Percorso 5 Innovazione - Breve storia del bancomat

Percorso 5 Innovazione - Breve storia del bancomat
Innovazione, un percorso per Clienti Premium
28 Jul 21

Per la generazione dei millennial, quella dei nati tra l'inizio degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta, lo sportello automatico è uno di quei luoghi con una specifica funzione che da sempre fanno parte del panorama urbano, come le pompe di benzina o le farmacie. Ho l'auto in riserva? Mi fermo alla pompa di benzina. Mi serve una medicina? Cerco l'insegna della croce verde che indica una farmacia. Il negoziante da cui sto facendo spese accetta solo contanti e io non ne ho? Devo andare a prelevarne al "bancomat" più vicino.


Bancomat è il termine con cui in Italia chiamiamo impropriamente gli sportelli automatici (noti in gran parte del mondo come ATM, Automated Teller Machine), nonostante sia in realtà il nome proprio di uno dei diversi circuiti di prelievo disponibili, che comprendono anche quelli internazionali Cirrus-Maestro e V-Pay, nonché quello delle Poste Italiane, il Postamat. Il circuito Bancomat è stato però il primo ed è sicuramente il più diffuso: da qui l'antonomasia. Questo circuito è gestito dal Consorzio Bancomat, un'unione di banche, intermediari finanziari e altre entità che operano nel settore dei servizi di pagamento, la quale possiede anche il circuito PagoBancomat: quello che permette di pagare con carta presso i terminali POS (Point Of Sale).


Negli ultimi anni, con la diffusione dei POS nei negozi e dell'e-commerce, cresciuta fortemente soprattutto durante la pandemia, l'esigenza di prelevare denaro contante è diminuita, così come la frequenza con cui molti di noi si trovano a farlo. Questa tendenza sembra lasciar presagire che lo sportello automatico possa diventare in futuro un oggetto sempre più obsoleto, un po' come è successo con le cabine telefoniche dalla fine degli anni Novanta: con la diffusione di massa dei telefoni cellulari, nessuno le ha più usate.


C'è stato però un passato non troppo lontano (che i genitori dei millennial ricordano) in cui la possibilità di prelevare contante a qualsiasi ora del giorno e della notte sarebbe sembrata pura fantascienza.


I primi tentativi di offrire servizi bancari in maniera automatica risalgono infatti solo agli anni Sessanta del secolo scorso. All'inizio di quella decade, negli Stati Uniti, fu inventata per esempio una macchina chiamata Bankograph, che permetteva di depositare monete, banconote e assegni ma non di prelevare contante. La macchina non ebbe molto successo e fu perciò rimossa dal mercato dopo poco tempo.


Nel 1966, in Giappone apparvero le cosiddette "Computer Loan Machine" (che potremmo tradurre con "macchine computerizzate per prestiti"), dalle quali si poteva prendere a prestito denaro contante inserendo la propria carta di credito, a un tasso di interesse del 5 per cento annuo e con l'impegno di ripagare il prestito entro tre mesi.


Fu solo nel 1967 che la banca britannica Barclays inaugurò la prima versione di una rudimentale ATM all'interno di una sua sede nella cittadina inglese di Enfield. La macchina, prodotta dall'impresa De La Rue, non funzionava però ancora come quelle di oggi: era operata da un cassiere che emetteva un particolare tipo di voucher per conto del cliente, lo introduceva nella macchina e ne estraeva denaro contante. Il voucher era monouso e non veniva restituito dalla macchina.


Nello stesso periodo, a distanza di giorni, macchine simili vennero introdotte da un'altra banca inglese, la Westminster Bank, e dalle casse di risparmio svedesi, che le chiamavano Bankomat.


Nel 1969, la banca britannica Midland Bank insieme alla società Speytec introdusse una versione della macchina che funzionava inserendo una tessera a banda magnetica, mentre diverse banche cominciavano ad assegnare PIN personali ai propri clienti per attivare le macchine in maniera più sicura.


Il primo sportello automatico in tutto simile a quelli di oggi arrivò tuttavia solo nel 1972. Fu progettato da IBM su richiesta della banca britannica Lloyd's e messo da questa a disposizione dei suoi clienti a dicembre di quell'anno nella città di Brentwood, nell'Essex. Lloyd's la chiamò "Cashpoint" (punto contante), nome che in Inghilterra ebbe sorte simile a quella del nome "Bancomat" in Italia: nonostante sia ancora un marchio registrato di Lloyd's, presto divenne un termine generico per indicare gli sportelli automatici di qualsiasi banca o circuito.


Nel nostro paese, il primo sportello automatico fu introdotto nel 1974 dalla Banca Popolare di Novara, che lo installò in una sua sede di Milano.


Nel 1979, negli Stati Uniti, comparvero poi i primi sportelli condivisi da più banche. Ma fu solo nel 1983 che questa possibilità venne introdotta in Italia, proprio con la costituzione del circuito Bancomat che funzionava attraverso l'omonima carta di debito bancaria a banda magnetica.


Dalla metà degli anni Novanta, diverse istituzioni finanziarie cominciarono a incorporare nelle loro carte un chip di sicurezza chiamato EVM (dai nomi delle società che lo introdussero: Europay, Mastercard e Visa), che lentamente, nel giro di una decina d'anni, sostituì la banda magnetica portando le carte di debito e di credito alla loro forma attuale.


Oggi, nel mondo si contano più di 3,8 milioni di sportelli automatici e, nonostante la diffusione crescente di mezzi di pagamento alternativi al contante, il loro numero è andato aumentando nei dieci anni antecedenti al 2019. Ci sono infatti paesi ed economie dove il contante rimane la prima forma di pagamento, e intere zone del mondo, come gran parte dell'Africa, l'India e diversi paesi del Sud Est asiatico, dove gli sportelli automatici sono ancora molto pochi in rapporto al numero di abitanti. L'obsolescenza di questa tecnologia potrebbe essere perciò meno vicina di quanto sembri dalla prospettiva privilegiata dei paesi occidentali. Inoltre, gli sportelli automatici potrebbero evolversi ed erogare sempre più servizi bancari (come già hanno fatto, offrendo per esempio la possibilità di pagare tasse e bollette, stampare estratti conto, ricaricare il credito telefonico eccetera). Insomma: benché il "bancomat" sembri una tecnologia in declino, il suo futuro è tutt'altro che scontato.