Acri-Ipsos, l'indagine annuale evidenzia l'aumento del risparmio degli italiani
Il Sole 24 Ore - Radiocor
Nell'anno della pandemia gli italiani che riescono a risparmiare non si accontentano più di accumulare liquidità ma tornano timidamente a puntare sui prodotti finanziari con una determinata caratteristica: devono offrire sicurezza.
È una delle evidenze messe in luce nella dalla tradizionale ricerca Acri/Ipsos realizzata ogni anno, oramai da vent'anni, in occasione della Giornata mondiale del risparmio.
La propensione alla liquidità resta ovviamente la prima risposta del campione Ipsos. Riguarda una larga maggioranza degli intervistati e non è cambiata rispetto al 2019 (63% del totale) ma la novità di quest'anno è proprio il timido recupero della voglia di investire una parte di questi risparmi: lo fa il 35% del campione di coloro che riescono a mettere qualcosa da parte (era il 34% lo scorso anno). Si nota poi nella ricerca un netto rialzo della percentuale di italiani che afferma come alla luce della situazione economica attuale, sia preferibile investire in strumenti finanziari sicuri. Resta inchiodata al 9%, invece, la quota degli appassionati che dichiara di acquistare strumenti finanziari più rischiosi.
La preferenza (33%) per gli strumenti finanziari sicuri sorpassa, sempre tra gli italiani in grado di accumulare parte del reddito, quella per il 'mattone', una passione mai sopita nei connazionali, che nel 2020 però viene indicato come miglior modo per investire, solo dal 32% del totale. Il contesto degli investimenti è quello di paese nel quale si riscontra un'impennata sia della propensione al risparmio sia dei volumi di risparmio nei primi sei mesi dell'anno, complice il crollo dei consumi legato al lockdown di primavera per la pandemia.
La ricerca Acri/Ipsos segnala un raddoppio del risparmio lordo (la parte di reddito disponibile non impiegato per in consumi finali) nel secondo trimestre dell'anno rispetto all'ultimo trimestre del 2019. Nel primo trimestre c'era già stata una forte crescita rispetto al precedente. La propensione al risparmio è invece balzata al 18% del reddito disponibile (era all'8% alla fine dello scorso anno).
"La riduzione delle occasioni di consumo ha favorito il risparmio - si legge nella ricerca - dando un'ulteriore spinta a una propensione ben consolidata e distintiva degli italiani che, in questo modo, si sentono sempre più al riparo di fronte al timore dell'imprevisto, potendo contare su risorse proprie".
Secondo il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco bisogna stare attenti che non si arrivi ad un eccesso nella propensione al risparmio per evitare il rischio che si inneschi una spirale viziosa che può portare a una deflazione.
Altro fenomeno che emerge dal lavoro dell'Acri, l'associazione che raggruppa le Fondazioni di origine bancaria, è che i risparmiatori italiani dichiarano di conoscere ancora poco i prodotti finanziari costruiti con una attenzione specifica ai criteri Esg e, di conseguenza, mostrano ancora diffidenza nei loro confronti.
"C'è una grande tensione nel mondo della finanza verso i prodotti Esg ma quest'ultima non si trasferisce ai risparmiatori" osserva Andrea Alemanno di Ipsos. Dalle ricerche della società che cura i sondaggi, emerge una scarsa conoscenza anche da parte di chi si affida ai promotori finanziari. "I temi Esg vanno raccontati dal lato della domanda, bisogna che si facciano capire le finalità, le certificazioni non scaldano i cuori; si tratta di un'informazione che non viene sfruttata da chi investe".