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Persone & Lavoro

Quel laboratorio di "scappati di casa" che dà lavoro e speranza a persone in difficoltà

Quel laboratorio di
Gloria Martignoni

Fare qualcosa che abbia un impatto sociale, ambientale ed economico positivo. È questo il desiderio di quattro amici intenzionati a dare il proprio contributo per cambiare il mondo, partendo dalle loro passioni e dal contesto storico e territoriale in cui si trovano. Fra questi c'è Gloria Martignoni, che si occupa di sostenibilità in Banca Sella Holding e che assieme a un'esperta di cooperazione internazionale, un architetto e un consulente di comunicazione, di fronte all'ennesima emergenza di sbarchi di rifugiati e richiedenti asilo, nel 2017 decide che è giunto il momento di provarci. Così dopo un anno di associazionismo nasce la cooperativa sociale che dà vita al progetto Parallelo. Obiettivo: dare lavoro a persone che vivono una condizione di fragilità o che partono da una situazione svantaggiata.

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A Parallelo funzionano cinque laboratori: falegnameria, ciclo-meccanica, sartoria, legatoria e ceramica

Gloria, di cosa si occupa Parallelo?
Parallelo è un laboratorio sociale di artigiani e creativi, inclusivo e sostenibile, creato in uno spazio confiscato alla criminalità organizzata nel comune di Castellanza, a metà strada tra Varese e Milano. A Parallelo funzionano cinque laboratori: falegnameria, ciclo-meccanica, sartoria, legatoria e ceramica. Lavoriamo per favorire l'inclusione e l'autonomia delle persone e sosteniamo l'economia circolare, utilizzando il più possibile materiali di recupero provenienti dal territorio. Il progetto si sostiene attraverso la produzione e la vendita di prodotti, realizzando progetti su misura, riparazioni, corsi ed eventi per privati, ma anche attraverso collaborazioni con aziende ed enti del terzo settore, dalle forniture ai servizi di comunicazione. 

All'inizio abbiamo lavorato esclusivamente con richiedenti asilo e rifugiati. Oggi coinvolgiamo persone con diverse fragilità

Chi ci lavora?
Attualmente a Parallelo lavorano in pianta stabile 12 persone. Inoltre, ospitiamo diversi tirocinanti che per periodi di tempo limitati intraprendono percorsi personalizzati di formazione pratica. All'inizio del nostro progetto abbiamo lavorato esclusivamente con richiedenti asilo e rifugiati, per questo ci siamo definiti "uno spazio per scappati di casa da ogni parallelo del mondo". Con il tempo e con il mutare della situazione, si è poi creata l'opportunità di ampliare la nostra area d'intervento e di impatto sociale anche con le fragilità psichiche, fisiche e sociali: una scelta che ha creato ulteriore ricchezza, in termini di diversità e di incontro, all'interno del laboratorio.

 

Quali sono i valori che stanno alla base di questa iniziativa?
Quando abbiamo fondato la cooperativa abbiamo fatto un importante lavoro di definizione dei nostri valori per poter costruire il nostro progetto su fondamenta solide e condivise. I principali valori che ci caratterizzano sono tre: inclusività, condivisione e sostenibilità. Inclusività significa accogliere le diversità e lavorare per creare un ambiente in cui equità e parità siano all'ordine del giorno, senza discriminazioni. Condivisione, in particolare di idee, per mantenere sempre aperti i nostri orizzonti, confrontarci o metterci in discussione e crescere come impresa e come persone. Sostenibilità sociale e ambientale che si traduce in scelte ecologiche, a partire dall'utilizzo di materiali di recupero. 

Per noi essere non profit significa costruire un'impresa che al profitto antepone l'impatto sociale e ambientale

Vi definite ente non profit: cosa significa?
Per noi essere non profit significa costruire un'impresa che al profitto antepone l'impatto sociale e ambientale. Allo stesso tempo, non neghiamo l'importanza dell'aspetto economico anzi, in una cooperativa sociale come la nostra i guadagni vengono reinvestiti, consentendoci di crescere. Non ricchezza per pochi, ma condivisa per creare impatti positivi sul territorio. 
Abbiamo sempre avuto un approccio imprenditoriale e un'attenta programmazione e gestione delle risorse: a fine anno anche noi tiriamo una riga sul bilancio e dobbiamo fare tutto il possibile perché il saldo sia positivo. L'aspetto sociale e ambientale e quello economico devono viaggiare affiancati per permettere al progetto di vivere e crescere con le sue forze.

Vi siete mai trovati in difficoltà?
In quasi sei anni abbiamo vissuto tanti momenti difficili: ripensandoci, a volte mi chiedo come abbiamo fatto a superarli. Poi però penso alla squadra e alla forte spinta motivazionale di ognuno di noi. Crisi politiche, una pandemia, il caro energia: queste difficoltà per tutti noi sono state anche delle sfide, per dimostrare che il nostro modello di impresa funziona. A livello personale invece, devo dire che non è sempre facile mantenere il giusto distacco e la lucidità necessaria di fronte a persone con storie di difficoltà e sofferenza alle spalle molto pesanti, ma nel corso degli anni mi sento migliorata. 

Quali sono invece le più grandi soddisfazioni di questi anni?
Sono infinite. Questa è l'unica risposta vera e sincera che posso dare. Provo grande soddisfazione quando riusciamo ad assumere nuove persone, quando vediamo che anno dopo anno il team cresce così come gli ordini delle aziende che ci danno fiducia. Nel corso degli anni sono passate tante persone da Parallelo e la stragrande maggioranza di queste ha poi trovato un lavoro e oggi può vivere in modo dignitoso. Siamo molto soddisfatti anche delle aziende e delle realtà con le quali negli anni siamo riusciti a collaborare come, ad esempio, Emergency, Libera, TEDx, Freitag.

Cosa prevedete per il futuro?
Se penso che quando siamo partiti, eravamo in quattro e che, dopo nemmeno sei anni, la cooperativa oggi ha dodici dipendenti e dieci soci, non posso che augurarmi di continuare così. Vogliamo realizzare progetti sempre più ambiziosi per intensificare il nostro impatto sociale e ambientale: per farlo stiamo valutando anche l'espansione del laboratorio, per avere più spazio e poter pensare "in grande". Vogliamo dimostrare - attraverso l'esempio concreto quotidiano - che ogni persona, se aiutata e valorizzata nel modo corretto, può superare difficoltà e pregiudizi e che un modello d'impresa sostenibile, inclusivo e collettivo è la strada giusta per vincere la crisi ecologica e sociale dei nostri tempi.