Alfredo Zambanini, testimone di 60 anni di banca
"Oggi è difficile da immaginare...", è questa una delle espressioni più usate da Alfredo Zambanini quando riporta alla memoria i tanti aneddoti della sua esperienza professionale. Sei decenni di ricordi privati che raccontano l'evoluzione del nostro Gruppo e che, in molti casi, descrivono le trasformazioni di una società intera.
Fresco di diploma di ragioneria, Zambanini entra in Banca Sella nel 1961. "All'epoca, saremo stati un centinaio in tutto", dice. Da quel momento ricopre svariati incarichi: comincia nell'ufficio contabilità, si occupa dei clienti, è responsabile delle filiali di Vigliano e Vercelli, dirige l'ufficio esteri. Negli anni, poi, gestisce i rapporti con le banche italiane ed estere, avvia l'attività di consulenza finanziaria fino a diventare responsabile dell'area finanza (in cui, per qualche tempo, lavora anche Pietro Sella). E, ancora, lo troviamo alla guida dell'ufficio studi, cura le relazioni con l'ABI, si occupa della formazione del personale, è vicepresidente dell'associazione nazionale dei tesorieri: la lista delle attività e dei progetti che passano dalle sue mani è infinita. Anche dopo il pensionamento, nel 1998, continua a collaborare con la banca in varie funzioni. D'altronde, dopo sessant'anni, per lui è naturale identificarsi con l'azienda a cui ha dedicato una vita, e per riferirsi a Banca Sella, usa ancora la prima persona plurale "continuo a dire noi perché mi sento sempre parte di questo mondo", dice.
Alfredo Zambanini ha visto tre sedi diverse, Via dei Seminari, Via Italia e Piazza Gaudenzio Sella ed è stato stretto collaboratore prima di Giorgio e poi di Maurizio Sella. Quando gli chiediamo di individuare un filo conduttore che ha accompagnato il nostro Gruppo in tutti questi anni, non ha dubbi. "Nonostante sia cambiato tutto, noi abbiamo sempre ragionato con spirito imprenditoriale cercando, in ogni circostanza, di fare l'interesse dei nostri clienti e con attenzione allo sviluppo tecnologico: è questo che ci ha fatto crescere e diventare quello che siamo".
Pur essendo all'epoca una realtà piccola, siamo stati in grado di mantenere la nostra indipendenza proprio grazie a questa attitudine che da sempre ha guidato le nostre scelte. Ci siamo sempre posti il problema: "Cosa posso fare per...?"
Lo spirito imprenditoriale, fonte di crescita e indipendenza
"Il settore bancario è sempre stato fortemente regolamentato. Fino agli anni Ottanta, le banche potevano far ben poco di propria iniziativa e la competizione fra istituti non era affatto incentivata. Pur in questo contesto, in Banca Sella abbiamo sempre coltivato il nostro spirito imprenditoriale, perché è nel DNA della famiglia, imprenditrice da secoli. Tant'è che quando la normativa divenne più flessibile e cominciò a diffondersi un certo spirito d'iniziativa anche nel nostro settore, da noi in molti si stupirono, perché quella che veniva presentata nel dibattito pubblico come una novità, per noi era la normalità. Pur essendo all'epoca una realtà piccola, siamo stati in grado di mantenere la nostra indipendenza proprio grazie a questa attitudine che da sempre ha guidato le nostre scelte. Ci siamo sempre posti il problema: "Cosa posso fare per...? Cosa posso fare per reggere la concorrenza? Cosa posso fare per migliorare il mio mercato? Cosa posso fare per ampliare il business?".
Eravamo consapevoli di essere provinciali e convinti che i provinciali non dovessero chiudersi in provincia ma, al contrario, dovessero conoscere il mondo se volevano capire dove andava. E questa è stata una nostra costante
Nuovi prodotti e servizi: il mantra dell'attenzione al cliente
"I prodotti e servizi che nel corso del tempo abbiamo offerto, sono figli di questa mentalità, espressione di una costante e rinnovata attenzione al cliente. Vi faccio alcuni esempi.
Il libretto promemoria. Fino agli anni Sessanta i conti corrente erano per le aziende, mentre i privati avevano, salvo rari casi, libretti a risparmio, in cui praticamente non c'erano movimenti. Con lo sviluppo economico e sociale, divennero possibili nuove operazioni, come pagare i servizi o l'affitto tramite conto bancario o ricevere gli stipendi direttamente sui conti. Fu così che, per venire incontro a questa dinamicità che cominciava a manifestarsi, pensammo di fare un libretto dove l'impiegato di banca aggiornava il saldo in modo che il cliente avesse sempre "sotto mano" la situazione del suo conto. Quello che sostanzialmente si fa oggi online. Uno strumento che offrimmo da precursori e che fu molto apprezzato e richiesto.
Anche sul versante dei prestiti fummo anticipatori. All'epoca, anche i prestiti erano diretti soprattutto alle aziende. Non si facevano nemmeno i mutui per le case per una questione normativa. Verso la fine degli anni Sessanta la banca avvertì l'esigenza di aprirsi anche ai privati e introdusse il prestito personale. Ricordo che preparammo una sorta di questionario per capire se il cliente dava le garanzie necessarie e, se venivano soddisfatti certi parametri, veniva concesso il prestito con grande rapidità: la nostra promessa era "domani ti dico qualcosa".
Un altro esempio di come l'aver fatto l'interesse del cliente si sia tradotto in un beneficio per la Banca è la vicenda dei bot. All'inizio degli anni Ottanta, lo Stato cominciò a emettere buoni, con scadenza breve e ottimi ritorni. Le banche non potevano competere e, com'era comprensibile, alzarono gli scudi. Noi presto capimmo che cercare di convincere i nostri clienti a lasciare i soldi sui conti e a rinunciare ai profitti dei bot, era una battaglia persa. Intuimmo che i bot avrebbero preso sempre più piede e decidemmo così di cercare di venderne quanti più possibile, percependo la nostra percentuale di commercializzazione. Così, in controtendenza, iniziammo a spingere i nostri clienti ad acquistarli. Finì che i clienti delle altre banche, che continuavano ad opporsi ai bot, prendevano i soldi dai loro conti e li portavano da noi, investendo nei titoli. In sintesi: non solo non abbiamo registrato un calo di depositi ma abbiamo avuto un notevole aumento di titoli depositati e di nuovi clienti, soddisfatti per i servizi che davamo loro. Si rivelò una scelta strategica fondamentale".
L'evoluzione degli spazi di lavoro
"Spirito imprenditoriale e attenzione al cliente sono state le logiche che hanno determinato anche la trasformazione dei nostri luoghi di lavoro: a cominciare dalle nostre sedi. In via dei Seminari, la Banca al primo piano del "Palazzone" era poco visibile e ancora poco conosciuta. La decisione di Giorgio Sella di trasferire la sede all'inizio di via Italia non fu solamente un'operazione immobiliare, fu una grande operazione di marketing: nessuno avrebbe potuto ignorare l'esistenza di Banca Sella adesso che la sua insegna campeggiava in un edificio tutto nuovo nel cuore della città.
Nella sede di Via Italia, operativa dal 1966, prendemmo molte iniziative pionieristiche come l'introduzione dello sportello a confessionale e il cassiere unico. Va ricordato che fino ad allora gli sportelli erano stati concepiti sostanzialmente per proteggere il cassiere e ricordo che in alcuni casi si faceva addirittura fatica a riuscire a parlare con l'impiegato. A Giorgio Sella venne l'idea di realizzare degli sportelli con le antine laterali per consentire al cliente di parlare liberamente, senza essere sentito dagli altri. Già cinquant'anni fa ci preoccupammo di tutelare la privacy dei nostri clienti. Sempre in quegli anni, il cassiere diventò un operatore a tutto tondo e fu in grado di occuparsi di tutte le esigenze dei clienti che così poterono risparmiare tempo facendo una sola coda.
Queste furono solo alcune delle tante iniziative che abbiamo preso nel tempo pensando al cliente. Ne potrei citare molte altre, come i giocattoli in legno in filiale per intrattenere i bambini dei clienti nei primi anni Settanta o la macchina chubb, l'antenato del bancomat, grazie alla quale si poteva ritirare denaro anche a sportelli chiusi: un prodotto innovativo, fatto arrivare dall'Inghilterra che solo noi avevamo o, ancora, i primi eliminacode, all'inizio degli anni Novanta. Per noi è sempre stato importante meritare la considerazione dei nostri clienti".
Lo sviluppo tecnologico
"L'evoluzione tecnologica, con l'elettronica prima e l'informatica poi è stato un processo molto graduale fatto di tante piccole novità. In Via dei Seminari avevamo un centro meccanografico che stampava gli estratti conto della clientela e preparava il materiale per il calcolo degli interessi, che veniva fatto a mano. Quando ci trasferimmo in Via Italia, grazie all'evoluzione tecnologica fummo in grado di allestire un centro elettronico di elaborazione dati e sviluppare servizi sempre nuovi. Per la Banca fu un grosso investimento. Allora era voce comune che solamente i grandi istituti avrebbero potuto permettersi un centro elettronico; invece Maurizio Sella pensava che ci sarebbe stata una forte diffusione degli strumenti elettronici all'interno dei luoghi di lavoro e che dovessimo puntare su questo aspetto. La storia poi ci ha dato ragione. Il nostro Gruppo ha sempre avuto un atteggiamento prudente e di attenzione ai costi ma, allo stesso tempo, è sempre stato aperto e attento ad intercettare le novità. Eravamo consapevoli di essere provinciali e convinti che i provinciali non dovessero chiudersi in provincia ma, al contrario, dovessero conoscere il mondo se volevano capire dove andava. E questa è stata una nostra costante".