Dall'evoluzione tecnologica alle nuove sinergie tra intelligenze artificiali e umane, esploriamo come l'integrazione dell'AI sta trasformando la produttività, migliorando la creatività e rivoluzionando le competenze nelle aziende e nelle attività di tutti i giorni aprendo la strada a nuove opportunità.
C’è chi l’ora la guarda sul telefono, chi dall’orologio da polso, chi magari distrattamente ha dimenticato a casa entrambi ed è costretto ad affidarsi agli orologi delle farmacie o ai pochi ancora distribuiti nelle grandi piazze dei paesi e delle città più importanti. Nell’Ottocento, però, questa era l’unica soluzione possibile: i grandi orologi affissi sui campanili, sulle torri e ai lati dei palazzi erano l’unico modo di conoscere l’ora. Dovevano essere precisi e molti erano presi come sincronizzatori perfetti per tutti gli altri. Quelli di città diverse, però, non segnavano tutti la stessa ora: ogni città regolava il proprio orario osservando la posizione del sole, e le persone sincronizzavano gli orologi in base a quello.
Questo però era un bel problema per le attività che avevano necessità di conoscere con precisione l’ora esatta per organizzare i loro servizi, in particolare le ferrovie. Nel Regno Unito era stato stabilito che l’ora esatta dovesse essere quella misurata dagli astronomi dell’Osservatorio reale di Greenwich, quello da cui passa il “meridiano zero” che utilizziamo ancora oggi. L’unica garanzia per conoscerla quindi era avere qualcuno che andasse lì, con il risultato che ogni giorno all’Osservatorio arrivavano gli addetti di banche, grosse aziende e orologiai che regolavano i loro orologi per poi permettere di farlo con gli altri in città.
Stufo dell’andirivieni, nel 1836 l’astronomo dell’Osservatorio George Airy limitò l’accesso a un solo giorno alla settimana, il lunedì. John Belville, che al tempo lavorava come assistente di Airy, sfruttò così la sua situazione privilegiata per mettere in piedi un servizio che portasse l’ora esatta direttamente a Londra: i suoi circa 200 clienti pagavano un abbonamento annuale per poter consultare una volta alla settimana il suo orologio, che faceva portare in giro da dei garzoni, e aggiustare di conseguenza il loro. BBC News racconta che l’orologio era accurato al decimo di secondo permettendo a tutti di gestire in maniera più efficiente e precisa le proprie attività quotidiane e lavorative.