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Appunti d'Archivio | Quel gusto irresistibile di toccare la storia con mano

Oltre gli schermi degli smartphone, possono nascere nuovi punti di contatto. Nell'ex fabbrica del Maioleo a Biella-Chiavazza, oggi sede del polo logistico Sella, c'è uno spazio per gli strumenti utilizzati nelle industrie tessili tra fine '800 e oltre metà del '900. Dietro quelle travi, quei tetti a sega in vetro e quei secolari muri in mattoni si cela la storia. Una memoria del passato che diventa bussola per orientare il futuro.
Appunti d'Archivio | Quel gusto irresistibile di toccare la storia con mano
Un "touchpoint" al Maglioleo

Il Touch Point: un'idea semplice, antica e modernissima al tempo 
Cosa si intende precisamente con touch point? Proprio quello che dice la parola: un punto di contatto, un canale privilegiato di avvicinamento - nel nostro caso - a una storia aziendale, la storia di un'antica struttura produttiva, che attraverso degli oggetti originali racconta un vissuto di produttività, di sostenibilità, di imprese che legano e danno un senso al rapporto col territorio. E queste storie ha senso raccontarle lì, dove son nate, non altrove. Perché proprio lì, solo voltandosi, appare l'antico acquedotto in pietra costruito per portar l'acqua dal fiume alla fabbrica creando la cascata che forniva energia. Non c'è nulla come "toccare con mano", saggiare il peso, guardare da vicino, per cogliere il reale vissuto di un qualcosa, il suo significato.  Proprio questo principio è lo spirito del Touch Point, aiutare a capire meglio e più a fondo.    
Ma cosa trovi nel Touch Point del Maioleo? Antichi oggetti, in buona parte utilizzati in un'altra fabbrica, il Lanificio Maurizio Sella (proprio l'azienda della famiglia Sella, quella che divenne - assieme a sette fratelli e cugini Sella - uno dei soci fondatori di Banca Sella). Altri invece vennero usati proprio lì, al Maioleo, dove restaurati a dovere ci mostrano appieno la loro funzione raccontandocela.    

La Cassa

È una semplice cassa di legno, che detto così sembra quasi offensivo.  Ma una volta i container e la plastica non c'erano, il grosso del lavoro lo facevano proprio le casse. Questo è un originale in uso nel Lanificio Angelo Mosca (che costruì la struttura) nei primi anni '20 del Novecento (si notano sul lato di testata le lettere A M e un numero identificativo, i codici a barre non c'erano). Sempre sui lati corti si notano due fori attraverso i quali passava una corda di tessuto vegetale intrecciato con funzione di maniglia. Le casse chiuse che allora erano dotate di coperchio, venivano prevalentemente utilizzate per il trasporto navale o a mezzo carro o treno dei prodotti grezzi o lavorati, in quanto più robuste delle "balle" anche per maggior protezione del prodotto sia per prevenire danneggiamenti o furti nei lunghi mesi per i viaggi di consegna (infatti, la maggiore produzione dello stabilimento era legata all'esportazione verso America, Antille, Medio Oriente ed Europa).  

Il Carrello su ruote 

Prima della plastica, dell'alluminio o di leghe strane il materiale sovrano per costruir un po' tutto era il legno.  E questo vale anche per questo carrello su ruote, restaurato per gli inevitabili segni del tempo sul legno, questo carrello era in uso al Lanificio Maurizio Sella presumibilmente nella seconda metà dell'Ottocento e nei primissimi anni del Novecento. L'uso di questi carrelli era prevalentemente dedicato alla movimentazione interna alla fabbrica, vuoi per la maggior leggerezza rispetto alle casse che per la maggior mobilità avendo le ruote. Curioso notare la struttura della dotazione di ruote: due anteriori "fisse" e una sola posteriore girevole che permetteva il controllo della direzione.  

Il Piano di controllo tessuto 

Questo oggetto ha tanto da raccontare... aveva infatti un ruolo importantissimo, il controllo delle pezze, e ha pagato più d'altri l'inevitabile obsolescenza. Serviva per un controllo visivo e soprattutto "tattile" dei tessuti.  Era famoso l'intervento delle operaie in fase di controllo, laddove trovata una falla o un'imperfezione, a questo legavano un pezzo di filo rosso, il cosiddetto "ciuchin" (campanello), prima di mandare la pezza ai reparti di rammendo. Questo piano era in uso al Lanificio Maurizio Sella probabilmente dalla seconda metà dell'Ottocento fino al pieno Novecento. Dapprima integrati con luci elettriche per vedere meglio il tessuto, vennero soppiantati poi con l'introduzione di controlli elettronici laser o altro. I rotoli di tessuto venivano posizionati nel vano di base, fatti passare sul piano inclinato per effettuare il controllo e recuperati nuovamente nel vano di base. L'esperienza e la sensibilità era quindi un requisito primario degli addetti al controllo della qualità.  

La Pressa per balle di lana

Questo modello di pressa di media dimensione veniva usata per la confezione di balle di lana e risale circa ai primi decenni del Novecento. Non ha mantenuto la struttura originale, subendo nel tempo interventi allo scopo di migliorare l'azione di pressatura. Si nota infatti l'aggiunta - nella parte superiore - intorno agli anni '50, di un motore elettrico per azionare delle viti laterali collegate al coperchio. Il funzionamento di queste presse è sostanzialmente rimasto invariato nel tempo passando da una pressatura "a forza di braccia" ai pistoni ad olio. La struttura è composta da un cassone in legno dotato di ganci laterali che ne permettono l'apertura per l'inserimento della lana e la tenuta "in pressione". Queste presse avevano molto spesso misure simili, per garantire uno standard di dimensione delle balle di lana, e quindi - di massima - del peso e della quantità.

E a corollario del tutto, nel Touch Point sono presenti pannelli informativi per fornire ulteriori notizie. Insomma, passando accanto un Touch Point è proprio difficile non notarlo, sia per un collega che per un cliente o per chiunque vi passi davanti.

Tutti i Touch Point creeranno un museo diffuso 
Oggi è la volta del Maioleo, un'antica fabbrica tessile di inizio Ottocento legata ad una precisa realtà territoriale e imprenditoriale con cui il gruppo Sella si è relazionato e relaziona in modo importante, domani un nuovo Touch Point ci racconterà - facendoci nuovamente toccare con mano - altre storie, dei tanti territori in cui operiamo, e tutti assieme creeranno una sorta di museo diffuso, raggiungibile virtualmente sulla community storica del Gruppo Sella. Concludendo, il racconto della nostra storia ha trovato un altro modo di esprimersi, per sviluppare la conoscenza del nostro passato, delle mille esperienze, ovunque nel Gruppo, che formano un grande patrimonio da condividere.     

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