Finternet, la nuova internet finanziaria che mette le persone al centro della finanza globale
Questa è la nuova puntata della nuova rubrica mensile Insights - Il punto di Pierangelo Soldavini. Qui leggerai un'analisi a firma del noto giornalista italiano esperto di economia e innovazione. Da trent'anni Soldavini scrive sul Sole24Ore ed è considerato un riferimento sui temi legati al mondo bancario. Perché abbiamo bisogno di comprendere le sfide contemporanee che attraversano i nostri mercati. Perché abbiamo necessità di individuare bussole che ci orientano in questo tempo incerto. Perché abbiamo urgenza di decriptare la complessità, provando a comprenderne il senso. Rileggi le precedenti puntate dedicate su Sella Insights.
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In un mondo che si muove sempre più in tempo reale, molte funzioni del sistema finanziario globale sono ancora ferme al passato: le infrastrutture mostrano la loro inadeguatezza di fronte all’aumento dell’operatività, le transazioni richiedono giorni per essere completate e dipendono da sistemi di settlement e clearing lenti e costosi, a volte basati ancora su supporti cartacei. Perfino all’interno dello stesso Paese le carenze di connessione comportano sistemi che non comunicano tra loro. L’incapacità di sviluppare un sistema finanziario moderno comporta costi ingenti per i cittadini e, tanto più, per le imprese. È vero che manca ancora una visione condivisa a livello globale, ma la messa a punto di un sistema finanziario globale adatto per il futuro non può essere rinviata. «Si tratta di un’occasione che capita una sola volta nella vita e che può portare al Neil Armstrong moment: un piccolo passo che costituisce un progresso enorme per l’umanità». Non mostra di avere dubbi il numero uno della Banca dei regolamenti internazionali Agustin Carstens, affiancato dal co-founfer di Infosys Nandan Nilekani nel presentare quella che secondo loro rappresenta la soluzione ideale a questi problemi: una Finternet, una internet per la finanza globale.
La dipingono come un sistema fatto di “ecosistemi finanziari diversificati interconnessi tra di loro, sul modello dell’internet, progettato per supportare individui e aziende ponendoli al centro delle loro vite finanziarie”, con “un approccio incentrato sull’utente che riduca le barriere tra servizi finanziari e sistemi, promuovendo l’accesso per tutti”, con il risultato di eliminare gli intermediari e semplificare i processi. La “Banca centrale delle Banche centrali” dedica un paper specifico per delineare il sistema finanziario del futuro, cui bisogna mettere mano adesso, è il momento ideale.
L’obiettivo è semplice ma ambizioso: “Individui e aziende devono essere messi in grado di avere pieno controllo sulle loro vite finanziarie”. Devono così poter trasferire qualsiasi asset finanziario per qualsiasi valore, in qualsiasi momento utilizzando qualsiasi dispositivo a chiunque e ovunque nel mondo con modalità che devono essere poco costose, sicure, quasi istantanee e alla portata di tutti. Insomma, bisogna assicurare l’inclusione finanziaria
per quei segmenti attualmente sottoserviti.
Un mondo dei sogni? No, perché in questo momento a renderlo possibile è la tecnologia, che permette di andare oltre le semplici app per la mobilità sfruttando appieno le enormi potenzialità degli smartphone. La tokenizzazione permette di rappresentare qualsiasi asset finanziario – che si tratti di denaro, azioni, bond, real estate, polizze, ma anche opere d’arte o Npl – in formato digitale: “Possiamo mandare quegli stessi asset in tutto il mondo schiacciando un bottone. E possiamo utilizzare tool digitali per verificare in maniera istantanea e con assoluta certezza che le parti coinvolte nella transazione siano compliant con tutte le leggi e le regole connesse”. A queste potenzialità si affiancano quelle messe a portata di mano dagli “unified ledgers” programmabili: piattaforme digitali che integrano diversi mercati finanziari, quelli degli strumenti candidabili alla tokenizzazione che diventano eseguibili in maniera programmata grazie al supporto degli “smart contract”. Questa convergenza tecnologica apre quindi una prospettiva innovativa di un’infrastruttura rivoluzionaria in grado di portare la finanza globale a misura di persone e aziende.
Il concetto di Finternet delineato dalla Bri si fonda su tre pilastri: un’architettura sana sotto il profilo economico, l’integrazione di tecnologie evolute votate alla trasparenza e alla sicurezza e una robusta infrastruttura dal punto di vista regolamentare e di governance. Tutto questo prepara la strada per un sistema finanziario centrato sull’utente – consumatore o azienda che sia – e sulle sue esigenze, integrato e universale, adeguato all’era digitale che sia inclusivo, innovativo, partecipativo, accessibile e conveniente. Che “non lasci indietro nessuno”. Se la immagina la Banca centrale delle Banche centrali, sembrerebbe una prospettiva realistica: di certo potrà rispondere a bisogni concreti, ora si tratta di sperimentare e provare per verificare la fattibilità di Finternet. La visione è stata delineata, bisogna dare seguito con una volontà politica che coinvolga tutti gli stakeholder: autorità, Governi, istituzioni, Banche centrali, banche commerciali e persone. Ci vorranno anni per costruirla, ma bisogna iniziare adesso per porre le basi di questa nuova infrastruttura: è il momento ideale da non lasciarsi sfuggire per compiere quel piccolo passo che potrà trasformarsi in un progresso enorme per l’umanità. Il problema è partire.