Dalla Puglia al mondo intero, l'amore per la propria terra diventa community
Gabriele Litti nasce nel 1992 in un paesino tra le provincie di Brindisi e Lecce e grazie ai suoi genitori, piccoli imprenditori del settore beauty, sin da piccolo respira l'aria dell'impresa. Durante gli ultimi anni delle scuole superiori, scopre il mondo delle startup, e ne resta così affascinato da decidere di aprire un blog amatoriale che utilizza come "scusa" per prendere contatti con startupper italiani e cominciare a intessere la sua rete che alimenterà nel corso degli anni.
Dopo la laurea in economia, ottenuta mentre fa pratica nell'attività di famiglia, Gabriele si trasferisce a Milano per frequentare un master in digital communication e, grazie al dinamismo dell'ambiente milanese, fra una conferenza e un aperitivo, rafforza la sua passione per l'ecosistema startup.
È in questo periodo che Gabriele sente che i tempi sono maturi per lanciarsi nel suo primo esperimento e, un po' per mettersi alla prova e un po' per la voglia di raccontare la sua terra lontana, avvia un progetto dal nome "livepuglia". È il 2017.
Gabriele, cos'era livepuglia?
Si trattava di una pagina Instagram nella quale raccontavo le bellezze di Puglia collaborando con i travel blogger della regione. In sostanza io raccoglievo le immagini dei creator partner e attorno ad esse costruivo una storia, che poi pubblicavo. Una iniziativa che di anno in anno è cresciuta, fino a superare i 100 mila utenti. Un gioco che alla fine, senza volerlo, aveva portato alla creazione di una vera e propria community di "puglia lovers". È stato un periodo molto formativo: non avevamo molta esperienza ma abbiamo imparato tantissimo sia dal lato professionale che da quello umano.
Un'esperienza propedeutica per il tuo nuovo progetto: è così?
Esatto. Visto che fermo non riesco a stare e che la community che negli anni avevo costruito continuava a crescere, ho deciso di alzare l'asticella. Sono riuscito a coinvolgere altre persone con le quali avevo già collaborato in passato e a formare un team per produrre contenuti originali. Così LivePuglia è diventata "JoinPuglia - la casa di chi ama la Puglia", un progetto attraverso il quale cerco di raccontare "il pugliese e chi ama la Puglia" attraverso brevi video-interviste alle persone che vivono o viaggiano nella mia Regione: https://instagram.com/joinpuglia_?igshid=YmMyMTA2M2Y=
Come funziona esattamente JoinPuglia?
Il meccanismo di base è molto semplice: una volta individuate alcune domande che riteniamo di valore, scegliamo un'area della regione e, passeggiando tra i vicoli e le strade, fermiamo i passanti e poniamo loro quelle domande. In questo cerchiamo di far emergere in modo spontaneo quella che chiamiamo "pugliesità". Questi video hanno dato risultati molto interessanti nel tempo, alcuni hanno addirittura superato il milione di visualizzazioni. Ovviamente l'obiettivo finale resta quello di valorizzare il territorio, parlando delle sue identità, delle sue tradizioni e delle sue persone, così da diffondere la pugliesità in Italia e non solo.
Quali sono state le principali difficoltà e soddisfazioni del cammino che hai percorso fino ad adesso?
Produrre contenuti originali, costruire partnership, trovare sponsor che vogliono sostenerci è sicuramente la parte più complicata. La soddisfazione è una diretta conseguenza dello sforzo necessario a gestire la community: il fatto di aver costruito un bel gruppo di persone, di avere dei partner che supportano il progetto e di aver trovato alcune aziende che hanno voluto collaborare con noi.
Tu come ti descriveresti?
Direi uno startup lover: adoro lo spirito di impresa e di avventura che contraddistingue le persone che abitano il mondo delle startup, spirito in cui mi riconosco e che amo condividere con altre persone, abbastanza "fuori dagli schemi" da buttarsi in progetti e attività sempre nuove e spesso difficili. Uno spirito che respiro ogni giorno al Sellalab di Lecce: un ambiente proattivo ed appassionato, fatto di persone da cui c'è sempre da imparare, cominciando dai colleghi arrivando ai co-worker, fino alle tante startup che incontriamo ogni giorno nei programmi di incubazione e accelerazione.
Dal tuo osservatorio privilegiato, che idea ti sei fatto del turismo dei nostri giorni?
Credo che dovremmo imparare a gestire il turismo in modo più sostenibile e rispettoso. Il turismo di massa può diventare molto aggressivo, minando inevitabilmente gli equilibri di un territorio: basti pensare a come piccoli centri durante la stagione estiva si trovino "invasi" da centinaia di migliaia di persone, con un flusso di veicoli eccessivo. E questo poi tende a tradursi in un'attività privata altamente speculativa, che determina il proliferare di strutture ricettive studiate troppo spesso al solo scopo di attrarre il turista, tralasciando completamente le caratteristiche che determinano l'identità del luogo. Si deve investire sul turismo, ma è più corretto, etico ed utile, farlo con attenzione, rispetto e progettualità, così da costruire realtà longeve e non unicamente pensate per il turista da fine maggio a inizio ottobre.
Su questo tema sei riuscito a coinvolgere anche il nostro Gruppo, è così?
Sì, con Sellalab e dPixel proprio in queste settimane stiamo lavorando per portare in Puglia un evento dedicato alle innovazioni nell'ambito turistico, per puntare a costruire un ecosistema più sano ed etico. Sarà un evento molto importante, perché coinvolgerà sia figure pubbliche che importanti aziende del territorio. Un'occasione in cui potremo immaginare un turismo migliore: il turismo del futuro!