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Investimenti, open innovation e apertura sui mercati internazionali. L'ecosistema italiano del fintech cresce e "diventa grande"

Investimenti, open innovation e apertura sui mercati internazionali. L'ecosistema italiano del fintech cresce e
Un dettaglio di S32 Copernico Isola, l'edificio a Milano che ospita la community del Fintech District

Un ecosistema in salute, maturo e sempre più aperto al mercato internazionale. È la fotografia del fintech italiano scattata dal report Fintech Waves realizzato da EY - in collaborazione con il Fintech District - per analizzare l'evoluzione del settore nel nostro Paese e realizzata attraverso interviste a più di cento operatori. Il campione restituisce un quadro variegato e rappresentativo del panorama italiano, che abbraccia un ampio cluster che comprende neobanks, payments, crypto & DeFi, lending, crowdfuding, Techfin, ...

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Il 97% delle realtà fintech ha in previsione di assumere nuovi talenti entro due anni

Le principali evidenze. Dai dati di Fintech Waves emerge come l'ecosistema italiano sia in decisa espansione e nel 2022 i finanziamenti complessivi raccolti abbiano superato il miliardo di euro, con un tasso di crescita medio annuo (Cagr) dal 2016 ad oggi del 60%. Un sistema quindi sempre più maturo non solo sotto l'aspetto degli investimenti, che attraggono anche fondi internazionali, ma anche per il numero di aziende e il livello tecnologico delle startup del settore, i nuovi prodotti e servizi offerti. Crescono anche le partnership: il 90% delle fintech ha infatti avviato negli ultimi due anni delle collaborazioni, in un'ottica di open innovation, in particolare con istituti finanziari tradizionali, volte al lancio di nuove soluzioni.

La crescita e gli investimenti. A testimoniare l'evoluzione dell'ecosistema fintech italiano verso un livello di maturità sempre più solido sono anche i dati riguardanti la fase di sviluppo delle società di fintech. Se infatti quelle in fase early stage si sono ridotte del 25%, sono aumentate del 37% quelle in fase early growth. Una evoluzione che ha attirato anche un crescente interesse da parte degli operatori stranieri al nostro mercato: oltre il 17% del campione dichiara infatti di fare affidamento su fondi di Venture capital internazionali, una percentuale quasi raddoppiata rispetto al 2020. E anche in prospettiva per i prossimi round di investimento, il 32% delle startup guarda con interesse agli operatori internazionali di VC in un'ottica di crescita del business volta ad un sempre maggiore interesse verso un'espansione su scala globale. A fare la parte del leone nella raccolta degli investimenti è il settore dei pagamenti, seguito dal settore delle neobank, realtà tecnologiche che forniscono servizi bancari di ultima generazione. È interessante notare che, sebbene M&A e IPO siano le exit strategy preferite rispettivamente dall'45% e dal 31% degli intervistati, in Italia si sono verificate poche operazioni di questo tipo. Si evince dunque che molti attori non hanno una visione chiara della strategia futura; infatti, il 7% del campione (era l'1% nel 2020) - anche alla luce dell'attuale scenario macroeconomico - dichiara di non avere alcuna exit strategy. 

Le competenze. Ad essere sempre più centrale nel processo di crescita delle fintech italiane sarà il ruolo delle persone e delle specifiche competenze. Il 97% delle realtà fintech ha in previsione di assumere nuovi talenti entro due anni nonostante la consapevolezza della difficoltà nel reperire persone con le skill adeguate alle proprie esigenze aziendali. Una situazione che per il 61% degli operatori del settore evidenzia come il mercato del lavoro italiano sia carente di talenti con competenze specifiche: gli sviluppatori di software/app (55%) risultano essere i più difficili da trovare, seguiti da esperti di machine learning e analisti di dati (38% e 31%). Va meglio nell'ambito della conformità a norme e disposizioni, fattore centrale per poter operare con successo nell'ambito finanziario. Qui le fintech italiane risultano avere una spiccata attenzione e ben l'87% delle aziende ha una figura specifica che segue le questioni risk & compliance, ma il 47% di esse spende meno del 10% dei costi totali per attività di compliance. Dalla ricerca realizzata da EY in collaborazione con il Fintech District emerge che il numero medio di dipendenti per startup è 55, ma il 43% è formata da team che vanno da 1 a 10 persone, mentre solo il 12% conta da 100 a 800 dipendenti. Nella stragrande maggioranza dei casi, ben l'86%, i team sono composti per oltre il 50% da uomini. Tuttavia, quasi la metà del campione (46%) mostra un discreto livello di diversità di genere, con una percentuale di donne compresa tra il 30% e il 50%. La fascia d'età media dei membri del team è 27-32 (53%), seguita dalla fascia 32-40 (36%), dato che conferma la giovane composizione delle fintech italiane, come già emerso dalla prima edizione della ricerca. Business e IT si confermano i percorsi accademici più comuni per i team delle fintech italiane, mentre i background umanistici rappresentano solo il 6% dei team.
"Crescono le partnership: il 90% delle fintech ha avviato negli ultimi due anni collaborazioni, in particolare con istituti finanziari tradizionali, volte al lancio di nuove soluzioni"
L'innovazione aperta. Il 90% delle realtà interpellate nel report ha avviato negli ultimi due anni una partnership con altri player finanziari, specie in ottica di lancio di nuovi prodotti e servizi. Ma le collaborazioni, in piena ottica di open innovation, coinvolgono anche altri settori: il 65% l'ha avviata con un istituto bancario o con una società di assicurazioni, il 58% con altre fintech, il 41% con startup non finanziarie, mentre solo il 25% con player incumbent di settori come utilities, gdo ed entertainment. Nel complesso le partnership avviate si sono rivelate positive con un grado di soddisfazione medio di 7,5 su 10, anche se spesso sono emerse difficoltà legate all'integrazione di processi e tecnologie o alle questioni contrattuali.

Le prospettive per il futuro. Dall'analisi emerge che i segmenti più maturi e promettenti del settore sono quelli dell'insurtech, del lending e dei payments. A questi si legano i trend globali che emergono come le direttrici che influenzeranno il futuro del settore finanziario: embedded finance, fintech "for good" (il fintech a servizio dei fattori ESG), l'evoluzione del mondo crypto & DeFi, gli innovative payments, l'open finance e le partnership.