Appunti d'archivio | Negli anni Ottanta l'innovazione dei pagamenti viaggia in autostrada

Appunti d'archivio | Negli anni Ottanta l'innovazione dei pagamenti viaggia in autostrada
L'autostrada Milano-Venezia negli anni '70 (Universal Archive / Universal Images Group via Getty Images)

Fra i documenti dell'Archivio Storico del gruppo Sella si conserva un piccolo cimelio che racconta una storia interessante. È lo stesso Giorgio Sella, presidente di Banca Sella dal 1975 al 2000, a presentarcelo mediante un biglietto allegato che ne riassume le vicende: "Questa è la mia Viacard avuta dalla Banca Sella il 27-12-1983 il cui primo addebito, di complessive 5900 lire, in pagamento di diversi pedaggi, avvenne il 27-3-84. È la prima Viacard fornita alla clientela da un Istituto bancario in Italia. Giorgio Sella". La tessera Viacard di Giorgio Sella rappresenta il punto di contatto fra un nuovo servizio offerto dalla banca alla propria clientela e il mondo delle autostrade italiane.      

Velocità, collegamento e innovazione: queste sono le parole chiave applicabili allo sviluppo della rete autostradale in Italia che, nata a partire dal 1924, favorisce da ormai quasi un secolo il trasporto rapido su strada di merci e passeggeri. Fu infatti l'ingegner Piero Puricelli a presentare nel 1922 il progetto per l'"Autostrada dei laghi" che si concretizzò due anni dopo con l'inaugurazione della Milano-Varese, primo tratto stradale al mondo realizzato applicando il concetto ormai noto di autostrada. L'idea era quella di collegare due o più luoghi seguendo un tracciato rettilineo e senza ostacoli (quindi veloce), riservando la percorrenza ai veicoli a motore e richiedendo il pagamento di un pedaggio a copertura delle spese di realizzazione e manutenzione. 

L'idea ebbe successo, e già negli anni Trenta si ebbe in Italia uno sviluppo significativo della rete con l'apertura di varie tratte fra le quali, nel 1932, la Torino-Milano. Le realizzazioni proseguirono dopo la Seconda Guerra Mondiale e tra il 1955 e il 1975 la rete autostradale passò da 500 a 5.000 chilometri; e così, in principio degli anni Ottanta i trasporti su strada erano stimati nel rapporto di circa 10 a 1 rispetto a quelli ferroviari. Merci e passeggeri, utenza privata e trasporto pubblico, necessità aziendali e viaggi di piacere: sulle autostrade italiane cominciarono a riversarsi fiumi di autoveicoli e motoveicoli portatori delle più svariate esigenze di movimento e trasporto che nell'autostrada potevano trovare soddisfazione. Tutti però avevano un punto in comune: il pagamento del pedaggio.

In un primissimo tempo la società di gestione dell'autostrada organizzò la riscossione dell'importo dovuto nell'area di servizio e sosta, ove era obbligatorio fermarsi. Con l'introduzione del casello, l'autostrada assunse la caratteristica che ancora oggi la contraddistingue, ma con sistemi di calcolo del percorso e di pagamento del pedaggio che nel tempo cambiarono più volte. Negli anni Cinquanta si comprava il biglietto al casello di entrata dichiarando la destinazione (casello di uscita) e pagando subito il corrispettivo; il casellante consegnava il biglietto, diverso per ogni tratta, sul quale apponeva data e ora. All'uscita si consegnava il biglietto, pagando l'eventuale differenza se si fosse superato il casello dichiarato all'entrata. 

Le autostrade (certamente la Torino-Milano) erano a tre corsie, una per senso di marcia più la centrale per i sorpassi. Grazie a innovazioni conseguenti allo sviluppo della tecnologia, il biglietto d'ingresso diventò negli anni Sessanta una scheda perforata leggibile da una macchina elettromeccanica, permettendo così l'introduzione delle prime casse automatiche, funzionanti con monete metalliche che dovevano essere inserite dall'utente in un cestello.

Sempre negli anni Sessanta, furono introdotte anche le prime tessere perforate utilizzabili per il pagamento del pedaggio le quali, emesse direttamente dalla società autostrade, lette da apposito apparecchio presso il casello di uscita, consentivano di associare l'utente a un numero di conto corrente bancario per l'esazione successiva dell'importo dovuto. Queste tessere sono fra i primi esempi di pagamento meccanizzato non contestuale, in dotazione soprattutto a dipendenti di ditte o società di trasporti, utilizzatori frequenti dei tratti autostradali.

Restava tuttavia il problema della grande massa di monete metalliche e biglietti banca che la società autostrade raccoglieva e doveva in conseguenza gestire a proprio carico, e che rendeva i caselli punti cassa sensibili esposti a rischi di vario genere. Fu ancora una volta l'innovazione tecnologica a suggerire un possibile nuovo approccio al problema. Nel 1971, infatti, un ingegnere della IBM sviluppò un nuovo tipo di carta di credito che prevedeva l'associazione con una banda magnetica in grado di memorizzarne i dati salienti. Le ricadute nel settore delle autostrade non tardarono a manifestarsi. Dal 1981 vennero sostituiti i biglietti a perforazione meccanica con biglietti a banda magnetica, e nello stesso anno la società autostrade produsse una carta prepagata, o meglio, utilizzando la terminologia dell'epoca, una "tessera" a scalare per il pagamento dei pedaggi denominandola Viacard, prevista nelle due versioni a scheda perforata (per sfruttare ancora i lettori a tecnologia preesistente) e a banda magnetica. 

È a questo punto della storia che si colloca la comparsa della tessera Viacard di Giorgio Sella il quale, da sempre appassionato di tecnologie di comunicazione, intuì le potenzialità connesse all'innovazione in corso. In realtà, l'attenzione di Banca Sella verso le esigenze della clientela in viaggio si era già manifestata nel 1980, quando fu inaugurata la succursale presso il casello di Santhià sulla Torino-Milano, in posizione strategica sul percorso stesso che collegava Biella all'autostrada. Si trattava ora di fare un salto innovativo verso un servizio di qualità e "immateriale", al fine di garantire ai clienti della banca la possibilità di poter addebitare il costo dei pedaggi direttamente sul loro conto corrente.   

Nel luglio del 1983, Giorgio Sella illustrava con poche e lucide frasi ai consiglieri della banca il progetto Viacard, tratteggiandone gli aspetti operativi e pratici: "La Società Autostrade (I.R.I.) per evitare l'enorme movimento di contante incassato dai caselli ha istituito un sistema di pagamento del pedaggio a mezzo di tessera denominata Viacard sulla quale è annotato magneticamente il codice dell'utente. Convinti dell'interesse della clientela abbiamo già da qualche tempo iniziato trattative con l'Autostrada per stendere una convenzione sul tipo di quelle che l'Autostrada ha concluso col Diners. Emetteremo noi stessi la Viacard e dovremo assumerci l'impegno di pagare i pedaggi dovuti dai clienti a cui avessimo consegnato la Viacard". 

L'innovazione fu dunque prevedere che il sistema avrebbe funzionato, cosa alla quale all'epoca credevano in pochi. Così Banca Sella fu la prima banca italiana a emettere tessere Viacard, in convenzione con la società autostrade, preceduta solo da Diners Club International, società emittente di carte di credito. Per il servizio offerto Banca Sella richiedeva al cliente come unica spesa "la modica cifra di lire 8.000 comprendente, oltre ai costi effettivi di emissione, anche una copertura assicurativa in caso di furto, smarrimento o uso fraudolento della tessera da parte di terzi". Per ogni domanda di emissione Viacard ricevuta venivano rilasciati due tipi di tessera: una a codice perforato e l'altra a banda magnetica, poiché esistevano due diversi sistemi di esazione secondo l'autostrada percorsa. Il servizio si basava inoltre sulla concessione di una linea di firma (linea 082) alla società autostrade per conto di ogni singolo cliente consegnatario della Viacard.

Il sistema ebbe successo: secondo i dati forniti alla stampa dalla Società Autostrade, durante il 1986 furono emesse 320 mila tessere Viacard a scalare e 604 mila a valere su conto corrente il cui uso servì a coprire il 20,7 per cento del fatturato complessivo dei pedaggi; in quell'anno, risultavano convenzionate per emissione di Viacard su conto corrente 105 banche per un totale di 3500 sportelli, benché ancora non fossero aderenti i grandi istituti di credito. Grazie a un accordo della società Autostrade con la Federazione Italiana Tabaccai, inoltre, la distribuzione delle tessere Viacard poté avvenire anche presso molte rivendite sul territorio.

L'innovazione intanto proseguiva. Dal 1987 furono installati in alcuni caselli (ad esempio Roma Nord, Orte, Firenze Nord, Milano Nord, ecc.) degli innovativi "cervelloni parlanti", utilizzabili dai possessori della Viacard: "Essi invitano l'automobilista ad infilare la tessera nell'apposita fessura, calcolano il pedaggio dovuto, lo incassano, e infine gli augurano buon viaggio". E questo "buon viaggio" compiuto dagli utenti dei servizi Viacard prosegue ancora oggi grazie a nuovi sviluppi quali il sistema Telepass, già predisposto dalla fine degli anni Ottanta. Una storia di continua innovazione. 

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