Percorso 2 - Investimenti Il successo delle app di trading e i suoi effetti
Il progresso tecnologico che ha contrassegnato per anni l'evoluzione dei mercati finanziari è stato alla portata di tutti gli investitori solo in apparenza. Fino a una decina di anni fa, se aveste voluto comprare prodotti finanziari sarebbe stato necessario rivolgersi a una delle grandi società di brokeraggio, che vi avrebbero fatto pagare una serie di costi, a partire da quello per ogni singolo ordine d'acquisto per un'azione e probabilmente vi avrebbero fatto pagare per la consulenza nella scelta dei prodotti da comprare. Un po' com'è avvenuto con lo streaming musicale, l'avvento e la diffusione degli smartphone hanno apportato numerose novità anche nel mondo del trading: la creazione di nuove app dedicate agli investimenti ha reso facile e alla portata di tutti l'idea di comprare un'azione, un ETF, un'opzione o un future, cambiando per certi versi la storia dei mercati finanziari.
Una tappa fondamentale in questo processo di disintermediazione è stato il 2013, anno in cui è stata fondata Robinhood, oggi una delle app di trading più famose al mondo, specialmente dopo il caso Gamestop. Vladimir Tenev e Baiju Bhatt, laureati in matematica a Stanford, crearono Robinhood sulla scia delle proteste di Occupy Wall Street, iniziate nel 2011: i mercati finanziari e i loro attori principali erano accusati di rappresentare il famoso 1% ricco della popolazione, in controllo della grandissima parte delle risorse mondiali. Tenev e Bhatt colsero l'opportunità per creare la prima piattaforma di trading senza commissioni. In meno di dieci anni, questa decisione avrebbe spinto numerose altre piattaforme di brokeraggio - dall'israeliana eToro alla tedesca Trade Republic - a seguire l'esempio di Robinhood, contribuendo al successo di questo settore del mondo degli investimenti.
Un segno degli enormi effetti di queste novità si registrò nell'ottobre 2019, quando Charles Schwab - una delle principali società finanziarie degli Stati Uniti attiva anche nel brokeraggio - annunciò l'eliminazione delle commissioni per le transazioni che comprendevano, azioni, opzioni ed ETF. Sei anni dopo la creazione di Robinhood, una grande e storica società di investimento ne copiava l'esempio, spingendo altri come TD Ameritrade, E*Trade e Fidelity ad adeguarsi rapidamente per non perdere clienti e accesso a nuove grandi fette di mercato.
Quasi tutte le app di trading oggi disponibili non chiedono il pagamento di commissioni sulle transazioni e rendono molto facile per chiunque aprire un conto e cominciare ad investire. Un'altra caratteristica comune a quasi tutte le piattaforme è la disponibilità dei "robo advisor", degli strumenti automatizzati di gestione degli investimenti, che consigliano tramite un algoritmo l'allocazione ideale dei fondi, rendendo meno necessario l'intervento di un broker umano o di un consulente. Il successo di queste piattaforme è stato quindi legato alle possibilità offerte dalla disintermediazione, che ha permesso di abbattere le barriere di ingresso che separavano gli investitori tradizionali da quelli amatoriali e che ha contribuito alla cosiddetta "gamification" del trading, la rischiosa trasformazione dell'investimento in un'attività ludica, presentata e gestita con logiche proprie dei videogiochi.
L'abbattimento delle barriere, la disintermediazione e la gamification nel trading sono temi di cui si parla da anni, per via del successo crescente delle piattaforme di trading per tutti, ma ha prodotto conseguenze che sono diventati molto visibili dopo il crollo dei mercati provocato dai primi lockdown di marzo 2020. Nei giorni di maggiore attività sui mercati, il Wall Street Journal ha rilevato che gli investitori individuali erano coinvolti in quasi il 25 per cento di tutti gli scambi negli Stati Uniti: aumentando, con la loro attività, la volatilità dei titoli di aziende colpite da forti crisi finanziarie. Per fare un esempio, la società internazionale di autonoleggi Hertz, colpita così duramente dalla pandemia da dover dichiarare fallimento, ha visto il proprio titolo crollare dell'80 per cento il 26 maggio rispetto al valore che aveva quattro giorni prima, per poi crescere fino al 94,7 per cento del valore iniziale l'8 giugno, provocando la rimozione del titolo - pratica chiamata "delisting" - dalla borsa di New York. Dietro a questo grosso aumento c'era anche un enorme numero di investitori "amatoriali", che stavano provando a speculare sull'andamento delle azioni di Hertz, contribuendo insieme e in modo disorganizzato a fluttuazioni enormi nello spazio di pochi giorni e poche ore.
Quella dietro alle fluttuazioni del valore delle azioni di Hertz è una dinamica sociale nota e osservata anche nel mondo degli investimenti, ma che con la partecipazione diretta di milioni di persone ai mercati è diventata ancora più evidente. Gli investitori tendono infatti a compiere le stesse scelte in massa, influenzandosi reciprocamente e adottando il cosiddetto comportamento del gregge, o "herding behaviour". E gli investitori amatoriali, con meno conoscenze e meno esperienza, sono ancora più soggetti a queste dinamiche: Terrance Odean, professore di finanza comportamentale alla Haas School of Business dell'Università di Berkeley Odean ha osservato su Bloomberg come «gli utenti di Robinhood siano maggiormente predisposti a prediligere selettivamente alcune informazioni tralasciandone altre», una distorsione cognitiva definita "attentional bias", e come «l'unione tra la semplificazione eccessiva delle informazioni a una serie di investitori ingenui è associata a episodi di herding», che possono avere conseguenze molto vistose.
L'attività degli investitori individuali sul canale r/wallstreetbets del social network Reddit ha dato una dimostrazione di queste dinamiche alla fine di gennaio del 2021: la scelta di rincorrere in massa i cosiddetti "titoli meme" o meme stock ha spinto numerosi utenti del canale a investire sul titolo di Gamestop - oltre a quelli di Blackberry, della catena statunitense di cinema AMC e altri - per rivalutarne il prezzo non tenendo conto dei fondamentali economici dell'azienda, che in quel momento giustificavano il basso valore azionario. L'iniziativa degli utenti di r/wallstreetbets ha inizialmente trovato campo libero sulle app di trading - specialmente Robinhood - almeno finché la piattaforma ha potuto disporre di sufficienti risorse per garantire tutti gli ordinativi. Quando il 27 gennaio gli investitori hanno portato il titolo fino a quasi 400 dollari - e ne valeva 17,25 il 4 dello stesso mese - Robinhood e altre app hanno ristretto o eliminato la possibilità di piazzare ulteriori acquisti, provocando la rabbia di numerosi investitori e spingendo la società a correre ai ripari cercando velocemente nuovi fondi per garantire le proprie operazioni.
L'attività coordinata di molti piccoli trader aveva prodotto successive e imprevedibili fluttuazioni di alcuni titoli, che avevano messo in difficoltà altri attori solitamente molto dominanti dei mercati azionari. Alcuni fondi speculativi che praticavano la vendita allo scoperto di alcuni dei titoli trattati dagli utenti di r/wallstreetbets con Robinhood sono stati per esempio costretti a ricomprare i titoli presi in prestito per limitare le perdite, al contempo gonfiando ulteriormente il valore dei titoli in questione. Per altri fondi le perdite causate dalle fluttuazioni del titolo di Gamestop sono state così grandi da costringere al fallimento. Ian Golding, professore di globalizzazione e sviluppo all'Università di Oxford, ha analizzato sulle pagine d'opinione del Financial Times i rischi posti dalle azioni di massa degli investitori individuali, suggerendo di monitorare dinamiche del genere per prevenire nuove alterazioni della volatilità dei mercati: «I limiti di operatività andrebbero ristretti su quei titoli che mostrano attività frenetica, così da prevenire mosse destabilizzanti per il mercato, e i margini andrebbero aumentati per quei titoli che corrono il rischio di azioni individuali di massa. È compito dei legislatori far sì che i mercati finanziari siano adeguatamente capitalizzati, e che questi nuovi sviluppi non si trasformino in una nuova fonte di rischio sistemico».
L'accesso al mercato da parte di nuovi attori ha aperto quindi nuove opportunità ma ha anche grosse conseguenze, sia per i mercati che per gli investitori stessi, che se non sufficientemente informati possono essere attratti dai possibili guadagni speculativi, senza coglierne i rischi. E le dinamiche di "gaming" usate da molte piattaforme di trading incentivano un rapporto molto spensierato con l'investimento, rafforzando una diffusa predisposizione alla ricerca di un guadagno facile e veloce. «Le persone non sono naturalmente predisposte a essere investitori efficaci nel lungo periodo» ha scritto la scienziata comportamentale della banca olandese ING Jessica Exton, «Ci concentriamo su quello che sta accadendo qui e ora, odiamo perdere e non sopportiamo di dover interpretare le informazioni in modo alternativo rispetto a quello atteso. I comportamenti di gregge e le decisioni impulsive ne sono un risultato». Jeff Ptak, della società Morningstar, attiva nella ricerca sugli investimenti finanziari, ha messo in guardia sui rischi collegati a queste situazioni: «È divertente speculare, ed è uno dei motivi per cui molte persone amano investire. E se fai speculazione con soldi che puoi permetterti di perdere eventi del genere sono eccitanti e a volte portano profitti. Ma se investire rappresenta una novità, e non capisci la differenza tra valore fondamentale e prezzo di mercato, la cosa non fa per te».
Se le app fanno leva sull'aspetto ludico e divertente del trading, i professionisti del settore insistono sull'importanza della lentezza necessaria per ottenere risultati sostenibili nel lungo periodo, caratterizzata da uno stato di noia opposto a quello offerto dalle app o dal coinvolgimento in attività coordinate come nel caso della speculazione su Gamestop. Una delle massime di Warren Buffett, uomo tra i più ricchi al mondo e assai conosciuto per la sua capacità di compiere investimenti profittevoli sulla base di attente analisi, fa leva proprio sulla noia, e su quanto l'attenzione collettiva possa fuorviare dal compiere investimenti oculati: «La maggior parte delle persone si interessa dei titoli quando tutti gli altri sono già interessati agli stessi titoli. Ma il momento migliore per interessarsi è proprio quello in cui nessun altro sta prestando attenzione. Non puoi comprare ciò che è già popolare e pensare di ricavarne ricchezza».