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Marco Landi, HR Director di Sella: "Il lavoro è già ibrido, centrato su fiducia e relazione"

Marco Landi, HR Director di Sella: 'Il lavoro è già ibrido, centrato su fiducia e relazione'
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Marco Landi
Marco Landi

HR Director di Sella

"In Sella già da quattro anni facciamo smart working e abbiamo registrato il coinvolgimento del 70% delle nostre persone. Le rivoluzioni acquistano ancora più senso quando capitalizzano quanto si è fatto in continuità col passato"

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"In tutto il mondo siamo in una fase storica legata a nuove dinamiche di lavoro ibrido mai viste in passato. L'emergenza sanitaria ha rappresentato uno spartiacque tra un prima e un dopo. Noi però in Sella già da quattro anni abbiamo intrapreso un percorso innovativo per integrare il lavoro da remoto con quello in ufficio e abbiamo registrato il coinvolgimento del 70% delle nostre persone. Le rivoluzioni acquistano ancora più senso quando capitalizzano quanto si è fatto in continuità col passato". Così Marco Landi (nella foto), HR Director Sella, racconta questi nuovi modi - e in fondo questi nuovi luoghi - di lavoro. Già nel 2018 in azienda quasi 700 persone erano coinvolte dallo smart working e nel 2019 oltre 1.000 con un numero di giornate da remoto quadruplicato. È questa la prima generazione degli smart worker, destinati poi a diventare nel mondo categoria assai più diffusa. Intanto in questi giorni Sella ha finalizzato due accordi all'avanguardia. C'è quello sperimentale per l'estensione del numero delle giornate di lavoro agile e quindi di smart working, raccontato anche dal Sole 24 Ore. E poi c'è il rinnovo dei contratti integrativi aziendali. "Si tratta di due firme che rappresentano due modelli di rappresentanza nel segno dell'innovazione e che ci fanno definire pionieristici nel settore", precisa Landi. 

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"Siamo di fronte a nuove dinamiche di lavoro ibrido, con un modello che da fenomeno episodico è diventato strutturato. Lo smart working consente al responsabile di personalizzare il rapporto col collaboratore, di ridisegnarne il perimetro. È un tema di relazione"

Lo smart working nel mondo ibrido. L'intesa sul lavoro agile prevede tredici giornate mensili su base annua che potranno essere estese fino ad un massimo di quindici giornate per categorie fragili, caregiver familiari e dipendenti con residenza o domicilio distante dalla sede di lavoro. È un accordo in logica estensiva volontaria e viene incontro alle esigenze delle persone, partendo da quando già previsto già prima della pandemia. Ecco perché è un processo migliorativo. D'altronde ci troviamo di fronte a nuove dinamiche di lavoro ibrido, con un modello che da fenomeno episodico è diventato strutturato. Quando siamo passati in full smart working durante la pandemia abbiamo visto che abbiamo continuato a funzionare bene. Ora torniamo anche a lavorare insieme dal vivo, ma non disperdiamo quanto abbiamo già fatto", dice Landi, per il quale questo tipo di modifica organizzativa è la dimostrazione di un elemento oggi essenziale, quello della fiducia. Perché si passa da quel concetto che apparteneva alla cultura novecentesca delle organizzazioni, ossia non ti vedo e non lavori, alla gestione del tempo legato al raggiungimento degli obiettivi condivisi. "Il vecchio modello basato solo sul controllo è ormai superato. Oggi questa modalità di lavoro consente al responsabile di personalizzare il rapporto col collaboratore, di ridisegnarne il perimetro. Non è più un tema di accordo, bensì di relazione. Ed ecco perché in questo percorso siamo stati sempre accompagnati dai sindacati, coi quali abbiamo raggiunto una sintesi con reciproca soddisfazione", dice Landi.

"Nel tempo le politiche per le persone saranno sempre più legate al benessere anche lavorativo e andranno verso una logica di personalizzazione delle necessità"

Imparare a lavorare nel mondo ibrido. In questo contesto ibrido occorre arrivare preparati perché l'azienda diventa distribuita ovunque, connessa, reticolare. "È un percorso, che, per via dell'accelerazione segnata dall'emergenza pandemica, è partito necessariamente dalla pratica più che dalla teoria. Se prima pensavamo che fosse un periodo transitorio, ora abbiamo la consapevolezza che rimarrà. Così si spiegano anche gli investimenti in termini di formazione e di strumenti tecnologici. In qualche modo è importante imparare a lavorare in questi nuovi contesti ibridi. La formazione accompagna i manager nella gestione dei team. Bisogna educarsi a nuove relazioni che riguardano la responsabilizzazione. Un passaggio dell'accordo valorizza le buone prassi, cioè il galateo dello smart working. Perché è innegabile che per tutte le aziende ci sia il rischio di perdita di identità e appartenza", dice Landi. In Sella l'accordo prevede anche un'estensione maggiore a seconda dei contesti specifici per categorie fragili, caregiver o colleghi con residenza o domicilio lontani dal luogo di lavoro. "Lo smart working per definizione non è estendibile a tutti perché ogni lavoro ha le sue dinamiche. Noi per esempio abbiamo la rete con molte persone che ricoprono mansioni non compatibili con questa modalità. Ma quello che è importante da comprendere afferisce all'approccio, questo sì trasversale alle varie professioni, e quindi agli strumenti di conciliazione: abbiamo deciso di proporre un'attenzione a chi questo modello di lavoro agile non può adottarlo. A tendere le politiche per le persone saranno sempre più legate al benessere anche lavorativo e andranno verso una logica di personalizzazione delle necessità", precisa Landi.

La nuova leadership diffusa. In Sella, oltre all'accordo sullo smart working, sono stati rinnovati anche i contratti integrativi: tra le varie novità è stata introdotta per la prima volta una giornata di permesso retribuito per attività di volontariato. "Per questi accordi la parte innovativa non riguarda soltanto il rinforzo degli istituti classici già presenti, ma quell'estensione di permessi in logica di conciliazione vita professionale e personale e di attenzione alla famiglia. Queste nuove dinamiche stanno facendo emergere una necessaria leadership diffusa e un contesto di imprenditorialità emergente che deve abbracciare tutti. Nel nostro settore, orientato ai servizi e all'innovazione, è la persona che fa la differenza. Oggi si va verso una condivisione per obiettivi da raggiungere abbattendo i silos e con modelli integrativi e proposte dal basso. Ci stiamo allineando anche secondo quelle che sono le preferenze delle nuove generazioni che stanno entrando al lavoro: conciliazione vita-lavoro, attenzione ai temi di welfare. Oggi le realtà contemporanee prendono posizione con modelli di welfare integrativo, veicolando la riduzione dell'impatto ambientale, lavorando per l'attrazione costante dei talenti, puntando su responsabilità e socialità. È evidente che il mondo del lavoro non è più quello di una volta", conclude Landi.