Congiuntura: il motore manifatturiero a febbraio va a pieni giri
Il Sole 24 Ore - Radiocor
L'industria manifatturiera italiana sta andando a pieni giri. La prova la fornisce l'indagine presso i responsabili acquisti delle imprese del comparto (indagine pmi, dall'acronimo inglese, che non ha nulla a che fare con le piccole e medie imprese). Si tratta di un'indagine sempre più seguita dagli analisti di mercato per la capacità con la quale riesce ad anticipare l'andamento dell'economia di un paese.
A febbraio in Italia l'indice ha toccato il massimo da oltre tre anni: sia la produzione che i nuovi ordini sono cresciuti ai tassi maggiori da tre anni grazie al sostenuto aumento della domanda. Le imprese manifatturiere hanno di conseguenza assunto più personale a livelli mai osservati da metà 2018, mentre rimangono storicamente elevate le previsioni sull'attività per l'anno prossimo. Secondo le aziende campione, l'allentamento delle restrizioni anti Covid-19 ha favorito lo sblocco della domanda latente, innescando le vendite sia sul mercato nazionale che su quelli esteri. Gli ordini provenienti dall'estero sono aumentati a febbraio per il terzo mese consecutivo.
Altra prova arriva dall'indice di fiducia calcolato dall'Istat. A febbraio quello delle imprese manifatturiere è tornato finalmente ai livelli pre Covid-19 (febbraio 2020). Anche per il comparto delle costruzioni il recupero si è completato mentre per i servizi e il commercio al dettaglio, nonostante il deciso aumento di febbraio, i livelli rimangono ancora lontani da
quelli precedenti la crisi.
A febbraio migliora quindi anche il clima di fiducia dei consumatori con le sottovoci 'clima economico' e 'clima futuro' che registrano giudizi migliori rispetto al mese precedente mentre alle domande sul clima personale gli intervistati mostrano maggiore incertezza rispetto a gennaio. La ripresa, quindi, tende a rafforzarsi anche se resta un rischio al ribasso collegato a quella che si teme possa essere la terza ondata della pandemia che si cerca di contrastare accelerando il più possibile la campagna vaccinale. I buoni segnali dall'universo manifatturiero si riflettono nell'andamento del Pil.
E' sempre l'Istat a segnalare che dopo la pesante recessione dello scorso anno (-8,9%) c'è una variazione positiva del prodotto per quest'anno, già acquisita, pari al 2,3 per cento. Per il 2020 finalmente alle spalle è tempo ormai di consuntivi e ovviamente uno è quello che certifica il netto calo dei consumi: la spesa media mensile è scesa a 2.328 euro, si tratta del livello più basso dal 2020 con un calo di oltre il 9 per cento rispetto al 2019. Sono rimaste stabili solo le spese alimentari e quelle per l'abitazione mentre sono diminuite drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,2%).