I mutamenti del cinema spinti dalla pandemia
Parte uno - La situazione pre-covid, l'avvento della patologia e i primi cambiamenti inevitabili
In che modo l'emergenza pandemica ha determinato i cambiamenti inevitabili del canale cinematografico? E come si ridefinisce la fruizione delle pellicole con il boom delle piattaforme? La riflessione di Amedeo Daniele e alcuni consigli di lettura per impreziosire la propria libreria

A partire dal 2020, con l'avvento della pandemia causata dal covid, il cinema è stato costretto a cambiare velocemente in modi non tanto imprevisti, quanto invece sopiti nella sua forma. Per comprendere il mutamento, è necessario iniziare con un quadro generale della situazione pre-pandemia.
Fino al triennio 2016-2019 la sala cinematografica poteva ancora identificarsi come il motore principale di lancio e diffusione della maggior parte dei film, soprattutto quelli realizzati con budget elevati. Il modello di business, rimasto pressoché lo stesso fin dai primi decenni della nascita dell'industria cinematografica, funzionava nel modo seguente: una casa di produzione realizzava un film per poi farlo uscire e restare nelle sale per settimane o mesi, in base agli accordi con i distributori e gli esercenti e ai risultati al botteghino. Solo dopo un dato periodo, recentemente si considerava un arco temporale tra i sei e i sette mesi, il film veniva rilasciato nella sua versione home video, sottoforma di cassette VHS poi dvd e successivamente blu-ray, fino alla distribuzione in formato digitale.
L'avvento delle piattaforme di streaming come Amazon Unbox (l'attuale Prime Video) nel 2006 e Netflix nel 2008 (dal 2015 Netflix è disponibile anche in Italia, Prime Video arriva invece nel 2016), ha cominciato a produrre un cambiamento sempre più profondo. Inizialmente Amazon e Netflix si erano limitate ad essere distributrici online di film, realizzati da diverse case di produzione, visibili in modalità VOD (video on demand) dopo aver sottoscritto un abbonamento mensile. Successivamente Prime Video e Netflix hanno compiuto un ulteriore passo in avanti, rispettivamente nel 2013 e nel 2015, passando da essere piattaforme di sola distribuzione a produrre da sé alcuni dei film inseriti nel catalogo di prodotti disponibili per gli abbonati. Fin dalla prima fase del percorso come produttrici, le piattaforme hanno subito vari tentativi di emarginazione da parte delle grandi istituzioni del settore, Hollywood su tutte. Il culmine dei tentativi di esclusione si è raggiunto quando per le edizioni dal 2015 al 2019 dell'Academy Award (conosciuto da noi come premio Oscar), non sono stati volutamente selezionati film prodotti da Netflix oppure, se candidati e poi vincitori, sono stati pesantemente criticati da figure del calibro di Steven Spielberg (il quale poi nel 2019 siglerà un accordo proprio con Netflix per la realizzazione di film).
Nonostante la presenza di detrattori all'interno dell'industria, l'avvento delle piattaforme di streaming ha spostato gli equilibri. Da un punto di vista economico risulta anche evidente che per lo spettatore medio, frequentatore abbastanza costante della sala cinematografica, incomincia ad essere maggiormente conveniente registrarsi ad una piattaforma rispetto all'andare in sala con frequenza. Prendendo d'esempio nuovamente Netflix con un abbonamento mensile diviso in tre fasce di prezzo (base a 7.99 euro, standard a 12.99 euro e premium a 17.99 euro) e Prime Video, incluso nell'abbonamento Prime di Amazon con un costo di 4.99 euro al mese, si spende, in media, una cifra non di molto superiore a quella dell'acquisto di un singolo biglietto per il cinema, dal prezzo medio di 7 euro. Se una famiglia italiana con un numero medio di membri (2-3 secondo i dati Istat del 2021) decide di andare a vedere un film in sala, dovrà spendere un prezzo che oscilla tra i 14 e i 21 euro per una singola proiezione. L'esborso è vicino o superiore a quello richiesto per un mese di abbonamento ad una piattaforma, la cui offerta è composta da centinaia di titoli a totale disposizione degli spettatori. Se questo scenario risulta decisamente a favore delle piattaforme, bisogna tenere a mente che fino all'inizio del 2020 le sale cinematografiche avevano dalla loro parte un movente molto forte per attrarre il pubblico: l'esclusività della possibilità di visione dei film appena usciti. Per vederli da casa, anche tramite le piattaforme di streaming, era necessario attendere un lasso di tempo che poteva equivalere a svariati mesi se non anni. La situazione cambia con lo scoppio della pandemia.
A causa delle misure di sicurezza instaurate per contenere e gestire la diffusione mondiale del covid, l'industria cinematografica si trova inizialmente paralizzata. Le sale cinematografiche vengono chiuse per blocchi temporali di diversi mesi. Molti dei film in via di realizzazione o pronti al lancio nel 2020 e nel 2021, vengono sospesi o posticipati. Il box office globale, cioè l'incasso derivante dai biglietti venduti per le proiezioni in sala, diminuisce del 72% nel 2020 rispetto a quello del 2019 che fu di 42.3 miliardi di dollari. Il 2021 mostra un miglioramento al box office del 91% rispetto al 2020, ma gli incassi sono ancora inferiori del 61% rispetto al 2019.
Le case di produzione, gli autori e gli spettatori volgono lo sguardo altrove rispetto alle sale cinematografiche, impossibilitate a svolgere il loro lavoro. Le attenzioni ricadono sulle piattaforme di streaming. Warner Bros nel 2020 annuncia che tutti i suoi film nuovi usciranno direttamente su HBO Max.
L'obbligo di restare a casa, imposto dai lockdown, spinge le persone ad utilizzare maggiormente le piattaforme o ad iscriversi ad esse. Netflix dichiara che nel 2020 ha avuto un incremento di 32 milioni di nuovi abbonati su un totale di 200 milioni. Aumenta esponenzialmente il numero delle ore di visualizzazione dei film e delle serie tv. Le case di produzione realizzano nuovi film che distribuiscono direttamente sulle piattaforme. Alcuni tra i maggiori studios hollywoodiani (Warner Bros, Walt Disney Studios, Paramount Pictures) lanciano o espandono le proprie piattaforme streaming come Disney+, HBO Max, Paramount+.
AMEDEO DANIELE
Qui di seguito alcuni testi per approfondire gli argomenti trattati.
L'unica regola è che non ci sono regole. Netflix e la cultura della reinvenzione
Reed Hastings e Erin Meyer
Garzanti, 2020
Hollywood Shutdown: Production, Distribution, and Exhibition in the Time of COVID
Kate Fortmueller
University of Texas Press, 2021
Nuovo cinema Web. Netflix, Hulu, Amazon: la rivoluzione va in scena
Ester Corvi
Hoepli, 2016
La nuova Hollywood. Dalla rinascita degli anni Sessanta all'era del blockbuster
Geoff King
Einaudi, 2004
Cultura on demand. Distribuzione digitale e futuro dei film
Chuck Tryon
Minimum Fax, 2017
Netflix nations. Geografia della distribuzione digitale
Ramon Lobato
Minimum Fax, 2020