro della nostra esperienza.