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La moneta programmabile come chiave innovativa per soddisfare le esigenze del cliente

Personalizzazione, customizzazione e assenza di frizioni operative sono i nuovi paradigmi della competitività nei servizi finanziari. Così cresce l’offerta dalla tokenizzazione. In campo tanti attori e anche il gruppo Sella. La nuova riflessione nel format Insights - Il punto di Pierangelo Soldavini
La moneta programmabile come chiave innovativa per soddisfare le esigenze del cliente
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Pierangelo Soldavini
Pierangelo Soldavini

Questa è la nuova puntata della rubrica mensile Insights - Il punto di Pierangelo Soldavini, un'analisi a firma del noto giornalista italiano esperto di economia e innovazione. Qui puoi leggere le precedenti puntate.

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Immaginiamo un pagamento accreditato sul conto del venditore solo nel momento della consegna all’acquirente oppure frazionato a seconda dei vari passaggi del trasporto, al momento del prelievo, al transito in dogana e alla consegna finale. Oppure ancora un sussidio pubblico per la formazione attribuito solo nel momento in cui il corso viene effettivamente portato a termine. Sono solo alcune delle applicazioni più immediate dell’innovazione della moneta programmabile, abilitata dalle stablecoin (anche una puntata del nostro format Next è stata dedicata alla sua spiegazione concettuale, ndr). Poco più di un anno fa è stata Siemens a sperimentare un pagamento crossborder che sfruttasse questi strumenti utilizzando smart contract per gestire su blockchain i vari passaggi della transazione. Lo ha fatto grazie a Onyx, poi ribattezzata Kinexys, la divisione di Jp Morgan indicata come l’infrastruttura finanziaria di prossima generazione. Si basa sulla stablecoin proprietaria Jpm Coin che il gruppo bancario americano ha introdotto da tempo per rendere più efficienti i trasferimenti interni di denaro. In seguito anche altre aziende hanno cavalcato questa nuova modalità per la propria operatività.

Più recentemente anche PayPal ha debuttato nell’utilizzo di stablecoin per pagamenti business, utilizzando la sua PayPal Usd per il pagamento di una fattura nei confronti di Ernst & Young, utilizzando la piattaforma per digital asset messa a punto da Sap. Anche un player innovativo come Revolut starebbe scendendo in campo con una sua stablecoin per sfruttare le opportunità che le transazioni su blockchain possono aprire. Non è un caso che i grandi operatori internazionali si aprano a queste innovazioni dimostrando la loro determinazione nel perseguire l’efficienza offerta dalla tokenizzazione in chiave business. Per il momento si tratta solamente di criptovalute connesse al dollaro, proprio per la nature dei player in campo. Ma in Italia c’è anche chi sta lavorando da tempo a ipotesi di stablecoin legate alla parità con l’euro, proprio per andare incontro alla clientela che lavora in quest’area. Tra queste il gruppo Sella ha progetti avanzati in quest’area dal momento che il gruppo punta a essere all’avanguardia dell’innovazione in tutti i campi, ma soprattutto quando si parla di pagamenti. In questo senso la blockchain rappresenta una frontiera di cui si parla da tempo, ma che ora sta davvero arrivando a maturazione.

Proprio la programmabilità è una delle grandi opportunità di trasformazione del mondo transazionale: già di per sé i token abilitati per la gestione su blockchain promettono velocità, trasparenza, riduzione dei costi, operatività 24 ore al giorno, sette giorni su sette: in poche parole una maggior efficienza a 360 gradi. La possibilità di ricorrere agli smart contract aggiunge anche l’opportunità di aggiungere “intelligenza” alla transazione per gestire in totale autonomia le varie fasi transazionali, con lo split dei pagamenti in tranche, condizionate a determinati passaggi: lo smart contract è un contratto che funziona sulla base dello schema “if this then that”, se si verifica una condizione ne deriva una conseguenza predeterminata, sulla base delle esigenze della singola azienda. La programmabilità si estende anche al settlement della transazione, che avviene in maniera automatica, ma può essere allo stesso modo sottoposta a condizioni specifiche, così come pure alla compliance regolamentare.

La moneta programmabile ha così l’effetto di migliorare l’efficienza per l’azienda, non solo sul fronte della velocità e della riduzione dei costi, ma anche con integrazione delle transazioni all’interno della contabilità e della tesoreria, riducendo di molto il controllo manuale e il rischio di errori con effetti gravi sulla liquidità. L’azzeramento di qualsiasi intermediazione semplifica l’intero processo con l’effetto di ridurre considerevolmente il rischio di controparte: anzi la sicurezza della tracciabilità dei passaggi contribuisce a rafforzare la fiducia tra le parti all’interno di una supply chain e a ridurre il rischio di conflitti. Al di là di questi indubbi benefici questa tecnologia può supportare la creazione di strumenti finanziari innovativi e di applicazioni decentralizzate che possono concretizzarsi in nuovi modelli di business. C’è chi si è spinto a considerarla alla stregua dell’”AirBnb dei servizi finanziari” dal momento che abilita connessioni dirette tra fornitori e clienti, senza che siano frapposte barriere. Esattamente come Airbnb, può quindi liberare innovazione e risorse rimaste inutilizzate a lungo, soprattutto a livello di offerta da parte dei provider finanziari. Anche perché, rispetto alla rigidità delle monete tradizionali e dei processi ormai consolidati, la moneta programmabile rappresenta uno strumento ideale per la “customizzazione” per mettere a punto strumenti finanziari e strategie di investimento tagliate su misura delle esigenze dei clienti. Per i fornitori di servizi finanziari è quindi un’opportunità per uscire dagli schemi consolidati e sicuri della tradizione per dare spazio alla creatività e all’innovazione che è oggi richiesta dai fruitori.

La personalizzazione e la customizzazione, integrati alla semplicità e all’assenza di frizioni operative, sono i nuovi paradigmi della competitività nei servizi finanziari, come in tutti gli altri settori. L’intelligenza artificiale fornisce strumenti sempre più sofisticati ed efficienti in questa prospettiva. La moneta programmabile si inserisce nella stessa logica scardinando processi standardizzati che ormai hanno fatto il loro tempo, con il merito di consolidare quella fiducia da parte dei clienti che è uno dei patrimoni su cui basa il settore finanziario. Non è un caso che la blockchain sia stata indicata a suo tempo come la “trust machine”, la macchina della fiducia. Si tratta adesso di scioglierne la complessità perché possa dispiegare i suoi effetti.

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