La consulenza e le sue declinazioni vincenti, da Torino cinque storie imperdibili
Si fa presto a dire consulenza. Ma questa parola, diventata un mantra per tutti noi del gruppo Sella, si declina in mille risposte differenti e integrate tra loro. Ma allora cosa significa oggi offrire servizi consulenziali ai clienti interni ed esterni dell’organizzazione? In che modo le competenze delle persone si uniscono in modo vincente alla forza delle tecnologie, non solo quelle legate all’adozione di pattern di intelligenza artificiale?
La nuova puntata del “Made in Sella – Noi lavoriamo così” è uno speciale viaggio alla scoperta di cinque profili professionali che lavorano nel gruppo Sella attorno al concetto di consulenza. E che gravitano attorno al nuovo Open Innovation Center di Torino diventato intreccio di multidisciplinarità per soluzioni innovative e collaborative. A proposito, se non l’hai ancora fatto leggi il longform multimediale qui su Sella Insights. Un racconto di questo spazio tra parole, numeri, immagini, infografiche. Consulenza, abbiamo scritto. Ebbene, proprio così le competenze offerte da servizi di consulenza personalizzati e accelerati dalle tecnologie partono anche da un luogo che si declina al plurale perché diventa un hub aperto. Tappa a Torino per conoscere Patrizia Contartese, Enrico Giorello, Alessandro Massena, Alice Campigotto e Alberto Mussinatto. La loro ricetta vincente che lega persone e tecnologie e il nuovo ruolo della consulenza è tutto da leggere. E – perdonateci, ma vi facciamo spoiler – passa sempre dall’ascolto. Dei clienti, dei mercati, del mondo. Qui sotto le loro risposte e invece qui trovate l’anteprima del loro intervento nel nostro talk #CosaCambia. Buon viaggio!
Patrizia Cortartese: «Si va verso soluzioni personalizzate grazie anche all’analisi in tempo reale dei dati»
«Oggi la consulenza si esplicita analizzando le esigenze finanziarie delle aziende e proponendo soluzioni personalizzate per ottimizzare la finanza ordinaria e strutturata, oltre alla gestione della liquidità. La mia ambizione è assistere anche gli imprenditori nelle operazioni straordinarie come fusioni, acquisizioni e passaggi generazionali. Posso fare tutto questo solo collaborando strettamente con le altre business unit per offrire una consulenza integrata e completa». C’è una parola chiave per Patrizia Contartese, 50 anni e al lavoro in Banca Sella dal 1999. Ed è personalizzazione. Ogni cliente ha le sue necessità che vanno ascoltate per fornire risposte su misura. Dopo la laurea in economia Patrizia ha iniziato a lavorare come cassiera e ha seguito un percorso manageriale fino a diventare direttore. Da dieci anni è corporate banker. «La mia passione per l’imprenditoria mi ha sempre guidato. Nel mio ruolo la gestione del rischio è cruciale. La tecnologia ci fornisce strumenti sempre più avanzati per analizzare i dati interni ed esterni in tempi molto più rapidi e questo ci consente di liberare tempo per la consulenza al cliente».
Patrizia, la soddisfazione più grande nel tuo lavoro?
Non ho dubbi: quando un cliente sceglie noi rispetto alla concorrenza e riusciamo a concludere una bella operazione insieme. È gratificante vedere che il cliente riconosce il nostro supporto come un elemento chiave per il suo successo. Sapere che il nostro impegno contribuisce alla crescita e alla prosperità delle aziende è una motivazione continua. Ogni volta che un cliente si affida a noi, sento che stiamo facendo la differenza.
Una cosa che facevi prima e che poi – grazie anche alle nuove tecnologie – non fai più?
L’innovazione che negli ultimi anni ha contribuito ad efficientare in maniera straordinaria il nostro lavoro è stata l’introduzione della firma digitale. Questo strumento ha ridotto significativamente l’uso della carta e il carico di lavoro, soprattutto in termini di tempo, permettendoci di concentrarci maggiormente su attività strategiche e di consulenza.
Come sono cambiati i bisogni dei clienti?
I miei sono imprese ed imprenditori che cercano un supporto completo per le loro attività aziendali e personali. In un contesto frenetico e in continua evoluzione, desiderano una figura di fiducia su cui poter contare per risposte rapide ed efficaci. La loro priorità è avere soluzioni tempestive e personalizzate che si adattino alle loro esigenze in costante cambiamento.
Cosa rappresenta l’Open Innovation Center di Torino?
È il colibrì dell’innovazione per il territorio! Integrando competenze di consulenza avanzata, sviluppa soluzioni con impatto positivo sociale, economico e ambientale. Supporta startup e imprese, promuove la collaborazione tra università e centri di ricerca, e offre spazi di coworking per progetti innovativi e sostenibili. Questo impegno dimostra l’attenzione della banca per la città di Torino, creando un ecosistema dinamico e sostenibile che valorizza la comunità.
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Enrico Giorello: «La consulenza è centrale e passa dalla relazione. Con l’ascolto creiamo valore»
«La consulenza? È la nostra quotidiana compagna di viaggio. La giornata del private banker è dedicata interamente al contatto con il cliente con l’obiettivo di farsi carico delle sue esigenze e trovare le migliori soluzioni per soddisfare i suoi bisogni. Il progetto Wealth and Business Advisory rappresenta l’evoluzione del ruolo del private banker e prevede una crescente e continuativa collaborazione con la filiera dei corporate banker orientata a fornire una consulenza completa all’imprenditore nella sua figura di creatore di valore. E tutto ruota proprio intorno alla parola advisory, cioè consulente». Così racconta Enrico Giorello, cinquantaquattrenne dal 1995 in Banca Sella e dal 2008 nel mondo del private banking, dopo aver rivestito vari ruoli di responsabilità nella rete commerciale. Una relazione costante e continuativa con i clienti, quella di Enrico. Con le loro necessità da soddisfare quasi in tempo reale e talvolta provando addirittura ad anticiparle. Attualmente è capo-area private banking dell’area Torino e dell’area astigiano, cuneese e Val Susa. «Oggi vengono richieste risposte in tempi molto più veloci e in questo le tecnologie sono fondamentali perché consentono un enorme risparmio di tempo nello svolgimento di molti compiti. Ciò che non è cambiato è la necessità di costruire una relazione tanto con il collega quanto con il cliente», dice Enrico Giorello.
Enrico, quali tecnologie utilizzi nel tuo lavoro?
Quelle che si sono succedute nel corso del tempo sono state necessariamente utilizzate per non diventare lavorativamente obsoleti. Da sorpresa e possibile ostacolo sono progressivamente diventate strumenti necessari dell’attività quotidiana.
E l’intelligenza artificiale?
Ecco, lo stesso percorso sta avvenendo per l’AI, che nel giro di brevissimo tempo si rivelerà irrinunciabile.
La soddisfazione più grande nel tuo lavoro?
La crescita professionale dei colleghi, il loro orientamento al risultato e il loro senso di appartenenza al team e alla banca
Una cosa che facevi prima e che poi – grazie anche alle nuove tecnologie – non fai più?
L’elenco delle cose che non si fanno più grazie all’adozione delle nuove tecnologie è lunghissimo! Se devo indicarne una, direi la formazione su carta.
Cosa rappresenta l’Open Innovation Center di Torino?
Una straordinaria opportunità di essere parte di un ecosistema finanziario a servizio dei clienti attuali e futuri.
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Alessandro Massena: «Le esigenze dei clienti si sono evolute, bisogna stare al passo coi tempi che cambiano»
«Ho l’onore di guidare un team di circa duecento persone e per tutti noi la consulenza si esprime in modo completo sia in ambito privati che aziende. Oltre ai temi di gestione della liquidità e degli affidamenti la nostra attività è volta a gestire le esigenze del cliente per tradurre la sua strategia maggiormente sostenibile e naturalmente efficace». Così afferma Alessandro Massena, quarant’anni entrato in Sella due anni fa come Vice-Responsabile di Territorio e ora Responsabile dell’Area Territoriale di Torino. «Indirettamente la nostra azienda utilizza sistemi di AI ormai da diversi anni per facilitare le nostre attività e provare a dare delle priorità quotidiane. Ognuno di noi invece, anche grazie all’esempio del nostro CEO, si ritaglia lo spazio per conoscere e utilizzare strumenti come Copylot e ChatGPT per essere più smart ed efficiente».
Alessandro, la soddisfazione più grande nel tuo lavoro?
Risposta diretta. Far crescere il territorio grazie ad una crescita costante delle nostre competenze.
Una cosa che facevi prima e che ora – grazie anche alle nuove tecnologie – non fai più?
Copylot in questo è l’esempio lampante di come alcune ricerche di informazioni pubbliche esterne, oggi sono più veloci.
Come sono cambiati i bisogni dei clienti?
Si sono evolute negli anni grazie ad una specializzazione delle competenze sempre più profonde volte a rendere maggiormente sostenibile il business così come gli investimenti. Naturalmente prodotti e servizi vanno di pari passo con i clienti che richiedono proposte taylor made demandando grande fiducia che noi dobbiamo conquistarci giorno dopo giorno.
Un oggetto non solo tech irrinunciabile per il tuo lavoro?
Da millenial quale sono, rispondo non tanto un oggetto quanto un programma: Excel! Fondamentale ancora oggi per ricordare una molteplicità di informazioni e darmi le priorità.
Cosa rappresenta l’Open Innovation Center di Torino?
Uno spazio per attrarre persone e professionalità volte a confrontarsi, parlarsi per mettere a fattor comune idee e competenze con l’obiettivo di far crescere il territorio.
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Alice Campigotto: «Consulenza? Pensare a soluzioni tech che tengano insieme AI e strumenti tradizionali»
«Sviluppiamo soluzioni di intelligenza artificiale per supportare le decisioni di business e risk management, migliorare i processi e l’esperienza dell’utente. Presidiamo tutto il ciclo di vita: dall’analisi dei dati alla messa in produzione dei risultati. Per noi consulenza significa supporto per trasformare le richieste di business in soluzioni tecnologiche che combinano AI e strumenti tradizionali. Facciamo consulenza anche attraverso la formazione e l’ideazione di applicazioni». Così racconta Alice Campigotto, trentenne data scientist nel Competence Center AI del gruppo Sella, in azienda da quattro anni. Il mondo nuovo basato sulle proposte dell’AI passa da questa nuova generazione di professionisti che elaborano soluzioni evolute. «Che si tratti di dati tabellari, numerici, testuali o immagini è da questi che gli algoritmi di AI imparano ed è fondamentale conoscerli e saperli maneggiare. Non a caso il mio lavoro è quello di data scientist, ossia scienziata dei dati. Nel mio caso non solo utilizzo l’AI, ma la sviluppo. Qui ci occupiamo di scrivere il codice per analizzare i dati e addestrate il modello di machine learning che impara da essi. Ci occupiamo anche di integrare soluzioni di terzi attraverso architetture studiate e dedicate».
Alice, la soddisfazione più grande nel tuo lavoro?
Fare formazione sull’AI: raccontare che c’è l’intelligenza artificiale, quali sono le intuizioni dietro al funzionamento dei principali algoritmi, allontanando l’idea che sia qualcosa di magico e infallibile e descrivendo invece come ci possa essere di supporto.
Una cosa che facevi prima e che ora – grazie anche alle nuove tecnologie – non fai più?
L’AI è un mondo in evoluzione che ha visto un’enorme accelerazione negli ultimi mesi e anni. Sono quindi cambiati anche per noi del mestiere gli strumenti che abbiamo a disposizione per lavorare sui dati e rimanere al passo con le novità più recenti è fondamentale.
Come sono cambiati i bisogni dei clienti?
Abbiamo visto aumentare le richieste di applicazioni di AI generativa per creare assistenti virtuali e di supporto per ricerca e creazione di contenuto. A questo si affiancano le richieste di automatizzazione dei processi, dallo smistamento mail a strumenti che possono aiutare ad orientare le analisi e le priorità dei controlli.
Cosa rappresenta l’Open Innovation Center di Torino?
La possibilità di lavorare e creare connessioni nella città in cui vivo.
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Alberto Mussinatto: «Consulenza è anche co-creazione. Il nostro approccio col cliente non è solo informativo, ma trasformativo»
«Nel mio lavoro la consulenza è un elemento centrale. È fondamentale mettere il cliente al centro delle nostre strategie. Trovo stimolante non solo comprendere le sue esigenze, ma anche educarlo sulle nuove soluzioni di mercato. Questo approccio non è solo informativo, ma anche trasformativo: aiuta i clienti a vedere come le innovazioni possono risolvere problemi esistenti e creare nuove opportunità. La consulenza si esplicita attraverso un dialogo aperto e collaborativo, dove ascoltiamo attivamente le necessità del cliente e proponiamo soluzioni personalizzate. Questo processo di co-creazione non solo rafforza la relazione con il cliente, ma stimola anche un ambiente di innovazione continua, dove le idee possono prosperare e trasformarsi in progetti concreti». Così afferma Alberto Mussinatto, in tasca una laurea in Ingegneria Energetica e Nucleare conseguita al Politecnico di Torino e un MBA dal Collège des Ingénieurs di Parigi, oggi Chief Product and Strategy Officer in Fabrick. Inizia la carriera in una boutique di consulenza dove sviluppa competenze strategiche fondamentali. Successivamente lavora nell’industria automobilistica e nel 2018 entra in Fabrick, dove assume le responsabilità strategiche e di sviluppo business. Dal 2023 guida la trasformazione dell’azienda in un business internazionale, espandendo l’offerta di prodotti e integrando nuove acquisizioni. «In Fabrick le tecnologie evolute sono un pilastro fondamentale della nostra strategia operativa. Utilizzo strumenti di intelligenza artificiale per analizzare grandi volumi di dati, ottimizzare i processi e migliorare la produttività».
Alberto, come è cambiata la tecnologia?
Negli ultimi anni ho assistito a un’evoluzione significativa. Un aspetto chiave per noi è l’adozione del modello di embedded finance, che ha rivoluzionato il nostro approccio nel lavorare con i clienti corporate. Ci permette di integrare le soluzioni finanziarie disponibili sulla nostra piattaforma direttamente nei processi quotidiani dei nostri clienti B2B. Non solo rendiamo le nostre soluzioni più accessibili, ma creiamo anche un’esperienza cliente arricchita, che va oltre la semplice somma delle soluzioni.
Quanto conta l’AI?
Oggi non solo mi consente di realizzare presentazioni più incisive, ma anche di evidenziare gli aspetti cruciali dei nostri progetti, rendendo le informazioni più accessibili e comprensibili per i nostri clienti.
Una cosa che facevi prima e che ora – grazie anche alle nuove tecnologie – non fai più?
La preparazione di report e analisi di dati, che richiedevano ore di lavoro, ora può essere eseguita in pochi minuti. Questo non solo ha aumentato la nostra efficienza, ma ci ha anche permesso di concentrarci su attività più strategiche e creative, come lo sviluppo di nuove soluzioni per i clienti. La tecnologia ha quindi trasformato il nostro modo di lavorare, liberando tempo prezioso per l’innovazione e la crescita.
La soddisfazione più grande nel tuo lavoro?
È legata alla crescita delle persone con cui lavoro. Credo fermamente che il successo di un team si basi sulla capacità di collaborare e di apprendere gli uni dagli altri. Essere un attivatore di innovazione significa anche essere un mentore, aiutando i colleghi a sviluppare le loro competenze e a raggiungere i loro obiettivi professionali
Come sono cambiati i bisogni dei clienti?
Sono in continua evoluzione e oggi vedo una crescente attenzione ai costi e all’efficienza. Vogliono comprendere come i servizi che offriamo possano giustificare i costi sostenuti. La consulenza deve quindi essere in grado di dimostrare il valore reale delle soluzioni proposte, evidenziando come queste possano portare a risparmi e miglioramenti operativi.
Cosa rappresenta l’Open Innovation Center di Torino?
Un emblema di innovazione e collaborazione per il gruppo Sella. È un progetto che incarna i valori di sostenibilità e apertura, recuperando uno spazio storico e trasformandolo in un hub per la co-creazione. Questo centro non è solo un luogo fisico, ma un ambiente stimolante dove le persone possono collaborare per sviluppare soluzioni innovative.