La Torcia degli Special Olympics: un viaggio di emozioni e inclusione
"Non so se ce la farò, ma so che ci avrò provato con tutte le mie forze"
Queste sono le parole che un atleta degli Special Olympics ha condiviso con Agnese Galati, una delle volontarie e collega del Gruppo, che ha avuto l'onore di accompagnarlo lungo il percorso della fiaccola olimpica che il 7 marzo è passata da Biella. Una frase semplice, ma che ha lasciato un segno profondo: "Tutti dovremmo farla nostra, non solo nello sport, ma anche nella vita quotidiana e professionale", ha riflettuto Agnese. Ed è proprio questo spirito di determinazione e resilienza che ha caratterizzato il passaggio della torcia, trasformando l'evento in un'esperienza di pura emozione e condivisione. Partita da Atene due settimane prima, la torcia ha infiammato l'entusiasmo di atleti e spettatori, in un crescendo di emozioni che è culminato con l'arrivo in Piazza Duomo.
Il passaggio della fiaccola olimpica non è stato solo un momento simbolico, ma un'esperienza carica di emozioni per chi ha avuto l'opportunità di viverlo da vicino. Tra le colleghe che hanno partecipato all’evento c'erano Alessandra Degiugno, Agnese Galati, e Letizia Zanetti che hanno accompagnato di corsa gli atleti durante il percorso della fiaccola, e Monica Rey che ha partecipato come volontaria.
L’esperienza delle partecipanti
Per Alessandra, l’opportunità di vedere la fiaccola da vicino è stata entusiasmante: "Da sportiva, la parola Olimpiadi è per me evocativa. Inoltre, mi è capitato spesso di allenarmi con alcuni degli atleti Special, e accompagnarli in questo evento prestigioso è stato un onore." Anche Monica ha vissuto questa esperienza con grande coinvolgimento: "Partecipare è stato un piacere immenso. Collaboro da anni con l'associazione biellese che segue gli Special Olympics e vedere la felicità sui volti degli atleti mi ha emozionata profondamente." Letizia ha sottolineato l'importanza dei valori vissuti durante la manifestazione: "Incontrare i ragazzi degli Special Olympics mi ha fatto capire che davvero non esistono limiti. Basta mettersi in gioco, impegnarsi e allenarsi per ciò che ci rende felici."
L'arrivo in Piazza del Duomo è stato uno dei momenti più emozionanti per tutti i partecipanti. Alessandra racconta: "Il calore della folla mi ha commossa, è stato qualcosa di incredibile. Ho attraversato molte finish line in gare sportive, ma questa volta l'emozione è stata unica." Prosegue dicendo "Biella non è una città che partecipa sempre con grande calore agli eventi, ma questa volta è stato diverso. Ho visto il sostegno sincero di adulti, bambini, commercianti, tutti pronti a fermarsi per applaudirci." Per Letizia, l'evento è stato un'esperienza di condivisione e collaborazione: “L'entusiasmo e la curiosità di essere parte di un evento così significativo come la cerimonia della consegna della fiaccola degli Special Olympics è stata un'occasione per vedere in azione valori come inclusione e solidarietà. Agnese racconta che "Solo insieme io e l'atleta a cui ero stata affiancata siamo riusciti a completare il percorso. Cantando, incoraggiandoci a vicenda, ci siamo resi conto che il percorso era fin troppo breve." Per Monica, ogni manifestazione legata agli Special Olympics è un'opportunità di crescita: "Ogni volta che partecipo, mi sento rinascere. Questi ragazzi trasmettono una gioia di vivere senza eguali."
Un evento che unisce
La torcia degli Special Olympics ha acceso l'entusiasmo e la speranza, dimostrando ancora una volta che lo sport può abbattere barriere e creare connessioni profonde tra le persone. Ora, il suo viaggio è terminato a Torino, dove l'8 marzo sono ufficialmente iniziati i Giochi Mondiali Invernali. Un ultimo traguardo, ma anche l'inizio di tante nuove emozioni e storie di inclusione e coraggio.
Tra gli atleti che hanno lasciato il segno in questa edizione c'è proprio il figlio di una collega, che con grande determinazione ha raggiunto risultati straordinari: oro nello slalom gigante e argento nel super gigante. Un successo che va oltre le medaglie, rappresentando un messaggio di speranza e forza per tutti.
E poi c'è quella frase, semplice e potente, che Agnese non dimenticherà mai: "Non so se ce la farò, ma so che ci avrò provato con tutte le mie forze". Un insegnamento che va oltre lo sport, un promemoria per tutti noi: l'importante non è solo vincere, ma dare il massimo, con coraggio e determinazione, in ogni sfida della vita.