Fondazione Sella, quel passato da preservare che orienta anche le scelte future
Raccogliere, conservare, valorizzare e divulgare documenti e memorie storiche sulla famiglia Sella e sulle altre famiglie, enti, imprese nel territorio biellese e non solo. È questo l'obiettivo della Fondazione Sella, ente culturale protagonista di una speciale puntata del nostro Made in Sella. Un team di persone guidato da Angelica Sella porta avanti la missione attraverso il suo archivio, una raccolta di documenti, in particolare cartacei - pensate: ce ne sono fino a due chilometri e mezzo di scaffali! - e archivio fotografico con un milione di fototipi.
I documenti sono conservati in scaffali di due chilometri e mezzo e c'è un archivio fotografico con un milione di fototipi
Come è nata l'idea della fondazione?
Tutto nasce per volontà della famiglia Sella nel 1980. Oggi istituzioni del genere sono tante, ma all'epoca non lo erano affatto: possiamo dire di essere stati precursori. La nostra famiglia ha sempre avuto consapevolezza dell'importanza di mantenere viva la memoria storica, privata e collettiva. Il nucleo iniziale dell'archivio della Fondazione è quello storico della famiglia Sella dal XVI secolo e affonda le sue radici nel tempo. La costituzione era stata iniziata da Quintino Sella, che credeva fermamente nell'importanza della raccolta archivistica e che per la città di Biella promosse la nascita sia dell'archivio storico sia della biblioteca. Visione tramandata di generazione in generazione che prese forma con la nascita della Fondazione Sella.
La fondazione nasce nel 1980.
Siamo stati dei veri e propri precursori
Perché avete scelto il Lanificio Maurizio Sella come sede?
Perché è un luogo iconico della storia familiare e in generale del territorio. Era già sede di attività produttive ben prima dell'arrivo dei Sella: i documenti che regolano i diritti dell'uso dell'acqua in questa zona sono di epoca carolingia, sottoscritti da figlio e nipote di Carlo Magno, mentre i documenti più antichi conservati in Fondazione attestanti la presenza di mulini granari in questo luogo sono del 1270. Maurizio Sella, padre di Quintino e di altri diciannove figli, acquista il filatoio di seta del santuario di Oropa e la cartiera Mondella e fonda qui la sua attività, un lanificio a ciclo completo che in pochi anni diventa una delle aziende più importanti della zona, segnando il passaggio all'epoca industriale moderna. Il lanificio sarà portato avanti dai figli, in particolare dall'imprenditore Giuseppe Venanzio affiancato dal fratello Quintino scienziato e statista, tre volte ministro delle finanze, e dalle generazioni successive fino alla sua chiusura nel 1959. Intanto Gaudenzio, figlio di Giuseppe Venanzio, aveva nel 1886 fondato la omonima banca aprendo la strada al settore bancario. Insediare qui la sede della Fondazione è stata un'intuizione felice, la miglior maniera di valorizzare questo luogo e di raccogliere l'eredità storica secolare che lo caratterizza. Il complesso architettonico è monumento nazionale dal 1988 proprio per la testimonianza data dagli immobili, ancora esistenti e in buono stato di conservazione, dell'attività produttiva qui condotta per tanti secoli, grazie all'uso dell'acqua del torrente Cervo.
In un mondo in costante cambiamento la memoria storica diviene un elemento distintivo
Che ruolo svolge la Fondazione Sella nel Gruppo?
Oggi per ogni azienda è importantissimo conservare e raccontare la propria storia: in un mondo in costante cambiamento, in cui la sfida dell'innovazione si gioca su ritmi molto elevati, avere la consapevolezza di come si è arrivati a essere quello che si è diventa fonte di ispirazione e orientamento. La memoria storica diviene un elemento distintivo: da valori comuni e radicati nel tempo nasce quel senso di identità e di appartenenza che dà forza e solidità ai processi interni, crea obiettivi condivisi, diventa uno straordinario elemento unificatore per le persone. La Fondazione Sella contribuisce al successo del nostro Gruppo offrendo questo pensiero antico, questa visione profonda, mantenendo viva un'impronta culturale che viene da lontano ed è stata tramandata nel tempo.
L'archivio fotografico è stato consultato e lo è tuttora da ricercatori di tutto il mondo
Quali sono i grandi temi custoditi dalla Fondazione?
Sono soprattutto due: innanzitutto la storia della famiglia Sella e della sua straordinaria tradizione imprenditoriale che è strettamente legata al territorio e alla popolazione con le sue attività, in particolare quella industriale. E poi la montagna. Sulla storia dell'impresa laniera desidero citare l'archivio dell'Associazione Laniera Italiana con più di 3000 faldoni, del territorio nel suo insieme, le 450.000 lastre negative dello Studio Fotografico Rossetti che per oltre cento anni documentò la storia di Biella e dei biellesi. La vocazione specifica verso la fotografia di montagna della Fondazione nasce invece dall'opera di Vittorio Sella e di suo padre Giuseppe Venanzio, imprenditore laniero che studiò la fotografia ai suoi albori, pubblicando nel 1856 il primo manuale completo di fotografia in Italia chiamato "Il plico del fotografo". Vittorio fu fotografo eccellente e ottimo alpinista: coniugando queste due attività portò la fotografia in alta montagna, a un livello di grande qualità estetica e documentaria. In seguito arricchito da tanti altri contenuti storici e artistici, l'archivio fotografico è stato consultato e lo è tuttora da ricercatori di tutto il mondo.
Quintino Sella promosse la nascita della Regia Scuola d'Applicazione per Ingegneri diventata Politecnico, nonché di istituti tecnici e licei. In tutta Italia tante scuola portano il suo nome
Come si valorizza un patrimonio documentaristico?
Mettiamo a disposizione gli archivi agli studiosi per la realizzazione di ricerche e pubblicazioni, e per tutti coloro che desiderano approfondirne la conoscenza. Parallelamente ci facciamo promotori di iniziative culturali di vario genere: mostre, convegni e attività formative per le quali le nostre risorse vengono contestualizzate all'interno di percorsi storico-culturali che ne mettono in evidenza la qualità. L'attività di divulgazione della Fondazione si sta concentrando anche sul fronte della formazione rivolta ai giovani. Tutte queste attività rientrano nella strategia che abbiamo sintetizzato nel titolo di un nostro progetto "Da archivio a risorsa comune": puntiamo all'apertura degli archivi alla comunità e alla valorizzazione del patrimonio storico.
C'è anche la narrazione del fumetto?
Certo. Quando l'assessorato alle politiche giovanili del Comune di Biella ci ha chiesto di promuovere Biella e il suo territorio attraverso la figura di Quintino Sella abbiamo accolto l'invito. È nato così "Biella tra le nuvole", fumetto in cui Quintino Sella percorre le vie della città soffermandosi sui luoghi più significativi, interagendo con le figure che nei secoli ne hanno fatto la storia. Ci è sembrata una buona occasione per far conoscere meglio ai giovani il nostro territorio, attraverso il poliedrico scienziato e statista nostro avo che tanto impegno dedicò allo sviluppo dell'istruzione giovanile e professionale. Quintino Sella promosse la nascita della Regia Scuola d'Applicazione per Ingegneri che prese a breve il nome di Politecnico, nonché di istituti tecnici e licei. Non a caso in tutta Italia tanti sono gli istituti che portano il suo nome.
Oggi su cosa state lavorando adesso?
Siamo sempre impegnati su molti fronti. In questi giorni si è inaugurata al Museo di Santa Giulia di Brescia una mostra dedicata a quattro grandi maestri della fotografia: Vittorio Sella, Martín Chambi, Ansel Adams, Axel Hutte. C'è poi una mostra di fotografia storica di nostra produzione nella rassegna annuale biellese dedicata al tema del viaggio. In generale tantissime sono le iniziative, le visite ai nostri archivi, la partecipazione a iniziative culturali di altri enti, la presenza a tavoli di lavoro per la valorizzazione culturale e turistica del territorio. Valorizzazione che all'interno del Lanificio Maurizio Sella sta dando inizio alla progettazione di uno o più spazi espositivi permanenti, che va ad aggiungersi allo spazio temporaneo in uso da tanti anni per le nostre mostre e non solo.
La Fondazione Sella conserva qualche tesoro segreto?
Il valore di tutto ciò che conserviamo è inestimabile per il significato e per valore di testimonianza di ogni documento, ma quando mi viene rivolta questa domanda la risposta che mi viene istintiva è che di tesori ne abbiamo tanti, ma che infine il vero tesoro è proprio la Fondazione.