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"Il nostro viaggio intorno al mondo? Senza contanti e con tanto entusiasmo". Il racconto della travel blogger Giulia Lamarca

Giulia Lamarca con il marito Andrea e la figlia Sophie

Guardo Andrea e dico: "Amore sono le 10 di sera, siamo sul treno, stiamo per arrivare e ancora non abbiamo preso l'hotel. Ma perché organizziamo tutto all'ultimo?". E lui: "Massì, ora lo prendo online, che problema c'è?". Io ribatto: "Ti serve la carta?". E lui ancora mi risponde: "Ho già tutto inserito. Fatto! Hai visto, nessun problema". 

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Mi viene da ridere se penso alla differenza tra come viaggiamo noi e come lo facevano i miei genitori. La differenza è abissale

Questo dialogo oggi risulta scontato, lo conosciamo tutti, paghiamo in continuazione qualsiasi cosa, all'ultimo, velocemente, con una carta che ci dà la possibilità di fare un pagamento digitale. E io di questa cosa sono grata. Noi siamo una famiglia che nel 2022 ha deciso di fare il giro del mondo a modo nostro, con una bimba di tre mesi che si chiama Sophie, la sottoscritta in carrozzina e mio marito Andrea. 

Per un anno ogni mese abbiamo cambiato destinazione. Molti pensavano che ci fosse una programmazione geniale e metodica dietro a questa impresa. La verità è che c'era solo tanto coraggio, un pizzico di follia e tantissima disorganizzazione. Abbiamo preso gli hotel praticamente sempre il giorno stesso, effettuando pagamenti digitali, prenotandoli così alla rinfusa su Internet. Gli aerei? La stessa cosa. Volevamo la libertà di poter cambiare idea, di poter viaggiare liberamente, di poter scegliere che se un posto ci piaceva potevamo rimanere, se invece non ci piaceva potevamo andare via. Questo voleva dire prenotazioni all'ultimo e prenotare spesso con la garanzia di avere i soldi indietro per cancellazioni dell'ultimo minuto. Perché magari uno non ci pensa, ma i pagamenti digitali hanno anche permesso questo, i soldi escono ed entrano più facilmente. Una volta sarebbe stato impensabile farsi dare i contanti indietro da un hotel se avessi avuto qualche tipo di problema. 

Nel nostro modo di viaggiare e di vivere tutto questo significa libertà e sicurezza. Libertà perché attualmente con un telefono puoi andare ovunque e sicurezza perché non vivi più con quella sensazione di chi deve essere sempre attento perché stai portando dei contanti in giro

Mi viene da ridere se penso alla differenza tra come viaggiamo noi e come lo facevano i miei genitori. La differenza è abissale. Io sono cresciuta dove in estate, quando si partiva per le vacanze, si doveva fare il conto di quanti contanti ti servivano per quel periodo e poi c'era il problema di dove metterli, ovvero di nasconderli, così nessuno li avrebbe trovati. Ricordo ancora i portafogli e le monetine sparse per la borsa, i miei genitori con le panciere per essere sicuri che nessuno li rubasse. Mi sembra di parlare di un'altra epoca. Io e Andrea abbiamo il problema opposto, non abbiamo mai contanti, paghiamo tutto con la carta. Ci piace perché è veloce. Perfino le metro in Giappone e in Corea le paghiamo con la carta. Le monetine non sappiamo cosa siano, anzi le odiamo. Abbiamo un salvadanaio a casa che contiene le nostre monetine da quando ci siamo conosciuti. Pure il bar sotto casa non le vuole più e preferisce dirci "Mandami il pagamento dopo". Per noi tutto questo è comodo ed è bello, amiamo sapere esattamente dove vanno i nostri soldi, in cosa li spendiamo e per noi che viaggiamo è comodo, una volta finito il viaggio, poter monitorare tutto. Ci aiuta a compiere poi facilmente scelte diverse, ci aiuta a capire se possiamo risparmiare e dove. Con i contanti invece hai sempre il dilemma "Ma quei 50 euro che ho prelevato ieri dove sono finiti?"

Nel nostro modo di viaggiare e di vivere tutto questo significa libertà e sicurezza. Libertà perché attualmente con un telefono puoi andare ovunque e sicurezza perché non vivi più con quella sensazione di chi deve essere sempre attento perché stai portando dei contanti in giro. Tutto questo fa così parte delle nostre vite che Sophie - ora che non ha neanche due anni - ha imparato a dire "carta" perché a forza di vederci pagare facendo un bip, vuole pagare lei quando prendiamo qualcosa. Mentre scrivo siamo in Giappone e qui ci sono i combini, dei mini-market, e lei ogni volta che entriamo fa la spesa, va alla cassa e dice "carta", la dà al cassiere che ride, fa bip e paga. Tutto questo per me è meraviglioso, perché ha imparato a fare qualcosa che io una volta potevo fare solo dopo aver imparato a contare e fare le tabelline perché quando ero piccola io c'erano il resto e i contanti. Mi rendo conto che lei in questo è diventata già, in un certo senso, libera e autonoma. Ed è bello scoprire come il mondo stia cambiando. E come noi stiamo crescendo con lei.