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È il tempo dell'innovazione aperta, concreta, consapevole. "Qui nascono le nuove soluzioni, semplici e sicure"

È il tempo dell'innovazione aperta, concreta, consapevole.
Marco Romei e Gianluca Santavicca

Una delle sfide più complesse e allo stesso tempo appassionanti per chi si occupa di innovazione è vivere costantemente con un piede ben saldo nella realtà quotidiana del presente e uno proiettato in avanti, in un futuro possibile. È su questo terreno, teso fra l'oggi e il domani, che si gioca la partita dell'innovazione. Nel mondo della finanza l'innovazione deve essere "consapevole" deve riuscire cioè a portare benefici alle persone, con prodotti e servizi semplici e performanti grazie alle opportunità offerte dalla tecnologia e allo stesso tempo garantire sicurezza.

Nell'area Innovation di Banca Sella, guidata da Andrea Tessera e che già conta più di 25 talenti, Marco Romei è responsabile dei cosiddetti innovation streams, i flussi che caratterizzano il mondo dell'innovazione, mentre Gianluca Santavicca è legal specialist e si occupa cioè di tutti gli aspetti normativi e di compliance dello sviluppo di nuove tecnologie o processi che vengono sottoposti all'attenzione dell'open Innovation. Due facce della stessa medaglia, solo apparentemente contrapposte.

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Marco, qual è l'approccio del nostro Gruppo al mondo dell'innovazione?
Collaboriamo con realtà esterne, che spesso sono molto specializzate in un determinato settore in cui stanno sviluppando soluzioni innovative. Assieme a loro generalmente iniziamo un percorso in cui noi di solito mettiamo a disposizione il nostro ecosistema, il nostro know how ed impianto normativo mentre le startup ci offrono le loro conoscenze specifiche. Spesso noi investiamo in ventures nella loro fase iniziale di vita perché è in questa fase che siamo in grado di fornire al meglio tutta la nostra esperienza e competenze. In questo ci aiutano enormemente gli eventi SellaLab e del Fintech District, i programmi di incubazione e accelerazione di DPixel, dove riusciamo a far coincidere la nostra visione di innovazione aperta con la voce diretta dei protagonisti: gli imprenditori, i founder delle start-up, le Università e i Centri di Ricerca e i talenti che incontriamo ogni giorno. Lavoriamo in un ecosistema aperto e cerchiamo di essere sempre parte attiva di una catena di valore che si rinnova costantemente. È così che il nostro Gruppo modifica la sua infrastruttura, mantenendosi sempre giovane e competitivo.

Ciò che ci differenzia dagli altri è la nostra capacità di ascolto. L'imprenditorialità è nel nostro DNA e quindi con i nostri clienti parliamo un linguaggio comune

Qual è la nostra proposta di valore per le startup?
Ciò che differenzia il nostro Gruppo da tanti altri, è la sua capacità di ascolto, di comprendere a fondo il ruolo dei nostri interlocutori: l'imprenditorialità, infatti, è nel nostro DNA e quindi con loro parliamo un linguaggio comune. È uno scambio culturale, una crescita mutua: quando c'è sintonia fra le parti poi è più facile colmare eventuali lacune sui contenuti specifici. A volte, noi abbiamo bisogno di approfondimenti e ci facciamo aiutare e a volte dall'altra parte non c'è la totale comprensione di quanto sia complesso essere banca e del ruolo che hanno le funzioni di controllo che devono necessariamente intervenire per assicurarci che possibili soluzioni siano coerenti con la normativa e non correre rischi.

Nei servizi bancari la differenza la fanno servizi semplici, ma orchestrati con maggiore consapevolezza: la sfida è coniugare velocità, usabilità, performance e sicurezza

Gianluca, le funzioni di controllo non rischiano però di frenare l'innovazione? 
Generalmente si dice che l'innovazione funziona meglio dove manca regolamentazione, in realtà l'innovazione è più efficace ed efficiente dove le regole ci sono e sono chiare: è la mancanza di chiarezza o l'assenza del perimetro normativo che rende difficile fare innovazione. Dopodiché ogni banca ha il proprio approccio al rischio. Ma anche qui, un requisito fondamentale per fare innovazione è la chiarezza nel dialogo fra tutti gli attori coinvolti. Lato nostro dobbiamo essere capaci di far capire al business quali sono i rischi e i benefici del percorrere una determinata via, il che richiede molta pazienza. Ognuno, infatti, ha un suo linguaggio e a volte c'è bisogno di una sorta di stele di Rosetta: è tutta una questione di cultura, perché noi vediamo delle cose che gli altri non vedono e viceversa.

Marco, voi come vi muovete in questo senso?
La nostra sfida è far coincidere un framework normativo forte con la sperimentazione e la ricerca. L'innovazione, infatti, non può essere vincolata: se dovessi rivolgermi soltanto a progettualità che sono compliant al momento per le funzioni di controllo, non farei un passo in avanti. Anche perché le stesse funzioni di controllo sono dinamiche e la normativa è in costante evoluzione, per cui quello che non possiamo fare oggi magari lo potremo fare domani. Dobbiamo essere bravi a intuire le prospettive di business di un certo tipo di innovazione e procedere per tentativi, sapendo bene che alcune cose le porteremo a casa, e che altre rimarranno magari come semi lavorati perché, ad esempio, i tempi non sono maturi, oppure non funzioneranno affatto. La nostra è un'innovazione consapevole, che da un lato riesce ad intercettare e incorporare i benefici dell'evoluzione tecnologica, ma dall'altro rende conto alle funzioni di controllo, parte essenziale del nostro mondo.

Quali sono oggi le soluzioni vincenti alimentate dalla tecnologia?
Non dobbiamo mai perdere di vista i bisogni delle persone. La chiave di un'innovazione vincente oggi sta nel costruire un'esperienza utente immediata e intuitiva: tra l'emergere di un bisogno e la soluzione non deve passare troppo tempo. Nel mondo delle banche per realizzare tante operazioni oggi basta semplicemente accedere ad una app. Quindi la differenza non la fai tanto nel prodotto o servizio che offri rispetto alla concorrenza, ma nella tua capacità di accompagnare le persone nei loro bisogni. Servizi sempre più semplici nella loro fruizione ma orchestrati con maggiore consapevolezza: la sfida è coniugare velocità, usabilità, performance e sicurezza. 

Gianluca, la normativa può favorire l'introduzione di servizi e prodotti di questo tipo?
Sì, un grande aiuto nel rendere più fluidi i processi di customer experience è arrivato proprio dalla normativa. In particolare, la PSD2 quando ha aperto il mondo dei pagamenti a soggetti che sono entrati sul mercato con una maggiore proposizione tecnologica e vocazione commerciale. Il mondo delle banche, anche quello più tradizionale, è stato contaminato, tutto grazie a uno stimolo normativo. La chiave non è tanto nel far fare al cliente un click in meno, quanto nel riuscire a spiegargli che, anche dove l'esperienza utente sembra più complessa, in realtà è tutto nel suo interesse, per garantirlo di fronte a potenziali rischi. Le "Netflix della finanza" saranno quelle che riusciranno a adottare una chiave di comunicazione e fruizione realmente consumer-oriented, aiutando i clienti a perseguire i propri interessi in maniera chiara, veloce e trasparente e quindi consapevole.

Marco, su quali stream di innovazione ci stiamo concentrando oggi?
Noi usiamo il termine WEB3 come keyword, per fare da cappello a tutto ciò che concerne decentralizzazione e quindi le DLT, le blockchain, gli NFT e i digital twin, l'identità digitale, e digital assets.  Il passaggio fondamentale è immaginare l'impatto che queste potranno avere quando diventeranno le tecnologie di riferimento, quando tutte le informazioni di valore potranno essere conservate come token all'interno di un wallet nel nostro smartphone. Documenti ma anche l'euro digitale, asset come azioni, bond o NFT. Da un punto di vista della sicurezza per lo scenario della banca cambierà tutto perché i dati saranno meno suscettibili di attacco e custoditi in maniera più sicura dalle persone stesse. Inoltre, la tokenizzazione non vuol dire soltanto digitalizzare qualcosa ma renderlo più semplice da movimentare: ci dobbiamo preparare ad un'era tecnologica nuova e per fare questo ci stiamo muovendo in tutte le direzioni, sia internamente che esternamente. Queste tecnologie, infatti, saranno la base del nostro nuovo modo di essere banca.