Appunti d'Archivio | Rosse torri, acquedotti e cascate: storia dell'antico lanificio divenuto polo logistico del gruppo Sella

Appunti d'Archivio | Rosse torri, acquedotti e cascate: storia dell'antico lanificio divenuto polo logistico del gruppo Sella
Disegno storico dell'opificio del Maglioleo a Biella Chiavazza

Con i suoi circa 40 metri d'altezza, infatti, la ciminiera in mattoni rossi domina il paesaggio della piana biellese a sud est della città, e segnala subito a chi oggi giunga a Biella percorrendo la superstrada il deciso carattere industriale di questo territorio. La ciminiera tuttavia è solo l'elemento con maggior visibilità dell'antico opificio del Maglioleo, rimasto in attività per circa un secolo, denominato così dalla località ove venne costruito nel 1874.

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Per ottenere l'energia necessaria a muovere i macchinari occorreva collegarsi all'unica "corrente" che era a quell'epoca disponibile, quella dell'acqua.

Al principio della storia, una famiglia di imprenditori
La storia comincia con una famiglia di imprenditori, quella di Angelo Mosca Riatel*, originario di Chiavazza (allora comune autonomo e oggi rione di Biella), il quale con il figlio Guido iniziò a costruire nel 1868 un lanificio nella regione detta Brignana. Per ottenere l'energia necessaria a muovere i macchinari occorreva collegarsi all'unica "corrente" che era a quell'epoca disponibile, quella dell'acqua, che venne infatti catturata realizzando il canale Mosca, con presa diretta dal torrente Cervo. Dopo un tratto attraverso i prati e in una condotta sopraelevata su alte arcate in pietra, l'acqua raggiungeva uno spettacolare salto di 18 metri, vera e propria cascata in prossimità del lanificio, muovendo quindi la ruota collegata all'albero motore, e venendo poi restituita al torrente prima della successiva presa d'acqua, quella della roggia Molinaria del paese di Vigliano.

 

Al primo stabilimento ne seguì un secondo nel 1874, il nostro Maglioleo appunto, per il quale si ricavò un nuovo tratto di roggia, con presa ancor più a monte che rimpiazzò l'originaria. Infatti, dopo un nuovo spettacolare salto d'acqua la nuova canalizzazione fu fatta proseguire fino a congiungersi con quella a servizio della Brignana. Per avere un'integrazione o un'alternativa alla forza dell'acqua, la fabbrica fu dotata anche di caldaie a carbone (da qui la ciminiera) in grado di muovere i macchinari con la forza del vapore generato: era la stessa tecnologia ben conosciuta all'epoca e utilizzata, ad esempio, per le locomotive ferroviarie dei celebri treni a vapore in servizio in tutta Europa. A questa soluzione si aggiunse gradualmente, da fine Ottocento, l'utilizzo dell'energia elettrica.

Nello stabilimento del Maglioleo si fabbricavano stoffe ricercatissime per le carrozzerie d'automobile

Angelo Mosca (junior), imprenditore laniero con la passione per le automobili
Alla morte di Angelo Mosca Riatel nel 1897, seguì nel 1902 quella del figlio Guido che gestiva insieme al fratello Silvio i due stabilimenti della Brignana e del Maglioleo. Si ebbe così nel 1903 la divisione delle fabbriche e al Maglioleo nacque una nuova società tra l'avvocato Angelo Mosca figlio di Guido e l'ingegner Celestino Long, suo cugino: la Mosca e Long, appunto, divenuta poi Lanificio Angelo Mosca nel 1921, al ritiro dell'ingegner Long. Nel 1925 al Maglioleo la produzione di energia e le lavorazioni tessili venivano differenziate e rese complementari: «Lo stabilimento è azionato da una forza motrice di 200 HP idraulici forniti da un grande canale derivato dal torrente Cervo, e dispone inoltre di 250 HP sussidiari a vapore e di 50 elettrici. Gli operai si aggirano sulla cifra di 250. La produzione della Ditta è costituita essenzialmente di articoli cardati fantasia che vengono ordinariamente esportati all'estero [in Europa e America, nelle Antille e in Estremo Oriente]. Altra specialità è la fabbricazione di stoffe ricercatissime per le carrozzerie d'automobile, di cui essa fornisce le massime Case automobilistiche italiane». 

Quest'ultima produzione non era certo casuale: infatti l'avvocato Angelo Mosca, titolare del lanificio, seguì con passione lo sviluppo delle automobili e importò già nel 1898 una De Dion Bouton, prima vettura con motore a scoppio a circolare nel Biellese. Agendo con lungimiranza, egli fu in affari con la famiglia Agnelli ancor prima della costituzione della FIAT, fondata a Torino nel 1899, della quale fu tra i primissimi soci. Abbandonò poi il sodalizio con Giovanni Agnelli, ma questa è un'altra storia. 
Nel 1929 lo stabilimento industriale del Maglioleo fu conferito alla ditta S.I.L.I.T. - Società Industriale Laniera Immobiliare Torino - e dagli anni Trenta agli anni Sessanta vi fu attestata la produzione legata al Lanificio Ludovico Cartotti, noto per i filati pettinati per tessitura, maglieria e calzifici. Ormai esaurita la fase industriale, nel 1991 l'antico lanificio venne ceduto dalla ditta S.I.L.I.T. al gruppo Sella, che lo ha trasformato nel proprio polo logistico, sede dei servizi Spedizioni, Archivio e Posta Inevasa. 

Cosa si trova oggi nell'antico stabilimento del Maglioleo? 
I dati non sono certo meno eclatanti della precedente fase industriale. Infatti, i servizi Centrico BPO Logistica del gruppo Sella impiegano un organico composto da 30 persone che gestiscono, negli 11.500 mq. di saloni, un'ipnotica sequenza di 135.000 scatole di documenti, oltre a un altro stabile a Valdengo (ex Lanificio Luigi Botto) adibito anch'esso ad archivio con capienza di oltre 14.500 mq. Il sito del Maglioleo è collegato quotidianamente con centinaia di destinazioni infra ed extra Gruppo, tramite servizi postali e corrieri, e qui avviene la digitalizzazione del flusso documentale codificato proveniente dalle succursali delle Banche del Gruppo, costituito mediamente da 8.000.000 di fogli all'anno. Nel periodo di maggiore crisi della pandemia (marzo-aprile 2020) sono stati gestiti al Maglioleo oltre 100 bancali di materiale sanitario, dando supporto essenziale alla funzionalità operativa del Gruppo. 

Grazie al grande impianto di pannelli solari installato sui tetti del Maglioleo prosegue oggi la produzione di energia all'insegna della sostenibilità

Cosa rimane oggi delle antiche strutture industriali?
Sotto l'agile e ardita ciminiera del Maglioleo si dispiegano i fabbricati che conservano l'originaria copertura "shed" (a denti di sega), ideale per diffondere in modo uniforme la luce diurna negli ambienti produttivi, soluzione che proprio qui fu precocemente adottata all'epoca del Lanificio Angelo Mosca. Il lato ovest dello stabilimento conserva tutt'ora la struttura a ¿grottini', arcate chiuse che sostengono la canalizzazione d'acqua del torrente destinata a far girare la ruota idraulica della fabbrica. Una gigantesca pressa da lana, alta quanto l'edificio che la ospita, troneggia al centro del Maglioleo, sovrastando il sistema dei binari che servivano per condurre al suo cospetto i materiali da compattare e, dopo la pressione, per recuperarli e distribuirli.

Infine, la ciminiera stessa, la quale, intatta nella sua imponente e rossa fisicità, indica che qui da un secolo e mezzo la storia imprenditoriale continua. Senza trascurare la produzione di energia, grazie al grande impianto di pannelli solari che il gruppo Sella ha installato sui tetti della nuova porzione di edificio aggiunta allo storico stabilimento del Maglioleo : un passaggio di testimone all'insegna della sostenibilità.

 

Angelo Mosca Riatel sposa nel 1841 Carolina Sella, sorella di Rosa moglie di Maurizio Sella, a sua volta imprenditore laniero e nonno di Gaudenzio, che fondò la banca nel 1886 insieme a fratelli e cugini.