Il Sole 24 Ore - Radiocor
Il venture capital in Italia è in forte accelerazione. L'Aifi, l'associazione che raggruppa gli operatori del settore, stima che alla fine di quest'anno l'ammontare investito possa raggiungere 1 miliardo di euro con un balzo di oltre il 160% rispetto agli investimenti (pari a 378 milioni) realizzati nel 2020.
La crescita del mercato italiano riduce quindi il divario con i grandi partner europei dove il mercato è molto più sviluppato. Sempre secondo i dati raccolti da Aifi, la Francia ha registrato investimenti per oltre 2,1 miliardi di euro nel 2020 o scorso, la Germania per 1,85 miliardi e il Regno Unito per 1,8 miliardi di euro. Sul mercato italiano ci sono poco più di 30 operatori contro gli oltre 160 della Germania. A livello mondiale il 2021 sarà un anno record, sia in termini di operazioni che di capitali impegnati.
Solo nel primo semestre gli investimenti di venture capital in start up a livello mondiale hanno raggiunto i 292,4 miliardi (di dollari) con poco più di 15mila contratti ed è stato quasi raggiunto il 'tetto' dei 302 miliardi con cui si era stato archiviato il 2020. Nel dettaglio, nel secondo trimestre si è raggiunto un massimo da dieci anni con investimenti per 156,2 miliardi di dollari (+157% rispetto allo stesso trimestre del 2020). Guardando i dati sull'andamento del mercato mondiale impressiona la crescita esponenziale dei cosiddetti 'unicorni', ossia delle start up che dopo qualche round di investimento supera la valutazione di 1 miliardo di dollari. Nel secondo trimestre dell'anno gli unicorni hanno raggiunto le 136 unità con un balzo del 491% sull'anno.
Tornando all'Italia nei primi nove mesi si sono registrate 157 operazioni con un ammontare investito, tra investimenti cosiddetti 'inizial' e quelli successivi nella stessa start up (follow on), di 530 milioni di euro riferiti solo alle società con sede in Italia. Si nota, poi, un aumento della partecipazione delle aziende corporate sia in qualità di lead investor sia in quella di co-investor ai cosiddetti 'round' di investimento: nel primo semestre la percentuale è salita al 44% (18% nell'arco di tutto il 2020).
Altro dato dell'Aifi che fotografa il mercato del venture capital italiano sono gli investimenti di tech transfer, ossia la trasformazione delle innovazioni provenienti dal mondo della ricerca scientifica (universitaria e non) in prodotti pronti per il mercato. Dal 2018 alla prima metà del 2021 sono stati fatti 123 investimenti di tech transfer con 305 milioni di euro investiti dei quali 47 milioni solo nel primo semestre di quest'anno. Il venture capital è poi dominante per gli investimenti in società high tech in Italia: assorbe il 53% degli investimenti totali in questo segmento di mercato contro il 38% appannaggio del private equity.
Per sviluppare ulteriormente il mercato, tuttavia, secondo Aifi è necessario migliorare il quadro normativo introducendo in particolare incentivi per l'uscita dagli investimenti da parte del venture capitalist e favorire allo stesso tempo l'acquisizione, della start up o della pmi innovativa, da parte delle aziende corporate. Utile in questo contesto sarebbe un beneficio fiscale riconosciuto alle acquisizioni che potrebbero essere considerate come spese di ricerca e sviluppo.