Cambiamenti climatici, la finanza in campo per centrare l'obiettivo delle zero emissioni entro il 2050
Il Sole 24 Ore - Radiocor
Il mondo della finanza si sta impegnando in modo concreto per contrastare il cambiamento climatico e la prossima conferenza Cop26 di Glasgow a novembre, organizzata dal Regno Unito in collaborazione con l'Italia in quanto presidente di turno del G20, "sarà uno spartiacque per la finanza¿. Ne è convinto Mark Carney, già governatore della Banca centrale d'Inghilterra e oggi nella sua nuova veste di inviato speciale Onu per la mobilitazione del mondo della finanza per il clima. Secondo l'ex banchiere oggi si è sulla buona strada per mettere a punto le basi di un sistema "in cui ogni decisione finanziaria tiene conto dei cambiamenti climatici¿.
Carney lo afferma in un articolo contenuto nella rivista 'Finance and Development' del Fondo monetario internazionale, appena pubblicata, che dedica un numero monografico al cambiamento climatico. A livello mondiale l'attenzione al problema è cresciuta enormemente; l'ex banchiere centrale britannico cita alcuni dati che mostrano come rispetto alla Cop26 di Parigi (2015) si sia cresciuta la sensibilità al tema anche da parte del mondo della finanza. Carney cita la task force TCFD, costituita nel 2015, che ha sviluppato una serie di raccomandazioni volte a promuovere maggiore trasparenza sui rischi finanziari legati al cambiamento climatico e che vuole guidare il settore privato nella rendicontazione volontaria delle informazioni per fare valutare correttamente ai mercati i rischi e le opportunità legati al clima.
Oggi oltre due mila società nel mondo hanno adottato queste raccomandazioni ed è maturo il tempo per renderle obbligatorie in tutto il mondo: "una maggiore divulgazione e un maggiore senso di urgenza stanno portando a una trasformazione nella gestione del rischio climatico¿. Negli ultimi 18 mesi il mondo ha fatto progressi anche verso l'ambizioso obiettivo di zero emissioni nette di carbonio (net zero in inglese) entro il 2050. Carney nell'articolo rivela, sulla base di dati del Private Finance Hub della conferenza Cop26, che la percentuale di emissioni che rientrano nel perimetro 'net zero' è cresciuta nell'arco temporale considerato (gennaio 2020-luglio 2021) dal 30 al 73% del totale e che i paesi del mondo con obiettivo 'net zero' sono aumentati da 21 a 131.
L'alleanza finanziaria di Glasgow per l'obiettivo 'net zero', (Gfanz è l'acronimo) "è stata creata per far fronte all'enorme massa di investimenti necessari e che viene stimata in 100 trilioni di dollari (ossia 100 miliardi di miliardi, una cifra con 18 zero) nei prossimi trent'anni¿. Gfanz mette insieme oltre 250 istituzioni finanziarie responsabili di asset per 80 trilioni di dollari e rappresenta, a giudizio di Carney, "il gold standard per l'impegno del settore finanziario verso la sostenibilità¿. Una sfida cruciale per le emissioni zero è portare energia verde nei paesi in via di sviluppo.
L'ex banchiere centrale osserva come la maggior parte delle stime indichi la necessità di 1 trilione di dollari di investimenti aggiuntivi annui, per vari decenni, per costruire energie verdi nei paesi emergenti e in quelli in via di sviluppo. Per soddisfare questa esigenza "dobbiamo trasformare miliardi di capitale pubblico in trilioni di capitale privato attraverso iniziative pubblico-private, catalizzando i flussi di capitale privato stand-alone e costruendo nuovi mercati".