Da Biella al K2, andata e ritorno per misurare i cambiamenti climatici. La spedizione alpinistica fotografa il climate change
È durata 60 giorni – ed è stata un successo – la missione sulle vette del Karakorum, realizzata per monitorare lo stato di salute del pianeta e quello dell’uomo in condizioni estreme. Iniziata il 10 di giugno (come vi avevamo raccontato qui), la spedizione ha preso il via dalla località pakistana di Askole a circa 3.000 metri di altitudine e, dopo un trekking di 90 km in cinque giorni e l’arrivo al campo base, la squadra ha effettuato i primi 10 giorni di acclimatamento insieme per poi dividersi su due obiettivi diversi. Da un lato, il biellese Gian Luca Cavalli, capo spedizione, insieme al peruviano e biellese di adozione Cesar Rosales, il medico biellese Donatella Barbera, e Dario Reinero del CAI di Valdagno, hanno scelto di affrontare prima il Broad Peak (8047m) spostandosi al relativo campo base; dall’altro lato, Matteo Sella (che fa parte dell’Eagle Team del CAI) e Tommaso Lamantia, alpinista di Varese e Accademico del CAI, hanno deciso di rimanere “concentrati” sul K2 (8611m), il tutto senza portatori d’alta quota e senza bombole d’ossigeno.
Le avverse condizioni meteo hanno reso difficili i primi 35 giorni di acclimatamento, ma a fine luglio, con il miglioramento del tempo, la squadra ha tentato le relative vette. Obiettivo riuscito a Lamantia sul K2 e a Cavalli e Rosales sul Broad Peak. Mentre, Matteo Sella ha raggiunto quota 8200m sul K2 e Reinero il colle del Broad Peak. La forza di volontà e la preparazione fisica hanno permesso di ottenere ottimi risultati nonostante gli imprevisti e le difficoltà che un ambiente estremo come questo può presentare in ogni momento.
“L’armonia all’interno del nostro gruppo è stata fondamentale” racconta Cavalli: “Pur in un ambiente ostile e sotto stress abbiamo sempre risolto qualsiasi conflitto e mantenuto alto il morale, anche nei momenti più difficili”. Un’esperienza carica di emozioni e insegnamenti: “Anche dopo una vita di alpinismo fare uno zaino ben fatto è difficilissimo. Per quanto ci si possa avvicinare, la perfezione in senso stretto non esiste” ha commentato Matteo Sella.
La spedizione ha contribuito a importanti studi scientifici che porteranno a una migliore comprensione delle condizioni umane in ambienti estremi e del cambiamento climatico. Sono stati infatti raccolti campioni di neve a diverse altitudini per analizzare la quantità di microplastiche presenti nell’ambiente e sono stati monitorati i parametri fisiologici degli alpinisti in alta quota. Sono state inoltre state realizzate alcune fotografie che verranno confrontate con gli scatti di Vittorio Sella del 1909.
Il Progetto K2, promosso ed organizzato dal CAI di Biella insieme al CAI nazionale, è stato sostenuto dal gruppo Sella, sponsor dell'iniziativa insieme ad Allianz Bank.