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Un’energia gentile: Lorella e il linguaggio silenzioso dello shiatsu

Un’energia gentile: Lorella e il linguaggio silenzioso dello shiatsu
Lorella Carravieri
17 Jul 25
#work life balance

C’è un momento, nella vita, in cui si sente il bisogno di rallentare, ascoltarsi, ritrovare un equilibrio. Per la collega Lorella Carravieri, quel momento è arrivato oltre vent’anni fa, quando un percorso inaspettato l’ha condotta nel mondo olistico. Da quarant’anni nel gruppo Sella, Lorella ha maturato una lunga e variegata esperienza, fino ad approdare nel 2020 all’Ufficio Risorse Umane di Sella Leasing, dove contribuisce con passione al benessere delle persone. Oggi, mentre svolge con impegno il suo lavoro quotidiano, dedica anima e cuore a una passione che ha saputo trasformarsi in qualcosa di più: un modo di vivere. In questa nuova puntata di Stories, Lorella ci racconta come lo shiatsu sia diventato per lei uno strumento di ascolto profondo, consapevolezza e trasformazione.

Lorella, ci racconti cos’è lo shiatsu per chi non lo conosce?
Lo shiatsu è una pratica giapponese basata sull’arte del tocco. Il termine significa letteralmente “pressione con le dita”. È un trattamento attraverso il quale vengono, eseguite delle pressioni su specifici punti del corpo, lungo i meridiani energetici, per riequilibrare il flusso dell’energia e stimolare i naturali processi di autoguarigione. È una pratica che affonda le sue radici nella medicina tradizionale cinese e nei metodi sviluppati dai maestri giapponesi, e che si basa su valutazioni energetiche per promuovere non solo il benessere, ma anche la prevenzione e la salute consapevole.

Come ti sei avvicinata a questa disciplina?
Tutto è iniziato nel 2001, con lo yoga e la meditazione. Da lì è cominciato un percorso che ha rivoluzionato il mio modo di vedere e vivere le cose. Ho esplorato l’alimentazione sana, la cucina naturale, e poi è arrivata la riflessologia. Nel 2013 ho scoperto lo shiatsu… e ne sono rimasta subito affascinata. Da allora non ho più smesso: oggi mi sto dedicando anche al Reiki, perché credo profondamente nel potere integrato di queste tecniche, che fanno bene non solo a chi le riceve, ma anche a chi le pratica. Questo cammino, inoltre, mi ha aiutata a superare momenti davvero difficili, sia sul piano personale che familiare, restituendomi forza ed equilibrio.

Imparare lo shiatsu è stato impegnativo?
Moltissimo. È stato un percorso lungo, fatto di teoria, di tanta pratica, ma anche di vita quotidiana: studiavo mentre lavoravo e crescevo due figli. Ho affrontato esami, sacrifici, ma ne è valsa la pena. Oltre a una formazione professionale, lo shiatsu è stato un vero cammino di crescita personale. È stato un appiglio fondamentale anche nei momenti più complessi della mia vita, aiutandomi a restare centrata e presente per me e per gli altri. Mi ha aiutata a conoscermi meglio e a capire quanto sia potente il semplice gesto di “esserci” per qualcuno.

E rispetto alla medicina tradizionale, come si colloca lo shiatsu?
Lo shiatsu non sostituisce la medicina tradizionale, ma può affiancarla. È un supporto importante, soprattutto perché aiuta la persona a diventare più consapevole del proprio corpo e dei segnali che esso invia. A volte si cerca una “cura” fuori da noi, ma il primo passo è ascoltarsi. Lo shiatsu fa anche questo: ti insegna a sentire.

Cos’è che ti appassiona di più di questa disciplina?
Mi affascina il modo in cui, attraverso il tocco, si può ascoltare una persona in profondità e la ricerca della causa che ha generato un sintomo. Ma ciò che più mi tocca è la relazione che si crea con chi riceve il trattamento. Non è solo tecnica: è empatia, presenza, rispetto.

Con chi ti eserciti abitualmente?
Lavoro con colleghi, studenti e, soprattutto, cerco di essere di supporto alla mia famiglia. Anche in momenti difficili, come quando ho dovuto fermarmi per motivi familiari e di salute, ho sempre cercato di restare in contatto con questo mondo. Durante gli studi sono stata assistente degli insegnanti e, dopo l’esame presso l’associazione di categoria, sono diventata a mia volta insegnante. È una grande soddisfazione poter trasmettere ciò che ho imparato.

E le persone che ricevono il trattamento? Cosa dicono?
Chi prova lo shiatsu per la prima volta rimane sempre sorpreso: non si aspettano di provare un’esperienza simile. Tornano. E il sorriso con cui si alzano dal futon è il riconoscimento più bello. Anche se a volte il trattamento può essere un po' doloroso sentono che fa bene. Ed è quel benessere che li fa tornare.

Che sensazioni ti dà questa pratica?
Quando appoggio le mani su una persona entro nel suo mondo. In quel momento tutto il resto sparisce e, se la persona si rilassa, nasce un contatto empatico molto forte. È una forma di scambio che arricchisce entrambi. Per me, è questo il segreto dello shiatsu.

Hai vissuto qualche episodio particolarmente speciale?
Sì, diversi. Uno che mi ha colpito è accaduto in spiaggia. Un’amica mi chiese un trattamento: il rumore del mare in sottofondo, la calma… si creò un’atmosfera unica. Le persone intorno a noi sembravano percepire quell’energia e, nei giorni successivi, si avvicinavano curiose, chiedendomi se potessero provare anche loro. È stata un’esperienza incredibile.
Un’altra volta, stavo parlando con mia cugina, e il suo cagnolino si è avvicinato. In modo del tutto istintivo, ho iniziato a premere su alcuni punti del suo corpo. Ogni volta che mi fermavo, lui mi “chiedeva” di continuare. È stato sorprendente scoprire quanto anche gli animali possano riconoscere e accogliere questa energia.

Un consiglio per chi vuole iniziare un percorso simile?
Farlo per sé stessi. Prima di tutto. Poi con impegno, studio e cuore aperto. Perché lo shiatsu non è solo tecnica: è una trasformazione personale che si riflette sugli altri. Se si inizia con questo spirito, può davvero diventare un dono prezioso.

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