Italia più green grazie al digitale, giù le emissioni del 10% annuo fino al 2030
Il Sole 24 Ore - Radiocor
Il digitale darà un contributo importante alla decarbonizzazione del Paese. L'Italia, in linea con l'Europa, si è data un obiettivo sfidante per il processo di decarbonizzazione (piano Pniec): l'abbattimento, entro il 2030, del 55% delle emissioni di C02 che produceva nel 1990. L'obiettivo è molto ambizioso se si considera che nel 2019 l'Italia aveva tagliato appena il 17% delle emissioni del 1990. Da qui ne deriva che il Paese dovrà ridurre del 6,6% le emissioni ogni anno fino al 2030.
Secondo uno studio l'adozione di tecnologie digitali potrebbe dare un contributo significativo a questa sfida. Il rapporto, realizzato dagli esperti di The House Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia, ha costruito un modello di impatto secondo il quale l'adozione delle tecnologie digitali parte di famiglie, imprese e pubblica amministrazione potrebbe abbattere le emissioni del 10% ogni anno fino al 2030 rispetto a quelle del 2019 per un totale di circa 37 milioni di tonnellate di C02 annue al 2030. Il risparmio cumulato al 2030 sarebbe quindi pari a 204 milioni di tonnellate di C02, ossia le emissioni che uno stato grande come l'Argentina ha prodotto nel 2019.
Sul fronte economico questo si tradurrà in risparmi, per il minore consumo di energia per famiglie e imprese, pari a 5,1 miliardi di euro l'anno fino al 2030. L'impatto positivo dall'applicazione di tecnologie digitali sarà pari, afferma il report, a quello derivante dall'aumento della quota delle energie rinnovabili previsto dal Piano integrato energia e clima italiano: sono circa 36 milioni di tonnellate di C02 annue fino al 2030. Lo sviluppo delle tecnologie digitali si rifletterà sui consumi delle famiglie e del comparto dei servizi con oltre 10 milioni di tonnellate di emissioni in meno. Il rapporto cita ad esempio le tecnologie domotiche per la gestione dei carichi, l'ottimizzazione dell'utilizzo degli impianti e la maggiore integrazione delle tecnologie di autoproduzione.
C'è poi l'impatto derivante dalla maggiore efficienza degli impianti di fonti rinnovabili e tutto il capitolo del trasporto merci con l'adozione di tecnologie digitali per l'ottimizzazione dei carichi della logistica. Un ruolo importante ovviamente lo avrà il Pnrr che nella missione due darà una forte spinta alla sinergia tra digitale e sostenibilità con una dote di risorse di 25,4 miliardi. Il digitale poi avrà un forte impatto sull'ottimizzazione delle reti elettriche e sull'utilizzo degli impianti di rinnovabili. Sono decine le possibilità offerte dal digitale in termini di risparmio energetico.
C'e' tutto il capitolo della riqualificazione energetica degli edifici in cui il digitale può giocare un ruolo importante. In prospettiva l'impatto più significativo del digitale sarà la sua capacità di creare nuovi modelli di consumo, di produzione e lavoro. L'esempio più lampante è la dematerializzazione della carta. Oggi in Italia ogni lavoratore consuma in media 70 chili di carta equivalenti a 1,2 alberi, oltre mille litri d'acqua e 287 kwh di elettricità. Altro capitolo è quello connesso con lo smart working, altra conquista del digitale. Meno trasferimenti casa-lavoro e meno viaggi di lavoro avranno un buon impatto sul taglio delle emissioni climalteranti. Lo studio considera anche il filone delle smart cities: la riduzione dell'inquinamento dall'efficientamento del traffico urbano e il miglioramento dell'efficienza dell'illuminazione pubblica.