Aumenta la fiducia delle famiglie italiane e cresce la diversificazione degli investimenti
Il Sole 24 Ore - Radiocor
Le famiglie italiane sono più fiduciose, hanno ripreso cautamente a spendere e ad investire le proprie disponibilità finanziarie e mostrano una buona resilienza, con tassi di indebitamento sempre inferiori alla media europea. La fotografia aggiornata è il frutto di due indagini della Banca d'Italia diffuse la scorsa settimana: quella straordinaria sulle famiglie italiane (avviata poco dopo lo scoppio della pandemia nella primavera del 2020 e aggiornata periodicamente) e quella, semestrale, sulla stabilità finanziaria.
In base alla prima emerge che le attese dei nuclei italiani sono migliorate alla fine dell'estate rispetto ad aprile così come la propensione a spendere in quei comparti che l'anno scorso erano risultati i più penalizzati dalla pandemia (alberghi, bar e ristoranti) è in netta ripresa. Per la prima volta dall'avvio dell'indagine, poi, il saldo tra attese di miglioramento e di peggioramento, sia della situazione economica che del mercato del lavoro, registra un numero positivo. Riguardo invece alle attese sul reddito familiare, si riscontra una stabilità rispetto ad aprile: i tre quarti del campione stima entrate analoghe a quelle del 2020, mentre il 15% ritiene che subiranno un calo.
Il maggiore ottimismo delle famiglie sulla ripresa è corroborato dalla crescita della ricchezza finanziaria nel primo semestre di quest'anno. Una tendenza, sottolinea la Banca d'Italia, favorita dalla ripresa dei prezzi delle attività finanziarie. Le due diverse indagini di via Nazionale mostrano così, se sovrapposte, un cambiamento della percezione e dei comportamenti dei risparmiatori. La propensione al risparmio resta certamente alta ma è scesa dai picchi raggiunti dopo lo scoppio della pandemia così come la corsa alla liquidità è rallentata (i depositi bancari non crescono più con percentuali a due cifre) e si torna a vedere una cauta ripresa degli investimenti in asset finanziari guidati da criteri di ampia diversificazione.
Tornando alla ricchezza finanziaria delle famiglie, la crescita non è stata omogenea nota la Banca d'Italia; si è ridotta per poco meno di un terzo dei nuclei ed è aumentata per una percentuale di poco inferiore al 10%. Dall'indagine emerge, inoltre, che gli investimenti finanziari si sono concentrati oltre che nelle attività più liquide come i depositi (bancari e postali), anche in quote di fondi comuni e in polizze assicurative. La crescita sostenuta dei depositi, tra l'altro, non è stata omogenea fra le classi di giacenza; nel primo semestre quelli che si collocano nella classe di importo minore (fino a 12.500 euro) si sono ridotti rispetto alla fine del 2020 mentre sono aumentati nelle altre classi e in particolare in quella mediana (depositi da oltre 50mila euro e fino a 250 mila euro).
Le famiglie italiane non sono poi certamente un rischio per la stabilità finanziaria: il loro indebitamento, pur se in crescita, (è al 65%, un valore elevato nel confronto storico e superiore di 3 punti percentuali rispetto alla fine del 2019) rimane tuttavia molto più basso di quello medio dell'area dell'euro (97,9 per cento). La bassa incidenza degli oneri sostenuti per il servizio del debito ha contribuito a mantenere elevata la capacità di rimborso delle famiglie: il tasso di deterioramento annuo dei prestiti è ulteriormente diminuito, al di sotto dell'1% nel terzo trimestre e non dovrebbe risentire negativamente della conclusione delle misure straordinarie di sostegno. All'inizio di novembre le moratorie ancora attive a favore delle famiglie riguardavano prestiti per 8 miliardi, di cui un quarto relativi a mutui sulla prima casa (Fondo Gasparrini). La quasi totalità dei beneficiari di moratorie, scadute o ancora in essere, intervistati nell'ambito dell'Indagine straordinaria sulle famiglie italiane ha dichiarato di non avere ritardato o di aspettarsi di non ritardare il pagamento delle rate alla scadenza della sospensione.