Appunti d'Archivio | Quando la storia era cronaca
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La collezione di giornali storici
Gazzetta Piemontese, diventato quotidiano nel 1867 era già pubblicato con periodicità diversa dal 1844
È la collezione di giornali storici dell’Archivio storico Sella. Oltre 250, pubblicati tra fine ‘800 e la seconda metà del ‘900. Quotidiani o notiziari, conservati completi, che permettono, oltre a far rivivere nell’immediatezza della “prima pagina” i fatti che hanno segnato il secolo passato, di accedere al contesto reale di quei giorni sfogliando l’intero giornale che ci svela le “semplici” notizie di cronaca, la vita e il pensiero quotidiano. Anche nei momenti drammatici della storia la vita continua. Piccoli o grandi fatti non tramandati che danno al quadro la visione d’insieme, spiegano e aiutano, rendendole più vicine, a comprendere meglio il senso delle cose. Avvicinarsi ai fatti “storici” è un modo per cogliere quanto la “storia” non sia “altro da noi”. I segnali che la quotidianità ci lancia, oggi come in altri tempi, diventano espressione del pensiero comune, del terreno su cui la grande storia si muoverà. Eventi storici e notizie esaltanti, drammi e fatti emozionanti, personaggi famosi, re, papi, presidenti e dittatori, guerre, lutti e conquiste umane, assassinii e colpi di stato, crolli di miti e molti altri avvenimenti, ma anche cronache rosa o nere o di costume, sport e cultura il tutto raccontato dai giornali che disegnano la storia di un secolo.
Nelle effimere pagine dei giornali c’è il trascorrere del tempo, viene tracciato un sentiero fatto di eventi che dal passato arriva fino ad oggi. Un secolo detto “breve” nel quale sono però avvenute due guerre mondiali e decine di altri conflitti, milioni di morti, immani tragedie, ma anche il secolo che ha visto il più grande progresso civile dell'umanità, scoperte, invenzioni e conquiste incredibili che ha portato l’uomo perfino oltre la terra. Molti lessero questi giornali con trepidazione per i fatti presentati, in tempi in cui i quotidiani erano l’unico mezzo di informazione; poi venne la radio cui seguì la televisione e poi internet, i social media, ma questi documenti hanno conservato il sapore dell'ora e del giorno dell'evento e il sapore della caducità del momento, caratteristiche uniche fra tutti i reperti umani. Una collezione di indubbio interesse storico e culturale per il materiale che farà ricordare ai meno giovani, insegnerà ai giovani, fara rivivere ai contemporanei, rievocando sensazioni, stimolando la curiosità che porta ad approfondire. Tutto per far riflettere e quindi capire di più. Oggi il mondo è sempre più frenetico e veloce. Per questo è bene ogni tanto rallentare, dare un’occhiata nel passato che spesso aiuta a dar senso alle cose. Cominciando dagli oggetti, come un giornale, la cui esistenza ormai diamo tutti come un dato di fatto.
STAMPA SERA del 1 Settembre 1939
Una prima pagina che raggela: HITLER ANNUNCIA al Reichstag l’inizio delle operazioni CONTRO LA POLONIA. Cosa dire? Sta iniziando il periodo più buio della storia del nostro mondo, milioni di morti, distruzione e dolore, 5 anni di sofferenza. Ma anche allora era cronaca, terribile, ma cronaca. Verrebbe da pensare che tutto si sia paralizzato e invece sfogliando il giornale già a pagina 3 le foto dei lavori (n.b. fermi per problemi) della nuova metropolitana romana. E a pagina 5, quattro i casi di molestie a madri, mogli e “signorine”. Più avanti tre articoli che avranno infiammato gli animi sull’imminente derby della mole e sulle strategie degli allenatori… e dichiarazioni di politici di ogni genere, chi minimizza e chi drammatizza. Un’interessante pubblicità (l’occasione del mercato va sempre sfruttata) su qualità e uso di maschere antigas; e ancora le rimostranze degli orchestrali dell’Opera di Roma per il contratto non rinnovato… per non parlare dell’articolone sulla fuitina della principessina partenopea – pare “non nuova” a simili prodezze – per incontrare l’innamorato; ecco le solite truffe ad anziani, incidenti con autisti non patentati o “brilli”. E per finire la serata al cinema, c’è la prima di Ombre Rosse! O ci possiamo trastullare con la rubrica dei “simpatici passatempi”, certo manca il sudoku, ma rebus e parole crociate ci distrarranno un po'. A beh, alcuni problemi in Medio Oriente… insomma, togli la prima pagina e “mutatis mutandis” si faticherebbe a datare il tutto. È così, leggendo della cronaca passata, questa diventa facilmente “normale” attualità. Ciò può (e dovrebbe) farci pensare che il nostro “dopodomani” è già stato un “altro ieri”… speriamo di no, ma sempre, guardare indietro, dovrebbe aiutare a pensare al futuro.
E così tante altre prime pagine di altri “ieri” in cui curiosare: L’uomo sulla luna, la morte di papa Giovanni, Hiroshima, l’assassinio di Kennedy… la crisi dei missili a Cuba. Il mondo è in freeze? Apnea planetarie? E invece no… un modo curioso di conoscerci meglio, di più, solo sfogliando vecchie pagine ingiallite.
L’evoluzione della stampa e i giornali
Merita a questo punto qualche nota sulla storia dei giornali e sull’evoluzione della stampa, strettamente collegate tra loro. Oggi un processo industriale (e di business) ad alta tecnologia, ma non è stato sempre così. La stampa nasce come xilografia, in Cina, prima del Mille, usando blocchi di legno intagliati per imprimere l’inchiostro su carta. L’uso si diffuse anche in Europa, dove solo dal XIV secolo divenne di uso comune con la rivoluzione portata da Johannes Gutenberg alla metà del 1400, con i caratteri di stampa mobili in metallo, tecnica più veloce ed economica. Da qui, ininterrottamente, arrivarono nuove invenzioni e migliorie per creare strumenti tipografici sempre più efficaci, maturando nel contempo nuove idee sull’uso della nuova tecnologia e del suo prodotto più “pratico”: il giornale quotidiano.
L’invenzione della stampa, naturalmente, fu determinante per diffondere la cultura e le notizie. Nati come “fogli di notizie” testimoniarono da subito i tempi. Stampati su carta considerata scadente hanno sempre celato un pensiero funzionale… usare carta grezza, non “collata”, per assorbire meglio l’inchiostro o più “leggera” per il trasporto e quindi la diffusione… un tempo fatta a mano dai ragazzini. I “fogli di notizie” vennero presto battezzati gazzette, a Venezia nel 1536, perché venduti al costo di una moneta da due soldi detta gaxeta.
Il giornale, quindi, è una pubblicazione periodica che raccoglie e diffonde notizie e commenti di attualità. E questa è solo la forma, e nella sostanza? Oggi siamo connessi in maniera immediata e costante, ma la circolazione delle notizie è sempre stata un’esigenza e il giornale lo concretizza. Certo occorrono secoli per passare dai Fogli a dei veri notiziari, di fatto bollettini prevalentemente commerciali e ufficiali, rivolti ai pochi che sapevano leggere, e diffusi poco più che localmente, ma c’erano. Il quotidiano, ancora esistente, più antico d’Italia pare essere la Gazzetta di Mantova risalente al 1664, nato settimanale diviene quotidiano nel 1866.
È nel Settecento che appaiono i primi quotidiani, simili a come li conosciamo. Il primo a Lipsia nel 1650, il Leipziger Zeitung con un sottotitolo significativo: Notizie fresche degli affari, della guerra e del mondo. In fondo poco è cambiato. Nel 1665 arrivò l’impaginazione a colonne (più titoli in una pagina), e apparvero degli avvisi pubblicitari, marketing al passo coi tempi. Il Settecento vide il grande sviluppo dei quotidiani, dapprima in Inghilterra poi in Europa e nel mondo, il giornalismo ebbe un impulso sempre più forte, anche grazie all’uso delle nuove strutture tecnologiche: il sistema postale, il telegrafo, tecniche tipografiche più evolute. Poi l’Ottocento rese i giornali accessibili ai più, anche grazie alla grande scolarizzazione e questo ne cambiò radicalmente il contenuto: le notizie, rivolte a tutti, contemplavano tutti gli aspetti della vita quotidiana, cronaca cittadina, nera, sport rendeva tutti partecipi. Allora venne a formarsi il mestiere di giornalista professionista.
Nacquero i grandi giornali tuttora esistenti: Le Figaro (1826), Daily Telegraph (1855), in Italia il Corriere della Sera (1876), Il Messaggero (1878). Nel 1867 nasce a Torino il quotidiano a tiratura nazionale più antico d’Italia la Gazzetta Piemontese (nel 1894 diventò La Stampa). Le nuove scoperte scientifiche diedero poi un nuovo sviluppo al giornalismo: come la fotografia, che arricchì le notizie sostituendo i rari disegni con immagini. Il telegrafo e il telefono resero la trasmissione delle notizie più rapida, le macchine rotative, le linotype accelerarono la produzione di giornali, negli Stati Uniti nacquero le prime Agenzie di Stampa. La prima Agenzia di stampa italiana la volle Cavour nel 1853: Agenzia Stefani che nel 1945 cambiò il nome in ANSA (agenzia nazionale stampa associata).
Poi, nel corso del Novecento, tornò a farsi sentire il peso della censura, durante le guerre mondiali i paesi coinvolti nel conflitto utilizzarono i giornali a fini patriottici e propagandistici imponendo la censura preventiva per il timore di strumentalizzazioni. Anche se per tristi ragioni, era un segno della penetrazione sociale ormai raggiunta dall’informazione fornita (anche) dai giornali. Bandiera della comunicazione globale, arma o risorsa ormai irrinunciabile, eppure, condizionante per tutti, ma sempre trattata con leggerezza. Continua a sfuggirci il valore e l’utilità di tornare a riscorrerla, a rivalutarla. D'altronde usa anche dirlo: “questa notizia farà scoppiare una bomba”… e quando invece scoppia una bomba vera? Non sempre scoppia anche la notizia. Quasi un destino da Cassandra. Storia e tante storie dentro pochi semplici fogli di carta che rischiano di vivere pochi giorni e di finire nella lettiera di un gatto. Giornali: considerati effimeri, di poca nota proprio perché “solo cronaca su carta”. Ma dietro questa cronaca c’è la Storia, anzi, sono loro la vera voce della Storia.