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Giovani e finanza sostenibile: la fiducia passa dalla trasparenza

Per il format “Finanza a Impatto” l'intervista a Francesco Bicciato, Direttore Generale Forum per la Finanza Sostenibile
Giovani e finanza sostenibile: la fiducia passa dalla trasparenza
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La sostenibilità, per molti giovani, non è più uno slogan ma un criterio concreto che orienta scelte di consumo, mobilità e stili di vita. Quando però si parla di risparmio e investimenti, questo orientamento si indebolisce: la curiosità c’è, la fiducia un po’ meno, e il rischio di greenwashing pesa sulle decisioni. È quello che emerge dai risultati della recente ricerca “A prova di futuro: giovani, sostenibilità e investimenti. Tendenze e prospettive”, pubblicata dal Forum per la Finanza Sostenibile in occasione delle settimane SRI. 

Ce ne parla in un’intervista esclusiva il Direttore Generale Francesco Bicciato. 


Dott. Bicciato, come si avvicinano oggi i giovani alla sostenibilità nelle loro scelte quotidiane, tra valori, comportamenti e stili di vita?
Come emerge dalla nostra ricerca, oggi la sostenibilità fa parte della quotidianità di molti giovani: non è più un concetto astratto, ma un modo di vivere. Sempre più ragazze e ragazzi la considerano un punto di riferimento nelle loro scelte di consumo e nello stile di vita, cercando di ridurre gli sprechi, muoversi in modo più responsabile e acquistare in maniera consapevole. La finanza, invece, resta ancora un terreno meno esplorato. I giovani riconoscono che può essere uno strumento utile per affrontare le sfide ambientali e sociali, ma prevale un atteggiamento prudente. C’è il desiderio di trasparenza, di regole chiare e di coerenza tra parole e fatti. Non manca, purtroppo, una certa diffidenza verso operazioni percepite come di facciata, che alimentano il timore del cosiddetto greenwashing. In sintesi, c’è una forte sensibilità, ma anche la richiesta di serietà e credibilità da parte del sistema.

 

La ricerca evidenzia che la maggior parte dei giovani conosce il tema della finanza sostenibile, ma solo una minoranza lo traduce in comportamenti di investimento. Cosa dicono i dati sulla conoscenza e l’utilizzo di prodotti SRI da parte dei giovani? 
In effetti, la maggior parte dei giovani ha sentito parlare di finanza sostenibile, ma solo una parte ha già scelto di investirvi concretamente. Chi lo ha fatto, però, si dichiara soddisfatto e disposto a proseguire, segno che l’esperienza è stata positiva. Si tratta spesso di persone che hanno scelto strumenti legati a risultati tangibili, come fondi ambientali, titoli di Stato green o polizze vita con criteri ESG. Il potenziale di crescita è enorme, ma ci sono ancora ostacoli. Molti giovani non si sentono sufficientemente informati: lamentano la mancanza di comunicazione da parte degli operatori finanziari e la difficoltà di reperire informazioni chiare e affidabili. Pesano anche i dubbi sulla reale sostenibilità dei prodotti, che talvolta vengono percepiti come operazioni di marketing più che come investimenti a impatto. D’altra parte, tra chi non ha ancora investito, c’è curiosità e interesse: molti si dichiarano pronti a farlo, a patto di trovare strumenti comprensibili, trasparenti e coerenti con i propri valori.

 


Cosa ci vuole, secondo lei, per migliorare questi dati in futuro e favorire una partecipazione più attiva dei giovani alla finanza sostenibile?
Se questi risultati mostrano che i giovani sono pronti a scegliere la finanza sostenibile, allora sta a noi, come industria, raccogliere questa sfida. È fondamentale partire da qui: migliorare la comunicazione sulle opportunità che la finanza sostenibile offre e investire di più nell’educazione finanziaria, che resta un punto debole nel nostro Paese. Come Forum per la Finanza Sostenibile lavoriamo da tempo in questa direzione, anche attraverso iniziative divulgative e video educativi pensati per un pubblico giovane, disponibili sul nostro canale YouTube. L’obiettivo è spiegare, con un linguaggio semplice e diretto, che le scelte finanziarie individuali non sono neutre: ogni investimento può contribuire, nel suo piccolo, a costruire un futuro più sostenibile. È un messaggio di responsabilità ma anche di empowerment, che può motivare molte ragazze e molti ragazzi a fare la propria parte.

Un aspetto interessante riguarda le modalità con cui i giovani si informano su finanza e sostenibilità: i social media sono ormai la fonte principale, mentre scuola e università restano marginali. Quali indicazioni offrono i dati su questo fronte?
Il dato positivo è che quasi tutti i giovani interrogati dichiarano di informarsi su temi finanziari. Non stupisce che le fonti principali siano i canali digitali: è lì che cercano notizie e approfondimenti, spesso seguendo profili o creator che considerano autorevoli. Questo dato ci dice molto: da un lato, dimostra quanto siano aperti e curiosi; dall’altro, mette in luce la fragilità delle fonti e il rischio di informazioni poco affidabili.
Scuola e università, purtroppo, hanno ancora un ruolo marginale su questi temi, e questo andrebbe colmato. L’educazione finanziaria dovrebbe entrare in modo più strutturato nei percorsi di formazione, perché capire come funzionano le scelte economiche e gli investimenti è fondamentale per diventare cittadini consapevoli. Altrettanto importante, per quanto riguarda le prospettive di un futuro più lontano, legato al periodo della pensione, è l’educazione previdenziale. Allo stesso tempo, la comunicazione digitale deve evolvere, puntando su competenza e trasparenza.

 

In che modo le banche e gli asset manager possono aiutare i giovani a trasformare la loro attenzione per la sostenibilità in scelte d’investimento concrete?
Gli operatori finanziari hanno una grande responsabilità: devono creare prodotti che rispecchino i valori e le aspettative delle nuove generazioni, e comunicarli in modo chiaro. La trasparenza è la chiave: spiegare come vengono impiegati i capitali, quali risultati ambientali o sociali si intendono raggiungere e come questi vengono misurati. Solo così si costruisce fiducia. Un’altra azione importante da mettere in campo è migliorare le condizioni di accesso al credito per ragazze e ragazzi, collegandole al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. I giovani cercano coerenza, non slogan. Vogliono sapere che il loro denaro serve davvero a qualcosa di positivo ed essere valorizzati nel loro impegno nell’ambito della sostenibilità. Se il sistema finanziario saprà rispondere a questo bisogno con chiarezza e autenticità, potrà non solo attrarre nuovi investitori, ma anche contribuire concretamente al cambiamento che le nuove generazioni chiedono.


Leggi i risultati della ricerca: https://finanzasostenibile.it/attivita/a-prova-di-futuro-giovani-sostenibilita-e-investimenti/
 

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