Accelera la ripresa dell'economia italiana. Tra un anno recuperato il Pil perso a causa del Covid

Accelera la ripresa dell'economia italiana. Tra un anno recuperato il Pil perso a causa del Covid
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20 Jul 21
#scenario

Il Sole 24 Ore - Radiocor

La ripresa dell'economia italiana accelera e la Banca d'Italia deve rivedere al rialzo, lo fa ininterrottamente ormai da un anno, le sue stime sul rimbalzo atteso del Pil dopo la profonda recessione (-8,9%) provocata dalla pandemia lo scorso anno. Il recupero sarà veloce e tra poco meno di dodici mesi (a metà del 2022) dovremmo aver recuperato tutto il prodotto perso in conseguenza della crisi sanitaria.

Nel Bollettino Economico di luglio, la Banca centrale stima una crescita del Pil al 5,1% a fine anno, e cancella l'indicazione, fatta non più tardi di tre settimane fa, che fissava al 4,9-5% il rialzo del prodotto interno a fine 2021. Se si guarda indietro al Bollettino economico di gennaio scorso, si osserva che la stima del Pil di quest'anno oggi è più alta di ben 1,6 punti percentuali a dimostrazione, forse, di un eccesso di cautela nei mesi precedenti nel valutare la capacità di resilienza della nostra economia.

L'ultimo Bollettino di via Nazionale, che contiene le valutazioni più ottimistiche per l'economia italiana da molti anni a questa parte, ovviamente continua anche a professare prudenza. Lo scenario previsivo è stato fatto sull'assunto "che si consolidi il miglioramento sanitario nazionale e globale, che prosegua il deciso sostegno della politica di bilancio, utilizzando sia risorse nazionali sia i fondi europei, e che si mantengano favorevoli le condizioni monetarie e finanziarie, come prefigurato dal Consiglio direttivo della Bce".

Cosa ha convinto però più di altro i cauti economisti di via Nazionale a rivedere al rialzo le loro stime dopo poche settimane? Certamente il via libera al Recovery plan italiano. Quest'ultimo porterà a incassare, a fine luglio, quasi 25 miliardi direttamente da Bruxelles. La tempistica del piano nazionale di ripresa e resilienza ha convinto quindi I previsori di via Nazionale che hanno migliorato le stime, affermano, alla luce "delle nuove informazioni su tempi e modalità di attuazione degli interventi programmati nel Pnrr". Il Recovery plan nazionale se ben attuato ("con efficacia") e se implementato senza ritardi potrà contribuire con due punti percentuali alla crescita del prodotto del triennio '21-'23. Quest'ultima dovrebbe essere dell'11,8% comulato, considerando che per il 2022 via Nazionale prevede un +4,4% e per il 2023 un tasso di crescita (lusinghiero considerati i bassi ritmi cui è abituata storicamente l'Italia) del +2,3%. 

Il quadro che produce la ripresa dell'economia italiana descritto nel Bollettino è confortante: il credito è abbondante, i prestiti per ora non danno segnali di deterioramento, e sta tornando al suo ruolo essenziale, quello di finanziare gli investimenti fissi piuttosto che il circolante. Le imprese segnalano una rinnovata voglia di investire grazie alle certezze sul futuro e aumentano la presenza sui mercati con un export che cresce e un surplus di bilancia commerciale in netto aumento.

La fiducia delle famiglie sta crescendo e ripartono i consumi, (sebbene la propensione al risparmio sia ancora molto più alta rispetto al periodo pre-Covid) anche nel devastato (dalla pandemia) settore dei servizi. L'occupazione è stimata in recupero, con un numero di occupati che nel 2023 sarà risalito sui livelli prepandemia. L'inflazione resta bassa e non appare un problema. Il settore bancario è solido e redditizio anche se una risalita dei crediti deteriorati ridurrà certamente la redditività. I mali strutturali del Paese per ora sono in secondo piano, così come la percezione sui mercati del rischio del debito pubblico, esploso nell'ultimo anno per gli interventi di sostegno pubblico. Finché dura c'è da esserne lieti.

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