Cronaca di tre giorni indimenticabili: “ecco la nostra Adunata degli Alpini”
“Passare tra due ali di folla festante, che applaudiva e incitava, tanto da non farti sentire nemmeno il ritmo delle fanfare... mi ha fatto scendere più di una lacrima.” Così Piermaria Buscaglione di Banca Sella descrive uno dei momenti più intensi dell’Adunata Nazionale degli Alpini di Biella: tre giorni, in cui centinaia di migliaia di penne nere e appassionati hanno percorso le strade e le piazze della città, dando vita a una manifestazione che ha celebrato la storia, i valori e le tradizioni degli Alpini.
E come Piermaria, sono tanti i colleghi del Gruppo Sella che hanno voluto raccontare la propria esperienza, ognuno con un proprio vissuto, ma tutti accomunati dalla forza di un evento che rimarrà indelebile nella memoria. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di raccontarci la loro esperienza.
Una città vestita a festa
Davide Alice, responsabile delle Guardie del Consorzio Vigilanza Sella, ha vissuto ogni istante dell’Adunata con partecipazione attiva: dalla preparazione dei luoghi, all’accoglienza dei gruppi ospiti, fino alla tanto attesa sfilata della domenica sera. “Vedere Biella tutta imbandierata è stato qualcosa di sensazionale,” racconta. “Famiglie intere, bambini gioiosi… è stato magico.”
Per Andrea Antoniotti, che lavora nel Gruppo Sella dal 1983, l’Adunata non è stata solo un evento, ma un progetto che ha seguito fin dal 2017. Come vicepresidente della società organizzatrice della manifestazione ha vissuto da vicino ogni fase: “È stata un’esperienza totalizzante, che ha portato nel Biellese quello che non esito a definire l’evento del secolo.”
Un'esperienza intensa anche da spettatori
A raccontare la sua esperienza è anche Roberto Vietri, Private Banker presso l’Ufficio WBA di Aosta: “L’Adunata è sempre molto positiva e coinvolgente, anche per chi non ha fatto l’Alpino. Sabato mattina, sotto la pioggia battente, vedere tanta gente in giro mi ha fatto percepire la vera forza di questo evento.”
Presente come spettatore – “soprattutto molto attivo nei padiglioni enogastronomici,” precisa con ironia – Roberto ha vissuto momenti di grande coinvolgimento emotivo: “Ascoltare i cori alpini e le bande improvvisate è stato toccante. E poi ci sono state le immancabili ‘goliardate’ degli Alpini, con i loro mezzi motorizzati stravaganti.”
L’atmosfera che ha trovato a Biella gli ha ricordato l’Adunata del 2003 ad Aosta: “Sentire i residenti stupiti dalla quantità di partecipanti è stato come rivivere quei giorni.”
Emozioni e incontri che lasciano il segno
Molti racconti sono legati a incontri inaspettati, sorrisi ritrovati, abbracci che hanno risvegliato ricordi lontani. Davide ha rivisto, dopo trent’anni, il sottotenente della sua compagnia a Pinerolo. Per Carlo Ticozzi, analista programmatore in Centrico, l’Adunata è stata l’occasione per ritrovare il comandante del suo plotone della Scuola Militare Alpina, che non vedeva dal 1983: “E l’abbraccio con un compagno di corso ora malato, che non ha potuto sfilare, è stato uno dei momenti più toccanti. Ci ha regalato un libro scritto da lui con la copertina disegnata da un altro nostro compagno.”
I valori che uniscono
Solidarietà, servizio, fratellanza: non sono parole vuote, ma esperienze concrete, vissute ogni giorno dai gruppi Alpini. “Collaboriamo con ANGSA Biella, Piccolo Fiore e Domus, devolvendo il ricavato delle nostre cene benefiche,” spiega Davide. Carlo, invece, condivide un episodio della leva: “Quando il padre di un commilitone si fece male, tutta la compagnia andò ad aiutarlo durante la libera uscita. Questo sono gli Alpini.”
Anche per Piermaria, quei valori sono parte integrante della vita: “Emergono non solo durante le Adunate, ma anche nella quotidianità. I gruppi alpini sono un riferimento per la comunità.”
Un ricordo che resta nel cuore
“Se si vuole veramente qualcosa, e lo si persegue con impegno, lo si ottiene. Per gli Alpini non esiste l’impossibile.” Piermaria riassume così l’insegnamento più forte che porta con sé. Andrea invece parla con orgoglio: “L’orgoglio di esserne stato protagonista, e di aver trasformato un sogno in realtà.” E Carlo aggiunge: “La mia casa lungo il percorso ha reso l’Adunata non solo un incontro tra vecchi compagni, ma anche tra le nostre famiglie. Sono nate nuove amicizie, rinsaldati legami.”
A chi non c’era…
“Vedere Biella così affollata e in festa sarà difficile che si ripeta.” Per chi non ha vissuto quei giorni, il consiglio è uno solo: ascoltare le testimonianze, guardare le foto, lasciarsi attraversare dalle emozioni. Perché l’Adunata non è solo un evento. È uno stato d’animo. Una promessa di fratellanza che si rinnova, ogni volta, con la stessa forza.