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Appunti d'Archivio | Una scoperta imprevista: così la storia si annida nei numeri

Da oggi, oltre a consultarli in modalità fisica presso il nostro Archivio Storico, i bilanci di Banca Sella dal 1938 al 2022 si trovano online sulla Community Storica Sella. Tra i materiali trovate oltre 80 esercizi consultabili. Un vero primato tra le banche italiane. Buona lettura con la nuova puntata di Appunti d’Archivio
Appunti d'Archivio | Una scoperta imprevista: così la storia si annida nei numeri
La raccolta dei bilanci della Gaudenzio Sella & c., ancora rilegati in pergamena, a partire dall'esercizio 1938

Spunti di "primo inverno" dall’Archivio Storico Sella. Fra le tante letture che si possono fare davanti al camino acceso e ai dolcetti alla cannella, quest’anno, oltre alla Settimana Enigmistica o a romanzi di ogni tipo si potrebbe trovare un bilancio Banca Sella. Fantasia? Onestamente... forse sì! Certo è che l’aver reso consultabili on-line tutti i bilanci della Banca dalla data della trasformazione in SpA nel 1938 ad oggi, offre interessanti spunti (nb dal 1886 al 1937, come società semplice, c’era l’obbligo di predisporlo il bilancio, ma non di stamparlo e pubblicarlo).  Ma torniamo davanti al camino, con il nostro lettore.  Abbiamo già parlato della veste grafica e della fisicità del bilancio, ora dimentichiamo per un attimo numeri e risultati economici (peraltro di gran rilievo), focalizzandoci sulle "relazioni del consiglio".  Già, perché generalmente la prima sezione di un bilancio prevede la relazione dell’andamento dell’esercizio in questione da parte degli amministratori.   

L'evoluzione grafica e di dimensione dei bilanci Banca Sella; dal primo "fascicoletto" in carta riciclata del 1939 ai volumi plastificati di metà anni '70 agli importanti volumi di oggi


A prima vista un bilancio pare solo un racconto di numeri, ma applicando un po’ di "pensiero laterale", il racconto di un esercizio imprenditoriale parla anche della società (in senso civile), di territorio, di "tempi" e potendo scorrere velocemente più di 80 anni in poche pagine si ha un effetto "fastforward" che permette di cogliere il senso della storia che ci è passata accanto o meglio cui siamo passati attraverso.  Subito emerge un principio importante: da quella storia siamo sempre usciti cresciuti, più ricchi d’esperienza.  Ma torniamo al nostro amico lettore, ora forse già passato ai dolcetti, che decide di sfogliare (anche col telefonino o l’iPad) i bilanci; si rende conto subito che la banca oggi è una realtà attivissima, ma è il lungo e prudente cammino di oltre 140 anni, che sicuramente l’ha resa quella che è.  Può diventare quasi un gioco cercare – per curiosità storica – proprio i segni dei tempi, sin dal 1938, notando anche solo il linguaggio, lo stile di comunicare.  Era quello del "ventennio".   La celebrazione prevedeva una formulazione futuristica, esaltante, che ci ricorda come i regimi impongano anche gli stili e la forma, anche quella parlata (come l’uso del "voi" invece di "lei").  Peraltro era un obbligo nella comunicazione pubblica.  

Poi si scoprono le tracce della "storia" che passa da Biella, con una visita dell’allora capo del governo Benito Mussolini. Biella, allora, era un polo economico/industriale "da non perdere" per un capo di governo.  O si trovano riferimenti alla politica autarchica del tempo.  Una scelta economica (non certo spontanea) che, in parole povere diceva: "bastare a se stessi" senza dipendere dalle importazioni.  Anni di scelte non sempre spontanee, ma di fronte agli eventi si può sempre decidere di subire passivamente o di crearsi opportunità.  

La collezione di giornali storici raccolta in Archivio Storico permette approfondimenti di grande interesse

E ne emerge un Biellese che (anche) allora seppe ingegnarsi. Eravamo un territorio che sapeva filare e tessere e, cosa strana, non avevamo la materia prima. La lana. Come oggi, si importava da lontano, ma l’importazione era vincolata dalla guerra. La soluzione vide anche qui il Biellese in "prima linea". Lanital! Tra il 1937 e la fine della seconda guerra mondiale, proprio da qui venne commercializzata una fibra "autarchica" a base di caseina, una proteina del latte.  E sempre leggendo si scopre un altro primato dell’industriosità nostrana: il rayon, la cosiddetta "seta artificiale", un prodotto sintetico, inventato in Italia e industrializzato grazie all’azione della SNIA Viscosa, altra vicenda locale... ma quella è un’altra storia.  Poi: "Termina finalmente il triste periodo della occupazione germanica e della guerra, la nostra Banca ha ripreso nuovo animo nello svolgimento della sua più che cinquantennale attività diretta a conseguire, oltreché il proprio interesse, inteso nel senso della sempre maggior solidità, la soddisfazione della clientela e lo sviluppo della regione".  Rinforzarsi per poter aiutare meglio a ripartire. E si giunge al primo dopoguerra, e torna in gioco il rayon ma ora per modificarne gli impianti di produzione, iniziando a produrre il cellophane... solo un primo passo, ma è l’inarrestabile avvento della "plastica".

E poi le tracce delle grandi svolte e scelte dell’economia.  Alla fine del 1946 l'inflazione riprese a galoppare, nacque il problema della stabilizzazione monetaria.  Arrivò la riforma della riserva obbligatoria nel 1947, la creazione del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR) l'ammissione dell’Italia nel  1946 alla comunità finanziaria internazionale e poi la liberalizzazione del commercio dei cambi e la svalutazione del 1947 (merita notare la nostra  accorta gestione interna anche mediante  un’adeguata politica di ricapitalizzazione)  e poi la nascita dell'Ufficio Italiano dei Cambi, e ancora le attività delle banche, essenziali per attrarre e gestire gli aiuti internazionali, dall’Interim Aid al Piano Marshall fino alla Banca Mondiale (che tanto ci può far pensare all’attuale PNRR) che consentirono di uscire dall'emergenza e di avviare la ricostruzione. Insomma, una cronaca fittissima, che ha fatto storia e ci si era immersi. Ma una storia viva, non fantasiosa, un racconto reale che rende tutti protagonisti, che ha segnato l’Europa per gli anni a venire, che ha creato l’equilibrio che pur con qualche scricchiolio sostiene ancora oggi l’economia.  Tutto questo dentro ai bilanci, narrazioni della storia parlando della "nostra storia". Mah... il nostro lettore?  Chissà se avvinto dalla "trama" ha lasciato spegnere il fuoco del camino. 

La ricostruzione dopo l'alluvione del biellese nel 1968 vide, come nel dopoguerra, la Banca Sella in prima linea a supporto dell'industria biellese e del territorio in generale


Forse è troppo, però lasciandosi prendere dalla curiosità si scopre o ritrova veramente tanto anche l’intensa emotività legata a ricordi drammatici, parlando dell’aiuto fornito con energia alle economie locali dopo la drammatica alluvione che colpì il biellese nel 1968.  Insomma, oltre 80 di storia e storie, raccontati e svelati attraverso gli occhi e le parole di un soggetto attivo, importante, attento sempre legato al proprio territorio e pronto ad esplorare. Un soggetto che nonostante le avversità, le guerre le sfide economiche più difficili ha sempre saputo trovare la strada per crescere facendo crescere, restando fedele ad un proprio spirito e a propri valori imprenditoriali. Alla fine quello dei bilanci è un racconto che poi si può sviluppare e arricchire, quasi come ogni buona saga che si rispetti. Basta passare al resto dei materiali e ai beni che il nostro Archivio Storico contiene. E il nostro lettore davanti al camino?   Beh, con tutto l’affetto per i nostri bilanci, magari dormicchia sognando splendide notti nevose o magari qualche curiosità leggendo i bilanci gli è venuta, si è aperto uno spiraglio e magari vorrà approfondire qualcosa, comprendere meglio e di più, andando a cercare altro materiale proprio nel "suo" Archivio Storico, il "nostro" archivio, che ha ancora tanto da offrirgli.  

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