Risparmio, in Italia tanta voglia di digitale e sostenibilità

Risparmio, in Italia tanta voglia di digitale e sostenibilità
Getty Images
01 Feb 22
#risparmio #scenari

Cresce l'interesse verso i mercati azionari, il trading online e le cripto-attività, accelera in modo significativo la digitalizzazione dei servizi finanziari nonostante siano ancora poco diffuse le conoscenze finanziarie e competenze digitali, aumenta la propensione verso gli investimenti sostenibili tra donne e investitori più giovani. Sono alcune delle principali evidenze del Rapporto Consob 2021 su 'L'approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane' che ha raccolto dati relativi a 2.695 individui, rappresentativi della popolazione dei decisori finanziari del nostro Paese.

Un'indagine approfondita e realizzata in un contesto macroeconomico che seppur caratterizzato da prospettive positive, legate al buon andamento delle campagne di vaccinazione contro il Covid-19, risultava tuttavia condizionato all'andamento dei contagi, in progressivo aumento specie nei paesi dell'Europa centrale e settentrionale.

 

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La partecipazione ai mercati finanziari continua a crescere: nel 2021 la quota di investitori risulta pari al 34% dei decisori finanziari a fronte del 30% nel 2019. Relativamente alle abitudini di investimento, nel 2021 è aumentata la quota di investitori che si affida a un professionista (28% a fronte del 17% nel 2019).

Ricchezza e risparmio delle famiglie
Nel 2021, il tasso di risparmio rimane su livelli superiori a quelli precrisi, sia nell'area euro sia in Italia, dopo aver registrato un incremento di circa il 7% rispetto all'anno precedente. In tutta l'Eurozona persiste una forte preferenza per la liquidità, che nell'ultimo quinquennio ha visto accrescere il suo peso nel portafoglio delle famiglie raggiungendo a giugno 2021 il 34% delle attività finanziarie totali (32% in Italia). In ambito domestico, risulta in crescita l'interesse verso i mercati azionari e il trading online, come testimonia anche la più intensa attività di negoziazione degli investitori specie con riferimento agli strumenti azionari. È inoltre aumentato l'interesse verso le cripto-attività, in un mercato mondiale in continua espansione, connotato da un'elevata eterogeneità degli asset e da una forte volatilità dei prezzi, e nell'ambito della intensa accelerazione della digitalizzazione dei servizi finanziari. Tali sviluppi richiedono una particolare attenzione alle competenze digitali dei cittadini, che in Italia risultano ancora poco diffuse, soprattutto tra le donne, e storicamente inferiori alla media europea.

Caratteristiche socio-demografiche e tratti della personalità
In linea con le precedenti indagini, gli uomini rimangono i principali responsabili delle decisioni finanziarie (72%), anche se nella maggior parte dei casi condividono le scelte con il partner. Coerentemente con le indagini precedenti, meno del 10% nutre un forte disagio nella gestione del denaro, mentre la quota di individui che percepiscono di essere finanziariamente auto-efficaci è pari al 38%, in diminuzione rispetto al 45% nel 2019. Il 52% degli intervistati si dichiara soddisfatto della propria situazione finanziaria attuale, in alcuni casi perché prevale l'ottimismo (15%).

Conoscenze finanziarie
Le conoscenze finanziarie di base risultano ancora poco diffuse ma, pur rimanendo contenuto, il livello continua lentamente a crescere. Nel 2021, in particolare, gli indicatori di conoscenza sono aumentati di 3 punti percentuali rispetto al 2019. Più della metà dei partecipanti all'indagine, soprattutto giovani e individui con un alto livello di conoscenze finanziarie di base, in occasione di scelte finanziarie importanti approfondirebbe temi potenzialmente utili; di questi, un terzo si rivolgerebbe al proprio intermediario e/o consulente finanziario, mentre poco più del 20% preferirebbe documentarsi su siti istituzionali (come quelli di CONSOB e Banca d'Italia) oppure attraverso media specializzati.

Pianificazione finanziaria e risparmio
L'attitudine al financial control non è diffusa tra i decisori finanziari italiani. Nella maggior parte dei casi, infatti, essi non hanno né un piano finanziario né la consuetudine di rispettare sempre il proprio budget (solo l'11% dichiara entrambe le abitudini). Viceversa, è diffusa l'attitudine a risparmiare, riportata dal 75% degli intervistati. Tenendo conto dell'insieme di tali comportamenti, il grado complessivo di financial control si attesta a un livello insoddisfacente. La crisi sanitaria si è riflessa sulla capacità delle famiglie di accantonare risorse. A prescindere dall'impatto sulla ricchezza accantonata, a seguito della crisi le scelte di risparmio risultano associate soprattutto alla riduzione delle spese. Oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità alla luce dell'attuale contesto economico; tra i restanti, il 19% indica una preferenza verso la liquidità, il 17% verso l'investimento immobiliare e l'11% verso l'investimento finanziario.

Scelte e abitudini di investimento
La partecipazione ai mercati finanziari continua a crescere: nel 2021 la quota di investitori risulta pari al 34% dei decisori finanziari a fronte del 30% nel 2019. Relativamente alle abitudini di investimento, nel 2021 è aumentata la quota di investitori che si affida a un professionista (28% a fronte del 17% nel 2019). L'attitudine alla gestione delle finanze personali risulta un fattore discriminante rispetto alle caratteristiche e ai comportamenti dei decisori finanziari. In particolare, gli individui che mostrano una migliore attitudine sono anche connotati da maggiori conoscenze finanziarie e digitali, dichiarano meno frequentemente situazioni di fragilità finanziaria e mostrano un maggiore livello di financial control. Nel contesto domestico rimane ancora marginale la partecipazione a web communities riferite a finanza e investimenti: solo il 6% degli investitori afferma di essere membro di web communities finanziarie, mentre il 25% non ne fa parte pur avendone sentito parlare e il 69% non le conosce.

Investimenti sostenibili
Nel 2021 la quota dei decisori finanziari italiani che dichiarano di avere una conoscenza almeno di base degli investimenti sostenibili ha raggiunto il 20% (18% nel 2019). Internet è la fonte informativa sugli investimenti sostenibili più frequentemente indicata dagli investitori (43% dei casi; era il 10% nel 2019). Fanno eccezione gli investitori informati che si avvalgono del servizio di consulenza finanziaria o di gestione patrimoniale, i quali individuano nel professionista il principale riferimento nel 40% dei casi, in netta crescita rispetto al 21% nel 2019. La propensione verso gli investimenti sostenibili è più diffusa tra le donne, gli investitori più giovani e i soggetti con un livello maggiore di alfabetizzazione finanziaria e competenze digitali. Nel 2021 è cresciuta lievemente, portandosi al 9%, la percentuale di investitori che dichiarano di possedere un prodotto finanziario sostenibile (7% nel 2019); tale incremento è più significativo nel sottocampione degli investitori assistiti da un consulente (dall'8% nel 2019 al 19%).

Digitalizzazione finanziaria
L'utilizzo di internet da parte delle famiglie italiane nell'ambito delle scelte economico-finanziarie oscilla tra il 2% nel caso della negoziazione di cripto-valute e il 44% per l'online banking. Gli intervistati si riconoscono un livello almeno buono di capacità nell'utilizzo della rete, mentre la quota di decisori finanziari che dichiara di tenere condotte adeguate a un utilizzo sicuro della rete oscilla tra il 48% con riferimento alla gestione dei propri dati personali al 72% rispetto all'uso di antivirus. Il 57% degli intervistati è interessato ad aumentare le proprie competenze digitali, soprattutto se vengono soddisfatte alcune condizioni, come la disponibilità di tecnologie facili da usare e di iniziative di formazione gratuita. Tale interesse è più frequente tra gli individui che mostrano conoscenze e competenze più elevate. Tra coloro che utilizzano la rete nell'ambito delle scelte economico-finanziarie, circa il 28% riferisce di usare servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia; di questi, quasi tutti sono disposti a mantenere le nuove abitudini anche in futuro, trovando attrattiva, tra le altre cose, la maggiore accessibilità e comodità di utilizzo del canale digitale rispetto a quello fisico. Per contro, gli intervistati che non intendono avvalersi della modalità digitale una volta superata la pandemia sono soprattutto coloro che ritengono di non avere abbastanza competenze (e che generalmente non sono interessati ad acquisirne) e coloro che preferiscono l'interazione 'in presenza'. Rimane poco diffusa la conoscenza dei servizi digitalizzati: in particolare la quota di investitori che afferma di averne almeno sentito parlare oscilla tra il 19% per la consulenza automatizzata (7% tra i non investitori) e il 39% per le cripto-valute (18% per i non investitori).