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Bce: bene l'open banking ma va garantito il 'terreno di gioco livellato' per tutti gli operatori

Bce: bene l'open banking ma va garantito il 'terreno di gioco livellato' per tutti gli operatori
La sede della Bce a Francoforte
08 Feb 21
#fintech

Il Sole 24 Ore - Radiocor

La digitalizzazione dei servizi bancari migliorerà il settore e porterà benefici ai clienti ma l'accesso ai dati, l'open banking, non deve essere "a senso unico" a favore dei nuovi entranti e a scapito delle banche tradizionali. Sono parole chiarissime quelle pronunciato dal finlandese Pentti Hakkarainen, membro del Consiglio della Vigilanza della Bce, alla cui guida c'è l'italiano Andrea Enria.

Per i supervisori e regolatori la rivoluzione fintech significa dover rivedere anche la cornice delle regole e a Francoforte dimostrano di avere piena consapevolezza sui nodi che possono crearsi attorno all'open banking. Il 'level playing field', il terreno di gioco livellato sul mercato tra banche tradizionali e piattaforme tecnologiche e, più in generale, nuovi player non bancari va applicato anche all'approccio regolamentare ai dati. "Non deve essere una strada a senso unico" - afferma Hakkarainen in un intervento pronunciato a Francoforte nei giorni scorsi - "nel senso che gli operatori fintech non bancari possono sfruttare i dati delle banche tradizionali e non viceversa. Ci deve essere reciprocità" e anche le banche devono poter beneficiare dei dati in mano alle aziende fintech che forniscono i servizi bancari in concorrenza.

Di fronte alla tumultuosa digitalizzazione dei servizi bancari "in qualità di supervisore bancario sono pagato per preoccuparmi" osserva il banchiere centrale indicando quali nuovi rischi a Francoforte temano possano emergere e sui quali si concentrerà l'attenzione della Vigilanza. Questi riguardano tre tematiche: la concentrazione, la responsabilità normativa e la protezione dei dati. Nella fase della trasformazione prodotta dalla digitalizzazione "è importante che il quadro normativo si attenga costantemente al principio "stessi servizi, stessi rischi, stesse regole e stessa supervisione", nota Hakkarainen. "Non si può permettere che l'introduzione di più tecnologia nella fornitura di servizi finanziari diventi una porta di servizio per la deregolamentazione". Secondo il banchiere finlandese si dovrà quindi "concentrare maggiormente la regolamentazione sui rischi derivanti dalle attività piuttosto che sul tipo di entità legale che svolge il servizio bancario".

Hakkarainen è convinto che le banche tradizionali se sono efficienti potranno continuare a svolgere un ruolo centrale anche nel nuovo contesto digitalizzato. "Le banche tradizionali sono considerate ancora affidabili dai clienti e questo fondamento di fiducia offre loro un vantaggio rispetto alle piattaforme tecnologiche, vantaggio che possono sfruttare per rimanere rilevanti in futuro".

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