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"Il metaverso? Includerà tutte le tecnologie. E sarà sempre più una piattaforma sociale che riscriverà le nostre vite" - L'intervista

'Il metaverso? Includerà tutte le tecnologie. E sarà sempre più una piattaforma sociale che riscriverà le nostre vite' - L'intervista
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Il metaverso sarà sempre più un'Internet evoluta, una body Internet con una sua fisicità. Ecco perché riscriverà le regole del nostro rapporto spaziale

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"Per comprendere al meglio il metaverso bisogna sfatare alcuni luoghi comuni. Intanto è più un concetto che un dato di fatto. È il coniglio dal cilindro e racconta un'Internet evoluta, quella che definisco una "body Internet" con una sua fisicità. Ecco perché riscriverà le regole del nostro rapporto spaziale. In fondo il metaverso è la somma delle tecnologie abilitanti ed è una piattaforma sociale". Così afferma Lorenzo Montagna (nella foto), autore di "Realtà virtuale e realtà aumentata" per Hoepli e presidente italiano VRAR Association, prima associazione mondiale che raggruppa 28.000 esperti sui temi di AR e VR in 50 Paesi nel mondo. Montagna è uno dei massimi analisti di metaverso. Nella sua lunga carriera i temi dell'innovazione si sono spesso incontrati con quella fase pionieristica che ne determina poi le varie evoluzioni. È stato alla guida di aziende iconiche della rete come il primo portale Yahoo, il primo motore di ricerca Altavista, la prima app di geolocalizzazione ViaMichelin, i primi siti social e di musica online Lycos e Napster. Oggi viaggia per il mondo analizzando scenari e ricadute della nuova "narrazione tridimensionale", definita così dal CEO di Disney Bob Chapek.

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Nel breve periodo il metaverso è perfetto per settori come intrattenimento, moda, lusso: qui si creano modelli di business misti digitali-reali, ma diventerà anche luogo per settori più tradizionali

Giardini aperti e chiusi. Stiamo parlando di un futuro che è già presente, come evidenziano i numeri. Soltanto nel 2021 il mercato delle skins - termine tecnico che indica gli oggetti acquistabili e da far indossare al proprio avatar in un videogioco come Fortnite - è valso 40 miliardi di dollari. E mentre nel 2020, in piena emergenza pandemica, il mercato degli NFT era fermo a 41 milioni di dollari, già lo scorso anno è cresciuto di più di otto volte arrivando alla cifra record di 338 milioni di dollari. L'NBA ha reso disponibili come NFT una serie di video di "top canestri" che hanno spinto 100.000 utenti ad acquistare, scambiare e rivendere per un valore totale dell'operazione pari a 250 milioni di dollari. E non a caso Samuel Jordan, uno dei più noti digital designer, è riuscito a vendere nell'ultimo anno 19 milioni di oggetti digitali su Roblox. "I metaversi esistenti - per lo più in stile gaming - possono essere chiusi, con l'utente che si muove in un mondo predefinito negli spazi e nei contenuti. Come in un videogioco, è il publisher a disegnare e a organizzare tutto. Non a caso proprietaria di Fortnite e Roblox è Epic Games, la prima azienda al mondo nel comparto del gaming. In questi mondi anche gli acquisti e le monete sono di proprietà del publisher e gli acquisti avvengono convertendo valute reali, come euro o dollari che si appoggiano alla carta di credito. Ma i metaversi possono essere anche aperti: in questo caso hanno una struttura con spazi definiti che vengono appunto venduti. Esiste quindi una vera proprietà del luogo che ha posizione e dimensioni strettamente dipendenti dai budget. È la blockchain a governare le attività. Tutto passa da NFT per certificare proprietà, titolarità e valore. Il punto vero del discorso non è però lato piattaforma, ma lato utente. Nei metaversi open oggi si entra con crypto wallet, che sono appunto portafogli evoluti con dati personali che vanno oltre user e password per permettere anche transazioni finanziarie. Questi permetterebbero di passare da una piattaforma all'altra, ma resta da capire se i proprietari di questi siti lo vorranno fare veramente", racconta Montagna.

L'opportunità per utenti e aziende. Per questo manager e analista dei nuovi mondi è tutto una questione di tempo nel coinvolgimento delle varie industrie. "Parte prima chi ha a che fare con i giovani, la famosa generazione Z che è impermeabile ai media classici e che ha trovato nelle piattaforme di gaming una naturale evoluzione del social. Da qui nasce l'espressione digital hangout intesa come l'attività dei giovani di entrare negli attuali metaversi non solo per giocare, ma anche e soprattutto per incontrarsi, chattare e partecipare ad attività ed eventi. Ma ci arriveranno anche le banche. Non è un caso che in America JP Morgan si sia mossa in anticipo proprio qualche mese fa creando una prima presenza in Decentraland, uno dei mondi virtuali attualmente in voga. Nel breve periodo il metaverso è perfetto per settori come intrattenimento, moda, lusso: qui si creano anche modelli di business misti digitali-reali, ma diventerà anche luogo per settori più tradizionali", precisa Montagna. 

Per le aziende, grandi e piccole, la sfida è culturale. Bisogna orientarsi già ora a comprendere la transizione digitale

La professione emergente del builder. Per Montagna ciò che contraddistingue il metaverso dall'attuale Internet è la partecipazione, la presenza di sé ma anche di altre persone. "Potenzialmente qualunque azienda può avere interesse a creare una nuova relazione digitale con il proprio target. Dimentichiamoci dell'aspetto gaming degli attuali metaversi ed immaginiamoci una serie di ambienti differenti: da quelli lavorativi come gli uffici, a quelli retail, dagli ambiti industriali a quelli sanitari. Ambienti in cui le persone vanno oltre la videoconferenza e il rapporto con gli oggetti diventa reale, superando la pura logica dell'e-commerce, primordiale strumento di contatto tra prodotto e target. Il tutto senza interazione fisica", dice Montagna. Ma attenzione. Per accettare la sfida tutte le aziende, soprattutto quelle meno tecnologiche, dovrebbero orientarsi già ora per comprendere al meglio il metaverso. 

Montagna non ha dubbi: serve un percorso di transizione digitale, e lo ha ribadito recentemente anche sulle pagine di Nòva del Sole24Ore "È un passaggio culturale essenziale: le organizzazioni devono interrogarsi sulle loro strategie, costruire un catalogo prodotti dedicato e arrivare per tempo a digitalizzare la loro storia. Quella del builder è una delle nuove professioni che nascono con il metaverso: lo sviluppatore, che è passato dal costruire i siti alle piattaforme di e-commerce e di app mobile, ora diventa architetto di spazi, di esperienze, di attività onlife dagli oggetti ai vestiti e fino agli ambienti".